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La battaglia dei blocker e il ragionamento vincente al river: la mano che spiega come sfruttarli

I blocker hanno sempre avuto un ruolo molto importante, soprattutto nel poker moderno e nel momento in cui siamo portati a prendere una decisione al river. Oggi vi diamo conto di una mano che ne spiega l’uso. La battaglia dei blocker.

Più che il mero racconto di una mano fine a sè stessa, la mano che oggi andiamo ad analizzare è più un pretesto per provare a sviscerare una situazione di gioco tutto sommato standard, che può capitare, con crismi ragionevolmente simili, in tutti i momenti di un determinato torneo. 

Il colpo è stato descritto da Mo Nuwwarah in un articolo prodotto per PokerNews, lui che è uno dei blogger più apprezzati del circuito.

La mano al WPT Borgata

L’action si svolge al World Poker Tour Main Event da $3.500 di Buy In al Borgata Poker Open, a 18 left su un field complessivo di 1.156 iscritti. 

Ovviamente sono già tutti a premio, ma i soldi importanti si stanno avvicinando. 

Tra i players rimasti a giocarsi la vittoria nei 3 tavoli left, ci sono David Prociak e Ryan D’Angelo, entrambi giocano con oltre 60x e Prociak è, tra i due, quello che ha uno stack leggermente superiore a quello dell’avversario. Si gioca six-handed, poichè, essendo un torneo 8-Max, non si possono formare due tavoli da 9. 

Ryan D’Angelo

La mano

Il livello è 20.000/40.000/40.000. 

D’Angelo è il primo a fare azione aprendo da cutoff a 90.000, per poi chiamare la 3bet di Prociak sul Grande Buio a 285.000.

Il flop è 8 3 9 .

Prociak va in continuation bet per 260k, pronto il call di D’Angelo.

Turn 2  

Questa volta Prociak decide di check-callare per una size di 340.000. 

River 10 e, del tutto inaspettatamente, Prociak anticipa il suo avversario per un all in da 1.550.000.

Dopo parecchi minuti di ragionamenti, D’Angelo le mette dentro con q *cq*, decisamente avanti sul a 5 del rivale. 

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Concetto e analisi

La prima decisione degna di nota qui è il call di D’Angelo con una coppia di donne sulla 3bet del BB. 

Una 4-bet con una mano di quella forza per chiudere il colpo in quel momento, sarebbe stato ragionevole in un tavolo 6-Handed contro giocatori aggressivi, ma anche il call non è male, visto che esso rafforza il nostro range, rendendoci pericolosi agli occhi del nostro avversario nel post flop e ci permette di giocare un piatto molto grande con tanto valore oggettivo e, soprattutto, in posizione. 

Il flop è ottimo e il call su quel board e una bet tutto sommato piccola di Prociak, si prestano a entrambe le opzioni di check e di raise.

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Se l’opzione cade sul call è però sempre tenere presente che sarebbe meglio giocare in questo modo Assi O Kappa in trapping che ci mettono al riparo da pericolose over card che possono cadere tra turn e river. 

Sul 2 non è bellissimo il check di Prociak che costruisce pochissima equity e ha una mano fin troppo debole per decidere di chiamare la bet di 340.000 del suo avversario. 

È chiaro che il piano di Prociak è quello di sfruttare la sua posizione per anticipare il suo avversario e metterlo in difficoltà con un all in al river che rappresenterebbe molta, moltissima forza. 

Il campo delle ipotesi

Il problema è che qui entriamo nel campo delle ipotesi e dovremmo anche renderci conto che non giochiamo contro l’ultimo arrivato.
Certo, si può pensare di essere alcune volte buoni, davvero poche in realtà, con A high, ma la chiamata arriverebbe sempre e soltanto da una mano che ci batte, quindi il call al turn è essenzialmente un preparativo di monster bluff al river. 

Il 10 al river fa sì che Prociak continui nel completamento del suo piano, anche con l’idea di rappresentare un colore a quadri supportato, in modo debolissimo per la verità da un 5 che farebbe da blocker sui quadri del suo avversario. 

Inoltre questo è ormai l’unico modo di provare a vincere un piatto che, con un check, sarebbe sempre e solo perso. 

Il problema è che Prociak si imbatte una delle mani peggiori contro cui poter portare a casa il suo bluff. 

La battaglia dei blocker

Le due donne di D’Angelo rappresentano una cassaforte che contiene un doppio blocker per l’eventuale scala nuts del suo avversario, non ha picche in mano e questo rafforza il pensiero che Prociak possa aver missato colore, ha la donna di quadri e, quì sì che il blocker ha un valore sostanziale e oggettivo. 

Sotto il punto di vista teorico il call di D’Angelo è giustificabile e corretto, ma, ovviamente, sotto il punto di vista pratico, la cosa va sempre vista sotto la luce dei riflettori di dinamiche altre, come la durezza del field rimasto in gioco, il valore monetario di quella chiamata, history con oppo ecc. ecc. 

Alla fine della fiera la decisione di D’Angelo è stata corretta, ha vinto un piattone e si è messo in testa al count.

Non è servita per vincere il torneo (finirà 11esimo) ma in questo caso il suo ragionamento è stato brillante.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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