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Antonio Pezzi, l’uomo che fa ombra ai regular: “Chi temo di più tra un vegano e un grinder? Un astemio”

Ai tempi d’oro era conosciuto sul nostro forum con il nickname “L’uomo ombra“, nickname che si è sempre portato dietro nella sua carriera. Quella di Antonio Pezzi non è però una carriera come le altre: da poker pro a manager a consulente, sono diversi i ruoli che il milanese ha ricoperto nel settore. Una cosa che però gli riesce particolarmente bene è arrivare nei tornei che contano…

Da IPO a ICOOP: Antonio Pezzi, l’uomo ombra è ancora qua

Quattro anni fa un quarto posto a un IPO per più di 72mila euro, oggi un runner up all’ICOOP UltraDeep di  Pokerstars.it per 25mila euro. Live oppure online per lui non fa differenza: il suo passatempo preferito è sempre quello di vincere, ma anche di zittire le lingue lunghe…

Il suo storico nickname sembra proprio perfetto, non solo per l’ironia sulla stazza (Antonio è alto circa 2 metri) ma anche perché lui prova da sempre un certo gusto, nel fare “ombra” a chi forse si prende troppo sul serio.

Giochi un torneo all’anno e vinci 25k. Quale è la tua ricetta?

L’importante è giocare solo i tornei e le mani che si vincono. A raccogliere sul lungo sono bravi tutti, la “bravura” sta nello scegliere…

Scherzi a parte, i vantaggi di chi massgrinda (in termini di esperienza, numero di situazioni viste, history accumulate etc) sono noti. Ma secondo te chi gioca una volta ogni tanto e per puro diletto, data per scontata una certa conoscenza del gioco, ha qualche vantaggio sui regular?

Beh, io nasco come giocatore online e qualche milione di mani tra cash e tornei, seppur in tempi non sospetti, li ho alle spalle. Quindi spero di poter sostenere liberamente di avere una più che discreta conoscenza del gioco. Ho speso più di un decennio della mia vita dietro il pc a fare questo di lavoro, certo il gioco si è evoluto ma non sono un gran sostenitore di concetti assoluti come GTO & co. Non utilizzando più tracker e hud chiaramente mi sono dovuto rimettere a info basilari e profilare avversari in modo approssimativo e questo di sicuro è un limite, se lo vogliamo paragonare alla gestione di un regular.

D’altro canto giocare un MTT con migliaia di giocatori è per definizione un modello di gioco ad altissima varianza, quindi l’alea conserva un valore assoluto e determinante. Di certo, come dice il saggio, i tornei non si vincono a colpi di sfiga.
Ah, continuo a giocare cash regolarmente, più live che online, e di sicuro non gioco per diletto: se metto spicci o soldi importanti sul tavolo è per vincere, non per divertirmi.

Antonio con Men “the master” Nguyen a un EPT di Sanremo

A proposito di ricette, so che sei un cuoco provetto. Ma sei più skillato ai fornelli o a poker?

Sono una buona forchetta in primis e mi diletto in cucina, mi rilassa e appassiona come ascoltare buona musica e strimpellare le mie chitarre. Il poker è lavoro e come tale dedico buona parte del mio tempo ad implementare le mie competenze e definire nuovi modelli di gioco, con una attenzione particole al cash game. Quindi se fossi più bravo in cucina che al poker, farei il cuoco di mestiere. Ad oggi è il poker che mi permette di cucinare.

E chi ti fa più paura, un ragazzino massgrinder o un vegano?

Di sicuro i vegani anche se mi preoccupano di più gli astemi, quelli proprio non li sopporto.

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La carbonara a regola d’arte, secondo Antonio Pezzi

In questo ICOOP mancano un po’ le varianti. Tu che sei un variantista della prima ora ci sei rimasto un po’ male, o pensi che comunque il mercato dia queste indicazioni e dunque vada rispettato?

Ho delle idee tutte mie sulle varianti e capisco possano non essere condivisibili. Ad esempio credo che la formula torneo snaturi il PLO in un modo molto più decisivo rispetto all holdem. PLO andrebbe giocato cash e deepstack, per preservare la sua natura. A dire il vero la modalità torneo è una forzatura innaturale di qualsiasi gioco, perché inevitabilmente deve collassare la struttura a favore della eliminazione dei giocatori. Insomma il cash game resta il bel gioco per antonomasia.

Tornando a bomba, dopo un breve periodo di euforia i player ricreativi si sono accorti di non essere adeguati al gioco delle varianti e di aver più chance di salvarsi alle due carte. Come dar loro torto? Se il mercato è incontro tra domanda e offerta, ognuno tragga le sue considerazioni. Quando posso volo all estero e gioco PLO e Mixed Games, e l’ultima volta ho anche scoperto giochi nuovi che mi hanno mandato ai matti come il Badeucy o il Badacey, half pot Badugi e half “Deuce to seven” o “Ace to five”…..sono pazzi questi americani!

Quando hai iniziato con il Texas Hold’em, a occhio e croce, in quanti lo conoscevate in Italia?

Credo una trentina di persone o poco più. Parliamo del 2001. Le prime piattaforme online, PlanetPoker mi pare di ricordare fu la capostipite, poi Paradise e dopo PartyPoker con il tabling 20x di fixed limit, Bodog, Cryptologic dove ti pagavano come propper, B2B con Pokerdassi, e poi Stars e FullTIlt…..Mi ricordo ancora il primo deposito di 200mila lire per giocare l’1/2 limit in dollari…bei tempi, con più capelli di ora.

Esistevano già i circoli, anche se pochissimi e in forma più privata. E anche i primi raduni a Jesolo, con una cinquantina di players, avevano un field più internazionale che italiano. Tieni presente Stee che fino al 2005 il no limit era praticamente inesistente, si giocava solo fixed hold’em e qualcuno si avventurava nelle varianti come il fixed omaha hi low, fixed stud e stud hi low e poco Pot limit Omaha.

Alla luce delle ultime vicende politiche e novità legislative, come vedi il futuro del gioco in Italia?

Credo che con la liquidità chiusa il mercato, ad oggi, si sia assestato ai suoi numeri corretti. Gli operatori tagliano budget e spingono su altri prodotti e le nuove disposizioni in merito di advertising di certo non aiutano. Siamo un branco di zombie che vaga a tentoni che ancora non ha coscienza di essere in via di estinzione, se resta nel nostro tanto caro e amato bel paese. Bello essere positivi, neh?

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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