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‘Vinsi 262.000 $ pensando di essere invincibile, ma sbagliavo’

Un grosso successo all’inizio della propria carriera può essere un trampolino di lancio irripetibile, per un professionista che si dedichi ai tornei. Tuttavia, non è detto che questo porti con sé soltanto aspetti positivi, come ricorda Nick “PureCash25” Rampone.

Per la verità, nell’ottobre del 2008 lo statunitense non era un semplice debuttante, ma quel terzo posto nel torneo delle FTOPS da 5.200 $ di buy-in gli consegnò la bellezza di 262.500 $, denaro che non solo diede al suo bankroll un impulso notevole ma che fece anche schizzare la sua autostima alle stelle. Forse, perfino troppo.

“Credo ci siano voluti anni, prima che l’effetto di quel risultato sul mio ego sparisse del tutto – ha dichiarato recentemente a PocketFives.compensavo di essere invincibile, e ignoravo quale fosse il mio reale livello di abilità, sicuramente molto minore di quanto immaginassi allora”.

Naturalmente il tempo e l’esperienza in questo senso sono ottimi maestri, portando a galla quella che è la verità: “Negli anni seguenti, non ottenendo prevedibilmente più risultati del genere maledicevo la sorte, pensando al contempo di lavorare duramente per migliorare il mio gioco. La realtà era che non solo ignoravo a che livello fossi, ma non sapevo neppure che cosa significasse davvero lavorare duro”.

 

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Quel denaro, fra le altre cose, lo utilizzò per comprare una casa a Las Vegas, acquisto forse non troppo originale da parte di un giocatore di poker, ma tant’è: agli stereotipi non ci si può sempre sottrarre.

Rampone ha comunque ottenuto in carriera vincite per quasi 2.500.000 $, andando a prendersi solo quest’anno il Super Tuesday per oltre 100.000 dollari e giusto qualche settimana fa la vittoria nel 250.000 $ garantiti di Full Tilt Poker, dove ha messo in cascina altri 47.000 dollari al termine di un tavolo finale particolarmente duro.

A contendergli la vittoria fino in fondo c’erano infatti due professionisti come Toby Lewis e Griffin “Flush_Entity” Benger, ma Nick ammette che in quell’occasione tutto è filato per il verso giusto: “Ho avuto mani importanti al momento opportuno, inoltre ero in posiizone diretta su Lewis ed avevo Benger ben distante da me. Se non fosse stato così, le cose sarebbero potute andare molto diversamente”.

Eppure tutto questo non può superare, a quanto dice, l’emozione che provò quando – col suo ultimo dollaro rimasto sul conto gioco – vinse un torneo da 600 iscritti per poco meno di 300 dollari: “Non ho mai provato un brivido come quello che mi diede il successo in quel torneo, tanti anni fa”. Magari se non fosse arrivato col poker avrebbe smesso, ed invece quella piccola somma fu il bankroll su cui poi ha fondato la sua bella carriera.

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