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Stu Ungar

Stuart Errol Ungar nasce a New York nel 1953 nel Lower East Side, diventando ad appena 14 anni un giocatore professionista di gin rummy, (un gioco di carte molto diffuso in America) un anno dopo aver perso suo padre che in vita era stato un allibratore clandestino.

Stu mostrò una sorprendente precocità col gin rummy, e a soli dieci anni vinse un torneo organizzato al Catskill Mountain Resort dove era in vacanza con i suoi genitori. Come si accennava prima, a 14 anni Stu giocava e soprattutto batteva abitualmente i giocatori Newyorkesi più forti. A quindici anni fu strappato alla scuola e sponsorizzato da uno scommettitore con la vista lunga, per un torneo da 500$ di buy-in.

Il giovane Ungar sbaragliò il campo, affermandosi in quello che era – per l’epoca – il torneo più ricco di gin rummy mai disputato nella Grande Mela, portando a casa una borsa di 10,000$. Una settimana più tardi perse tutto quello che aveva vinto puntando ai cavalli, all’ippodromo Aqueduct: un presagio del destino avverso che avrebbe accompagnato Stuey nella sua vita.

Ungar decise quindi di trasferirsi a Miami, la culla del gin rummy. Anche lì però il vizio del giocare d’azzardo sugli avvenimenti sportivi e alle corse dei cavalli drenò tutte le vincite al tavolo verde.

Decise così di andare a Las Vegas dove tra vincite e capitomboli era sempre in rosso. Riuscì comunque a racimolare i soldi per il buy-in in un torneo da 50,000$ (sempre di gin rummy), dove riuscì ad indovinare senza problemi le carte che sarebbero uscite ai suoi avversari. La vittoria fece sì che nessuno volesse sedersi più con lui ad un tavolo cash, vista la frustrante superiorità.

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Stuey decise così di buttarsi sul blackjack dove in una sera, al Caeser Palace, vinse 83,000 dollari finchè il manager della sala non lo fermò: con la sua portentosa memoria fotografica ormai riusciva a contare le carte mancanti, e per questo fu cacciato dal casino e la sua foto messa in bella mostra negli uffici dei boss dei casino del Nevada: come è noto, contare le carte al blackjack è vietato nella quasi totalità dei casinò USA.

Intanto Stu bazzicava anche i tavoli da poker, con discreto profitto. Nel 1980 prende parte alle sue prime WSOP e zittendo tutti vince il Main Event e a sorpresa l’anno seguente centra un magnifico back-to-back (una vittoria per due anni di fila nello stesso evento, ndr).

Ma l’azzardo per lui è una droga: riesce – in un’unica giornata – a perdere 900,000$ in scommesse sportive, dilapidare un milione di dollari a i dadi, per poi spillare a Larry Flint (il re del porno, proprietario della rivista Hustler) ben 5 milioni di dollari in varie sessioni di poker.

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Intanto iniziano i primi problemi con l’alcol e le droghe per Ungar, che avranno un’impatto devastante sulla sua disgraziata vita. Nel 1990 prende di nuovo parte alle WSOP e dopo due giorni di gioco è chipleader nel Main Event con un enorme distacco sugli altri, ma accade l’imponderabile: Ungar non si presenta al tavolo per il day 3! Scatta subito la ricerca  in albergo, e Ungar viene ritrovato: riverso a terra nella sua stanza, privo di sensi a seguito di una notte passata ad assumere cocaina e acidi. Nonostante l’assenza, l’enorme numero di chips che aveva accumulato nei giorni precedenti gli permette di finire al nono posto finale, vincendo 20,000$.

Qui iniziano i veri guai per Stu, che scompare dalle card room e si perde nel tunnel della droga. Si riduce ad uno straccio d’uomo, con il naso ormai collassato per la quantità di coca sniffata negli anni.

Inaspettatamente nel 1997, sette anni dopo la sua ultima partecipazione alle World Series, la storia tra Stu Ungar e il poker vive un nuovo capitolo. Durante le WSOP Stu si aggirava tra i tavoli Low Limit del Bellagio, senza i soldi sufficienti per iscriversi al Main Event, ma riesce a trovare comunque nell’amico Billy Baxter un finanziatore, che lo iscrive al torneo versando i 10,000$ di buy-in.

Quattro giorni dopo il redivivo Ungar rientra nel posto che più gli si addice, e cioè sul tetto del mondo del poker: domina le World Series e centrando un’inaspettata terza vittoria nel Championship. Batte John Strzemp nell’heads up finale, rilanciando allin sul flop A 3 5. L’avversario chiama girando A8, in vantaggio sugli A4 di Ungar. Turn 3 e river 2 consegnano il torneo a Stu, che per questa vittoria viene soprannominato “The Comeback Kid“.

Si tratta di un successo figlio di uno dei rari momenti di lucidità degli ultimi anni di vita di Stu. Ma come tutte le volte che era arrivato all’apice e aveva toccato il cielo con un dito, purtroppo cade di nuovo nella polvere.

Stu Ungar viene trovato morto pochi mesi dopo in un motel di Las Vegas: il colpo di grazia è stato un’overdose di farmaci e stupefacenti. Se ne va così a 44 anni quello che secondo molti è il più grande giocatore che abbia mai calcato un tavolo da poker. La sua indole autodistruttiva ne ha limitato i risultati in vita, ma non è stata sufficiente ad offuscarne il mito.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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