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Un chiarimento su Tarvisio e sull’ironia perduta

Domenica scorsa avevamo pubblicato un articolo dal titolo “Tarvisio mòn amour: è tutta colpa di TripAdvisor!”, con l’intento di ironizzare su alcune zone grige del poker online italiano, tutt’altro che segrete agli appassionati che ne seguano le vicende. Purtroppo l’oggetto, il tono e l’intento dell’articolo scritto dal nostro Piero Pelosi sono stati fraintesi da alcuni, creando un paradossale equivoco che intendiamo chiarire – in maniera definitiva – con la presente.Il tutto nasce dalla constatazione reale di alcuni giocatori, professionisti del poker online, che hanno incontrato ai propri tavoli più giocatori di cash game che mostravano come residenza Tarvisio, località friulana di neppure 5.000 abitanti, che ha la particolarità di essere quella più ad est dell’intera provincia, quindi particolarmente vicina tanto al confine austriaco che a quello sloveno.Vista l’insolita condensazione di giocatori abituali dei più alti livelli in una località tanto piccola e con quella posizione geografica, a molti giocatori è venuto il fondato dubbio che alcuni professionisti stranieri, i quali normalmente non potrebbero giocare su poker room italiane, abbiano allestito una “grinding house” nella zona, in modo da poter bypassare il problema.Su questo fatto si intendeva ironizzare, e questo era lo scopo dell’articolo, com’è del resto apparso evidente a molti dei nostri lettori che erano già a conoscenza di questa tacita premessa.Nell’articolo si sono quindi volutamente inseriti alcuni elementi reali che effettivamente richiamassero a Tarvisio, assieme a molti altri di fantasia o assolutamente ironici, come viene fatto ad esempio negli articoli pubblicati ogni primo aprile dalle più svariate testate, che raccontano vicende inverosimili inserendo sì magari qualche elemento realistico, ma condito assieme a tanti altri assurdi, inverosimili e inventati, esagerando a tal punto che l’ironia diventi l’unica chiave di lettura possibile.Un articolo comparso a commento del nostro sul portale “AltoFriuli.com”, a firma Luigi Grimaldi, ha tuttavia frainteso completamente tanto le intenzioni che il contenuto, interpretando tutto alla lettera e credendo quindi che avessimo citato l’albergo / ristorante “Ex Posta” non semplicemente perché si trova effettivamente a Tarvisio e con l’intento ironico che si diceva, ma addirittura per sostenere che dietro questa attività ci fosse a tutti gli effetti “una bisca clandestina per professionisti”.Naturalmente questo non soltanto non è vero, ma proprio per questo non ci saremmo mai sognati di sostenerlo né di alludervi. D’altra parte, in un contesto di serietà non si capisce perché avremmo dovuto, vista anche la nostra storia, professionalità e serietà sempre dimostrate negli anni, tanto come singoli che come portale.Chi ci segue sa che abbiamo trattato in passato anche vicende di cronaca giudiziaria legata alla scoperta di attività di gioco illegali, con sequestri o sentenze di vari tribunali della Repubblica, ma in quel caso si trattava di articoli di cronaca, con riferimenti puntuali, verificati e precisi, in tutto diversi per tono, immagini, didascalie, sostanza e sezione di pubblicazione all’articolo cui si fa riferimento.Il collega, anziché provare a contattarci per telefono o anche solo via e-mail per sincerarsi di aver compreso quanto contenuto nel nostro articolo (che certo per alcuni passaggi non poteva che apparirgli poco chiaro), ha ritenuto che potesse essere assolutamente preso alla lettera, dando luogo a una ricostruzione che giocoforza non solo non poteva che risultare infondata, ma proprio per questo motivo è risultata a tratti addirittura paradossale.Il fantomatico 'InnocenzoN' è in realtà Raffaele Cortesi, sindaco di LugoAd esempio, è vero che esiste un commento di tale “InnocenzoN” su TripAdvisor, che in data 14 gennaio 2013 scriveva “La classe non è acqua fresca” commentando la qualità del servizio offerto dal ristorante (ripreso al pari della foto della casa gialla, che è effettivamente l’albergo / ristorante “Ex Posta) ma tale commento era funzionale soltanto in chiave ironica, ovvero per giustificare l’inserimento della (supposta) fotografia di “InnocenzoN”, in realtà raccolta su internet e raffigurante il sindaco di Lugo, Raffaele Cortesi, che intendeva promuovere il consumo di acqua del rubinetto (l’effetto ironico era dato dalla didascalia, “peccato non berla”, ovvero peccato non credere che quei giocatori siano davvero italiani).Da notare che, sebbene in piccolo, in basso a destra impressa sulla foto è visibile una didascalia in bianco che lo specifica, così come la nota “courtesy of MoMAh” voleva essere solo un’ironica storpiatura del Museum Of Modern Art (appunto MoMA), altro indicatore di un alto tasso d’ironia.Grimaldi al riguardo arriva invece a scrivere che “Assopoker pubblica addirittura una foto di InnocenzoN, non presente su Tripadvisor, come a dire: noi questo signore lo conosciamo bene”. Evidentemente, nulla di più lontano dall’interpretazione corretta.Fra l’altro, neppure nel contesto di estrema leggerezza che si diceva ci siamo permessi di associare l’ “Ex Posta” al termine “bisca” o similari, parlando invece di “ristorante di classe” e “pensione accogliente”. Gli elementi ironici si susseguono numerosi, e nell’ordine sono:

