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AK e una giocata da scimmia: la parola ad ‘apestyles’

A volte, neppure giocatori abili e vincenti riescono ad essere del tutto d’accordo su come sarebbe meglio giocare una mano: questo sembra uno di quei casi.

La situazione è apparentemente molto semplice. Ci troviamo ad un tavolo finale con cinque giocatori rimasti, e tutti stack al tavolo compresi fra i 30 ed i 40 big blinds: al vincitore andranno 7.000 $, a chi sarà quinto 2.300 $.

Hero, che ha immagine molto chiusa ed uno stack di 431.700 fiches su bui 6.000/12.000 ante 1200, decide con a k di 3-bettare all-in da grande buio l’openraise di un avversario che ha 480.000 fiches, con l’intenzione di vincere il piatto uncontested preflop. 

Quest’ultimo però chiama mostrando uno splendido 5 5 , che vince dopo che il board scorre via neutro. Tutti sostengono che in questa situazione al posto di hero 3-betterebbero per chiamare un all-in: anche “apestyles” metterebbe in atto questa strategia, ma a differenza di altri non condanna in questa situazione l’all-in preflop.

In molti infatti sostengono che, così facendo, il nostro range diventa face-up, non consentiamo al nostro avversario di 4-bet/foldare o 4-bettare all-in mani peggiori e siamo destinati a venire chiamati praticamente soltanto da mani che ci dominano, o con cui al meglio siamo in coinflip. Senza contare che il nostro stack è molto consistente.


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Jon “apestyles” Van Flet, habitué dei tavoli finali

Obiezioni ragionevoli e condivisibili, ma sentite cosa scrive Jon Van Flet: “In generale, non credo che i nostri avversari reagiranno chiamando con una mano come 55 preflop. E’ difficile dire se il vantaggio di far foldare mani come 55-88 o dei suited connectors sia preferibile a quello di finire all-in preflop più spesso contro mani che dominiamo, come AJ o AQ. Di certo, in una situazione simile vorremmo che una mano come j 10 foldasse, e ci piacerebbe vincere questo piatto senza showdown”.

Stima infatti che perché il 3-bet/call sia preferibile alla 3-bet all-in preflop ci serva un’equity contro quel range di circa il 58%, un aspetto che non sembra dare per scontato: “E’ indubbio che in termini di cEV il 3-bet call sia preferibile, perché ci consente di andare all-in contro un range più debole. Tuttavia, significa anche andare all-in più spesso, dover vincere più spesso allo showdown e quindi venire eliminati più di frequente“.

Perché allora, nonostante sottolinei questo aspetto, “apestyles” comunque preferirebbe 3-bet/callare? Perché, al di là della mano specifica, 3-bettare all-in in questa situazione danneggerebbe la sua strategia complessiva: “Se decido di andare all-in preflop con una mano tanto forte, significa che non potrò 3-bettare troppo spesso in bluff, in quanto all’interno del mio range di 3-bet la porzione di mani genuine sarebbe ridotta.
Tuttavia, in generale volendo fare la giocata con minore varianza la 3-bet all-in non mi dispiace affatto”.

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