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Che diavolo aveva qui Justin Bonomo?

Justin Bonomo ce l'ha o non ce l'ha? (courtesy Neil Stoddart)Ci sono mani destinate a perseguitarti per anni, come questa giocata da Christian Harder contro Justin Bonomo, dove lo statunitense fa un pesante fold contro “ZeeJustin”, senza mai scoprire cosa avesse.

Siamo alla PCA del 2010, torneo high roller da 25.000 dollari: è la prima mano e per questo ci sono soltanto sei giocatori al tavolo. Su bui 150/300 si parte con uno stack di 50.000 fiches. 

Christian Harder apre il gioco a 900 con a k , ma Justin Bonomo 3-betta fino a 3.000, ed il suo avversario decide di limitarsi a chiamare. Il flop è a 8 7 , ed Harder decide di check/callare la puntata di 3.500 fiches da parte di Bonomo.

Il turn è il k ed il copione si ripete, ma stavolta “ZeeJustin” punta 11.500 fiches in un piatto di 13.500. Il river è il 10, e dopo che Harder ha checkato una terza volta Bonomo va all-in per 32.000 fiches in un piatto di 36.500: Harder ci pensa, ed alla fine folda.

“Credo che il mio range appaia abbastanza forte, dopo che chiamo una 3-bet fuori posizione e check/callo due street, chiamando una puntata pari al piatto al turn – scrive Harder – tuttavia il river non mi piace, perché chiude diversi possibili progetti di scala”.

Concorda con la sua analisi Johan “busto_soon” Van Til, che argomenta: “Non credo Bonomo possa puntare anche al turn, specialmente con quella size, senza almeno un gutshot. Se pensiamo che il suo range più probabile sia composto da mani come QJs/QTs/JTs/J9s/T9s, di queste 20 combo cinque gli hanno dato colore, mentre delle altre 15 sei sono adesso una scala. Se consideriamo che il nostro check/call al turn sia forte penso sia un fold, visto che dovrebbe bluffare davvero spesso perché si possa chiamare”.

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Christian Harder: in questa occasione mollò la presa (courtesy Neil Stoddart)

Ma al riguardo, che cosa pensa Bonomo? Anzitutto, dice che a suo avviso Harder ha giocato alla perfezione fino al river, e poi aggiunge: “E’ possibile che al turn il mio range appaia così forte, che decida di bluffare con ogni combinazione possibile al river, comprese le top pair e qualche two pair debole. Nonostante questo, AK potrebbe essere proprio la mano del suo range con cui chiamare a volte e foldare altre, laddove con mani peggiori dovrebbe sempre foldare e con mani migliori sempre mettere”.

La cosa incredibile, è che ancora oggi nessuno sa che cosa avesse in questa mano Justin Bonomo, tranne una persona. Ma non è Christian Harder. Qualcuno, la cui identità rimane un mistero, ha infatti offerto una lussuosa cena a Las Vegas a “Zee Justin”, pur di sapere che cosa nascondesse.

Di sicuro sappiamo che non poteva avere AA – Lex Veldhuis dichiarerà dopo di aver foldato preflop A8 – né probabilmente KK, visto che Bonomo dirà che “con quella mano difficilmente farei una continuation bet”. Tutto il resto però rimangono speculazioni: c’è così chi continua a pensare che Harder abbia fatto bene a foldare e chi, come Dani Stern, al suo posto avrebbe chiamato. O almeno così dice.

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