  1. Un’impostazione generale dell’articolo che è un voluto omaggio all’imitazione di Carlo Lucarelli da parte di Fabio De Luigi, andata in onda qualche anno fa in trasmissioni come Mai Dire Gol, rintracciabile in tutta una serie di espressioni, come “Quella casa, però, non è una casa, quella casa è l’Ex Posta”, o “secondo la procura della repubblica di Bari, circondarsi di muri gialli è solo un hobby come un altro”
  2. “La casa dalle finestre che ridono”, citata all’inizio del secondo paragrafo, è il titolo di un film di Pupi Avati del 1976 (qui a ridere sarebbero idealmente quei giocatori che fingono di essere italiani), così come l’immagine di preview è presa dalla locandina del film “La Casa” di Sam Raimi (una scelta che, assieme a tutte le altre, non può apparire tipica dell’articolo di denuncia neppure a una veloce occhiata).
  3. La repubblica di Bari, che certo non può avere molta competenza territoriale in Friuli, è citata solo perché nel poker online c’è stato molto dibattere su numerosi account di giocatori con residenza a Bari, sospettando che in realtà fossero gestiti da un numero di giocatori più ridotto, fatto però mai dimostrato con certezza, ma anche in questo caso noto agli appassionati
  4. Il nome di Isidor Himmelbaur, personaggio cui Tarvisio ha dato i natali, è un altro piccolo elemento reale al pari della citazione del ristorante albergo “Ex Posta”, subito associato a un elemento di fantasia come la sua presunta notorietà in Bassa Sassonia del bibliotecario o lo stesso Lapo Boato, nome di assoluta fantasia e quindi decisamente non riconducibile al  sostituto procuratore della Repubblica di Policoro, cittadina della Basilicata
  5. La frase “quella casa non è un albergo?” è stata inserita come ulteriore elemento ironico e non come seria domanda insinuante un’attività illecita. Dal momento che il ristorante “Ex Posta” è anche un albergo, chiedersi se quella casa non è un albergo (espressione usata spesso come modo di dire e quindi inserita in quest’ottica) diventa paradossale, in quanto sarebbe come domandarsi se la torre di Pisa non sia una torre.
  6. La celebre scena di 'Totò sceicco', una delle tante citazioni nascoste nell'articolo in questioneLa frase “E cosa succede, in quella casa, quando ci si siede al tavolo nove ordinando frico e birra scura?” è un ulteriore indice di ironia, in quanto citazione di una famosa scena del film “Totò sceicco”, nel quale il segnale convenuto per arruolarsi nella legione straniera stava nel sedersi al tavolo di un ristorante e ordinare birra e salsicce. Visto che il ristorante in questione è in Friuli, ci siamo limitati a sostituire le pietanze “originali” con altre del luogo.
  7. Il diritto di sòlare, improbabile traduzione dell’espressione latina “ius soli” che si riferisce al diritto di cittadinanza acquisito per nascita in un dato Paese, non fa quindi alcun riferimento all’Ex Posta e alla sua attività né vera né presunta, ma si riferisce a quei giocatori che cercano di spacciarsi per italiani, quando pare che italiani davvero non siano
  8. L’immagine con il personaggio di “Gandalf” in basso a destra (che mai ci saremmo sognati di pubblicare in un articolo di cronaca, meno che mai giudiziaria) e la relativa didascalia (se Gandalf fosse nato l’11 settembre sarebbe stato della Vergine, mentre Codroipo è un paese friulano visitato dall’autore in estate in occasione di un concerto) è un altro elemento di assurdo, inserito solo visto l’intento e il tono dell’articolo stesso. Del resto, sarebbe una scelta diversamente inspiegabile
  9. L’ultimo paragrafo, che recita “Ci sono case senza soffitto e senza cucina in Friuli Venezia Giulia, case che non esistono, ed anche se in ingegneria siamo uno zero, non prendeteci per matti per questo”, è infine la citazione della nota canzone di Sergio Endrigo “La casa”, dove si dice fra l’altro “c’era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina (…) in via dei Matti numero zero”, a indicare cioè una casa che non esiste (così come non esiste evidentemente alcuna bisca all’Ex Posta né abbiamo mai voluto sostenerlo)

Lasciamo quindi a chi legge, adesso che tutto è esplicito, il compito di giudicare quale fosse l’intento e lo spirito dell’articolo, e se come scrive Luigi Grimaldi volesse davvero “sparare nel mucchio senza troppe cautele”, o contenga “oscuri riferimenti e insinuazioni velenose che fanno sembrare il pezzo, oltre che aggressivo, più che altro un messaggio destinato a chi ha orecchie per intendere”.In effetti sì, era un messaggio destinato a chi abbia orecchie per sorridere, e ci è dispiaciuto constatare che in prima battuta non abbia funzionato con tutti: speriamo che almeno adesso risulti possibile.Infine, ci scusiamo con il sig. Alcide Cicuto, titolare dell’albergo-ristorante “Ex-Posta” sito a Tarvisio in frazione Coccau, per lo spiacevole malinteso. Come questo articolo di spiegazioni ha portato all’evidenza, le nostre intenzioni erano ben altre.Piero PelosiDomenico Gioffrè