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I miei amici del poker e il piccolo segreto con mia moglie Wilma

Il nostro amico John, che potremmo inquadrare in un range di età tra i 35 e i 45 anni, ha un piccolo problema che lo assilla da tempo, da almeno una quindicina di anni ormai.

John, lo chiameremo noi così ma è soltanto un nome di fantasia, ha liberamente descritto ad un amico, il rapporto esistente tra lui e la sua signora, la chiameremo Wilma, piuttosto attenta all’economia domestica e alle voci “entrate” e “uscite”, probabilmente più alle seconde che alle prime.

 

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Wilma conosce da sempre, da buona mogliettina, la situazione del marito: buon lavoro che assicurerà un’ottima Università e un discreto percorso di studi al pargolo Andrew, anche qui il nome è di fantasia, nessun eccesso al di fuori del matrimonio, assoluta mancanza di pruriti verso altri lidi amorosi, totale assenza di vizi, ma una sola grande passione, il poker live.

Ebbene sì, John ha piacere di farsi una partitina un paio di volte alla settimana nel suo Casinò preferito a pochi chilometri da casa, gente tranquilla così come tranquilla è la partita, un 1$/2$ con ricambio di giocatori piuttosto frequente, visto che i coniugi “Vattelapesca” (abbiamo finito la fantasia per i nomi e i cognomi americani), vivono in un posto frequentato da turisti di ogni genere. 

Il cruccio di John Vattelapesca è di quelli che sembrerebbero piuttosto banali ad una prima analisi, ma che molti di noi, ci si mette in prima linea anche chi vi scrive, ha passato almeno una volta nella vita.

La carriera da pokerista ricreativo di John presenta tutto sommato un segno positivo sotto la linea della somma algebrica delle sue sessioni, niente di eclatante, riesce a togliersi qualche sfizio, porta a mangiare Wilma ed Andrew nel ristorante meno turistico della sua cittadina una volta al mese ed ha comprato una bicicletta col motorino tra i pedali alla sua mamma che soffre di gonfiore alle gambe.

Tutto questo non perchè John sia il nuovo Phil Ivey, quanto perchè in quel tavolo pieno di gente in bermuda, intenta a passare qualche ora per bere il proprio drink preferito, non si può davvero perdere, nemmeno volendo. E John è poco più bravo della media dei suoi rivali.

Ma si sa, la vita del pokerista non è tutta rose e fiori e la varianza talvolta è assassina, soprattutto nel cash game live giocato un paio di volte alla settimana ed ecco che, seppur la signora Vattelapesca confidi nelle qualità del suo ganzo di portare spesso gioie economiche in famiglia, ignora le volte che il suddetto ganzo, PERDE. 

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Eh sì, perchè come in ogni famiglia che (non) si rispetti, qualche segretuccio il buon John ce l’ha. Una volta, all’inizio della loro storia, quando il futuro figlio Andrew non era nemmeno un progetto, un draw, John, armato della più limpida e chiara manifestazione di innocenza, confidò a Wilma di aver perso $300 alla partita della sera prima. 

Apriti cielo.

Wilma sparì per qualche giorno mostrando spalle e dito medio all’incredulo, allora, fidanzato, il quale, riconquistata la sua amata con un bel mazzo di rose rosse e un invito a cena, capì la lezione e non fece più menzione delle sue sconfitte, seppur poco frequenti, al tavolo.

Quando le cose non sarebbero andate bene, avrebbe detto che quella sera avrebbe pareggiato, o, al massimo, avrebbe potuto concedersi un’indolore sconfitta da poche decine di dollari. 

In fondo in fondo, il deposito del Casinò, non avrebbe mai avuto il dono della parola e la signora Wilma mai avrebbe pensato di addentrarsi all’interno di una sala fumosa e piena di giocatori brilli. 

Adesso John vorrebbe essere sincero con la sua Wilma e provare a dirle che è fisiologico che non si possa vincere sempre… e che qualche ciambella esca dal forno senza il famoso buco perfetto. 

Ora, se non lo avete capito, l’amico di John potete essere voi. 

Suggeritegli cosa fare, a meno che, invece, quel John, siate proprio voi.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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