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Regolamento cash game: il falso mito delle carte muckate e non recuperabili

Ci sono parecchi miti da sfatare quando si parla di regolamento. Uno di questi è quello che si ripropone praticamente ad ogni partita di cash game e/o di torneo. Oggi ci soffermiamo sul cash game live, dove la giurisdizione in materia è praticamente sempre lasciata nelle mani del regolamento della casa da gioco. 

Luca Vivaldi mentre controlla le carte dal muck (Courtesy Danny Maxwell/Pokerstars)

Le più classiche dispute regolamentari

Ormai le tue carte hanno toccato il muck, non sono più recuperabili e il piatto va assegnato a me”.

Niente di più sbagliato, il piatto è mio, come vedi ho un punto maggiore”. 

Alzi la mano chi non è mai stato protagonista, o quanto meno, non abbia mai assistito a una scena di questo tipo. 

Fatta salva la disciplina di cui ci occupiamo oggi, il cash game live, che prevede, è sempre bene ricordarlo, tutta una serie di regole della casa da gioco che possono, e se vogliamo devono, differire da quelle di altre, ve ne sono alcune che devono sempre e comunque fare capo alla regolarità del gioco in primis e al buon senso in seconda analisi. 

Sbagliato il categorico

Ecco perché si deve sempre partire dall’enunciato che è sempre sbagliato iniziare ad addentrarsi in una disputa regolamentare forti del motto “si fa sempre così”. 

L’esempio calzante ci viene offerto dall’opera “Robert’s Rules of Poker”, scritta e redatta da Bob “The coach” Ciaffone, una vera e propria icona quando si parla di regole applicate al cash game. 

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Il passaggio a cui ci riferiamo è il seguente: 

“Le carte gettate nel muck possono essere dichiarate morte. Tuttavia, una mano chiaramente identificabile, può essere recuperata e decisa a discrezione della direzione, se questa operazione fa capo al miglior interesse del gioco. Dovrebbe essere fatto uno sforzo extra dal floorman se intuisce che una mano recuperabile è stata foldata a causa di informazioni errate fornite al giocatore”.

Vediamo in che modo può verificarsi un caso che rientra nella fattispecie.

L’esempio in cui il regolamento può essere oggetto di deroga

No Limit Hold’Em Cash Game, siamo al river su un board a 9 4 j 2 . Immaginate di essere il floorman che ascolta questa storiella. 

Dealer

“Ho girato l’ultima carta comune, il river e non ho visto nessuno dei due giocatori puntare, nè checkare. Quando ho fatto capire al giocatore A che sarebbe stato il suo turno, egli ha presentato le sue due carte, j 9 . 

Il giocatore B ha a quel punto spinto le sue carte verso di me senza dire nulla e io, come ho sempre fatto, ho posizionato le sue due carte coperte in cima al muck. 

Nel momento dell’assegnazione del piatto al giocatore A, il giocatore B ha obiettato, affermando che il suo rivale non aveva mai agito, non aveva fatto nessuna azione, se non quella di girare le proprie carte palesando l’intenzione di foldare. 

Inoltre ha dichiarato che le sue due carte erano k e 10, che in effetti corrispondono a quelle che ho sistemato in cima al mazzo”. 

Giocatore A

“Sono stato il il primo ad agire e ho checkato.

Un paio di secondi dopo il dealer mi ha detto -è il tuo turno- e, in virtù del mio check, ho pensato che egli mi stesse chiedendo di andare allo showdown, anche se io non ho visto, con tutta onestà, il mio avversario checkare. 

Quindi mi sono presentato con la mia mano. Non posso mai uscire in puntata con 4 quadri e non potrei comunque open foldare, visto che ho una mano di valore come una doppia coppia che potrebbe assegnarmi il pot nel caso in cui il mio rivale non abbia quadri come me”. 

Giocatore B

“Non ho mai checkato. Non mi sono accorto che il giocatore A avesse checkato e il dealer non ha mai indicato che l’azione spettasse a me, quindi stavo solo aspettando. 

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Quando oppo ha mostrato le sue carte, l’ho interpretato come un fold e ho passato le mie due carte al dealer aspettandomi l’assegnazione del piatto, non ero ovviamente obbligato a mostrare. 

In ogni caso non capisco che interesse potrei avere a foldare le mie carte quando ho un punto imbattibile. Come potrei foldare il nuts?”

Discrezione e buon senso

Il compito del floorman è in questo caso quello di raccogliere prima e valutare poi, i fatti che gli vengono sottoposti e lo deve fare, compito ingrato, anche velocemente. 

Il recupero delle carte dal muck, in questo caso, è nel migliore interesse del gioco? 

Quando il giocatore A ha mostrato le sue carte, effettivamente ciò ha portato alla conseguenza non intenzionale che il giocatore B passasse con la convinzione che la mano fosse finita e il piatto fosse suo? 

In questo caso il floorman ha stabilito che “far parlare le carte”, in inglese “letting the cards speak”, fosse nel migliore interesse della regolarità del gioco. 

Nessuno poteva dubitare che il giocatore B avesse nuts, visto che ha dichiarato esatto valore ed esatto seme delle sue hole cards, la mano è stata recuperata ed è giusto gli venisse assegnato il piatto. 

Chips

Sentenza corretta per definizione

L’uso della discrezione sotto un’intensa pressione temporale è molto più facile a dirsi che a farsi. 

Quando un floorman deve decidere se recuperare o meno le carte dal muck, ha necessità della massima collaborazione di tutti e dello spazio sufficiente per raccogliere i fatti.

Qualcuno, come sempre, rimarrà scontento e infelice. 

Giudice e giuria, in questo caso rappresentati sempre e solo dai floorman, operano, o quanto meno dovrebbero farlo, sempre in ordine al miglior giudizio possibile che soddisfi nel modo più esaustivo possibile i parametri che fanno capo all’interesse del gioco. 

In ogni caso va da sè che le regole fondamentali, riconoscimento delle carte sul muck, corrispondenza tra dichiarato e oggettivo, manifestazione di volontà e attenzione dei giocatori ecc, devono essere conosciute a menadito da un professionista che fa quel lavoro. 

 

David Bass gioca principalmente nei cash games no-limit hold’em dal vivo e scrive di poker dal 2012. Puoi seguirlo su Twitter @KKingDavidPoker o goderti il ​​suo blog, They Always Have It , su https://kkingdavid.com/ .

 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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