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Phil Galfond: “Dovrei giocare solo Pot Limit Omaha, ma è difficile…”

Phil Galfond, malgrado sia uno dei giocatori che più ha vinto ai tavoli di cash game high stakes, negli ultimi anni non sta avendo risultati brillanti, visto che dalla fine del 2012 ad oggi è in sostanziale breakeven: cose che possono capitare anche ad uno come lui, ed uno dei motivi per cui questo gli è accaduto è che “MrSweers28” non gioca solo la variante nella quale i suoi risultati sono stati migliori ultimamente, vale a dire il Pot Limit Omaha.

“Finora al PL5000 ed al PL10000 sto avendo un buon anno, i risultati mi suggerirebbero di rilassarmi e giocare soltanto questo, anche perché è la variante dove posso più facilmente fare maggior volume – ha dichiarato in un’intervista rilasciata ad highstakesdb.com – il problema è che trovo molto difficile non competere anche nelle altre varianti ai limiti più alti, questo malgrado nei mixed games in certe varianti non mi senta molto competitivo, ed anche considerando che ormai a Deuce to Seven l’azione c’è solo heads-up ed il livello è salito in fretta”.

Un altro problema che Galfond sottolinea è che, mentre sostiene che potrebbe potenzialmente giocare fino a 14 tavoli contemporaneamente di Pot Limit Omaha, ai tavoli di 8-game serve molta più attenzione, e quindi la possibilità di multitablare anche nel caso in cui ci fosse un certo tipo d’azione sarebbe comunque molto ridotta.

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Malgrado questo, lo statunitense ha ormai abbastanza esperienza per non farsi condizionare eccessivamente da risultati al di sotto delle sue aspettative: “Perdere grosse somme di denaro in poco tempo può essere frustrante, ma credo sia peggio quando il downswing è più contenuto ma molto prolungato nel tempo, perché questo ti toglie la voglia di giocare e ti fa sentire improduttivo – spiega – è anche vero che una volta che ti allontani dal computer ti rendi conto quanto il poker sia solo una piccola parte della tua vita, e che quindi anche perdere una certa somma in un giorno non è poi la fine del mondo”.

Il fatto che le partite ai nosebleed non siano più frequenti come in passato rendono più difficile concentrarsi sul PL5000 quando si è in perdita e si vorrebbe recuperare, ma se non altro Phil apprezza comunque molto le novità introdotte da PokerStars con lo Zoom agli High Stakes, che ha reso la vita più difficile ai bumhunter, annullato il vantaggio di chi utilizzi gli script e aumentato l’azione non rendendolo più schiavo del PC e di una lobby da monitorare costantemente. Essere un vincente, in fondo, significa anche saper guardare il bicchiere mezzo pieno.

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