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90 minuti di duello
Il main event del SHR Bowl è stato un concentrato di emozioni allo stato puro, sulla piattaforma internazionale di PartyPoker (che è appena ritornato in italia). Fra i 50 pretendenti al successo finale, sono arrivati in heads up due players molto noti come Justin Bonomo e Michael Addamo. Il player a stelle e strisce aveva già vinto in carriera per due volte questo evento: prima a Macao e poi in Patria. Addamo è un giocatore australiano che si è reso protagonista negli ultimi anni di diverse importanti deep run nei tornei.
Insomma due pezzi da novanta, la cui sola presenza garantiva spettacolo ed emozioni. Così è stato il duello finale che ha visto i players combattere per quasi 90 minuti. Un’ora e mezzo schermaglie, allunghi rimonte e mani molto interessanti. Fra queste, ne abbiamo scelte tre davvero particolari e che valgono la pena di essere raccontate, sulla strada che ha portato alla terza incoronazione di Justin Bonomo nel SHR Bowl.
Addamo chiama con bottom pair
La prima mano che andiamo ad analizzare, nel duello del SHR Bowl, vede Michael Addamo limpare da small blind con **c10* 3 . Siamo nel livello 80.000-160.000 ante 20.000 e l’australiano è da poco crollato nel count a 2.8 milioni. Dunque ha uno stack inferiore ai 20 big blinds. Dal grande buio Justin Bonomo spilla 10 6 e fa check.
Il flop j 8 3 induce i giocatori al doppio check. In quarta strada si materializza 9 , sul quale Bonomo esce a 160.000 e trova il call del rivale. Il board è completato da a e su un pot da 680.000 unità, Justin fa una pesante overbet a 1.380.000. Praticamente metà dello stack di Michael che in quel momento gioca per un totale di 2.6 milioni. L’australiano con la sua bottom pair ci pensa a lungo e poi chiama. Il piatto da 3.4 milioni va a gonfiare lo stack di Michael.
Hero Call per Bonomo
La seconda mano del SHR Bowl che mettiamo sotto la lente di ingrandimento si apre con il raise pre-flop di Justin Bonomo a 400.000. L’americano ha dalla sua a 4 e Addamo chiama con 5 4 . Il flop j 6 10 porta al doppio check, mentre dopo il turn 7 , Addamo punta 283 mila pezzi su un piatto di 850.000 chips. Call del futuro campione.
Si passa quindi al river con quasi 1 milione e mezzo nel piatto. Il board è completato da 6 e l’australiano esce a 471.000 fiches. Bonomo dall’altra parte ha asso alta e dopo diversi secondi opta per l’hero call. Lettura perfetta del giocatore a stelle e strisce che da un’altra sportellata allo stack e alle speranze del suo avversario.
Il canto del cigno per Michael
La terza ed ultima mano che andiamo ad analizzare nel duello del SHR Bowl è una sorta di canto del cigno per Michael Addamo. L’ultimo piatto incassato, prima della discesa negli inferi e la conseguente galoppata di Justin Bonomo verso il triplete di titoli.
Justin completa da small blind con 9 8 e il player di Melbourne rilancia a 1 milione con q j . Call dell’americano e si passa al segunte flop: k 3 3 . Addamo esce a 400.000 e Justin gioca. Il turn porta in dote un 7 che induce entrambi al check.
Il river vede scendere in quinta strada 2 a cui segue un check di Michael. L’americano invece spara una pesantissima bet a 2.8 milioni su un pot di 2.860.000 pezzi. Addamo è chiamato a giocarsi mezzo stack in quel momento, ma non ci pensa due volte e calla la puntata del rivale con Q high. Una lettura pazzesca che vale un super pot, ma non basterà poi per mettere le mani sul titolo di campione.