Segnatevi questo nome, perché del ragazzo sentiremo parlare ancora a lungo. Ha appena vinto il Super Tuesday sulla room internazionale di PokerStars, e si chiama Chris Moorman.
Chris Moorman, fenomeno per cui sono finiti gli aggettivi
Se ancora non mi avete mandato a quel paese è solo per la stima che sicuramente proverete, più che nei confronti di questo burlone che scrive in quelli di questo autentico e inossidabile fenomeno. Passano gli anni, ma l’inglese rimane un modello unico di professionista di poker. Un modello da cercare di emulare, ma inimitabile: nessuno, infatti, si avvicina nemmeno alle sue cifre.
Stiamo parlando di un ragazzo che a luglio compirà 34 anni e che ha fatto del poker il suo lavoro da almeno 14. Nel 2005, infatti, iniziò a guadagnare cifre interessanti da quel gioco che aveva conosciuto all’università un paio di anni prima. Nel 2007 iniziò a dedicarsi in pianta stabile ai tornei online, divenendone uno dei primi e più forti specialisti.
Gli inseguitori “avvantaggiati” dagli high roller
Da allora fino a oggi le cifre parlano di 15.716.008 dollari in vincite lorde da MTT online. Nessuno è mai riuscito ad avvicinare questo suo primato, che negli ultimi anni è apparso meno pazzesco solo per la crescita dei tornei ad alto buy-in che – giocoforza – accelerano l’accumulazione di vincite da parte dei più forti. Così lo svedese Niklas “Lena900” Astedt ha preso a tallonare Chris Moorman, superando da poco quota 14 milioni. Ma, fino a 4-5 anni fa, il secondo era a distanze siderali da “Moorman1”.
L’ultima perla del campione britannico, come detto in apertura dell’articolo, è stato il Super Tuesday della notte scorsa. 1.050$ il buy-in, 150.000$ garantiti e 183 iscritti per un freezeout di altri tempi.
Al final table erano presenti anche Paolo “pabritz” Brito Silva (4°), Jordan “JWPRODIGY” Westmorland (6°), Thiago “KKremate” Crema (7°), Joao “Naza114” Vieira (8°) e Dimítris “MITS 304″Michailídis (9°).
Se un giocatore arrivava nel 2005 e non ha mai smesso di farlo ancora oggi, insistete ancora a chiamarla fortuna o – per darle un nome più attuale – “good run”?