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“Ryan Fee’s 6-Max NL Strategy Guide” in italiano – 13° parte: quando check-raisare al turn

Ryan Fee ed Assopoker fanno 13. Ecco a voi la tredicesima – e terzultima – parte della traduzione in italiano della “Ryan Fee’s 6-Max NL Strategy Guide”, fondamentale guida al cash game 6-max scritta dal forte player da Philadelphia. Ci occupiamo oggi del check-raise al turn.

Vediamo adesso quando check-raisare al turn. Spesso non avrete sufficiente history con un avversario per poter fare questa giocata per valore, magari perché al vostro livello il field è molto numeroso. Quello che voglio dire, in ogni caso, è che così come c/r i flop OOP contro avversari che sappiamo c-bettare troppo spesso (e quindi dovremo bilanciare il nostro range facendolo anche con mani monster) c’è una situazione in cui potremmo check/raisare al turn per valore.

Immaginiamo di flattare fuori posizione TT, e che il flop sia 9-5-3 o J-3-2, rainbow o con flush draw a terra, e voi vi limitate a check-callare una normale c-bet. Il turn è un T: voi fate check e lui punta ancora. Voi sapete che non si tratta di un giocatore particolarmente aggressivo, il che significa che spesso non punterà per tre streets, ma sarà anche capace di checkare dietro OP al river. Qui sì che dobbiamo check/raisare: facendolo prendiamo valore, l’alternativa è ovviamente chiamare turn e uscire puntando al river.
Al contrario, contro un giocatore molto aggressivo check/callerei il turn e farei lo stesso al river con l’intenzione di rilanciare, ben sapendo che in questo caso è molto più probabile che punti per tre streets.

Altro scenario in cui è possibile farlo è quello in cui si abbia una mano come 77 su board 9-5-6-x o AT su board J-T-2-x. Di fronte ad una second barrel e ad un turn blank, in entrambi i casi qui potrete check/raisare profittevolmente in semibluff, se pensate che il range del vostro avversario sia spostato su mani medio/deboli che non possono permettersi di affrontare questo tipo di azione.

Questo vi consentirà di foldare facilmente al river in caso di ulteriore action quando non abbiate migliorato la vostra mano, e al contempo di mettere sotto pressione il vostro avversario. Sarà per loro complesso capire con quale range facciate un’azione simile, inoltre difficilmente potranno immaginare che abbiate deciso di trasformare in un bluff qualcosa come una middle pair, e questo vale ancora di più su turn che completino progetti scary per il vostro avversario.
Limitarsi a floatare al turn può essere limitato ad alcune situazioni tipo. Spesso lo farete con mani di forza media, o magari uno straight draw che non abbiate deciso di trasformare in un bluff rilanciando per qualsiasi ragione, ad esempio perché pensate che rilanciando il vostro progetto di scala il giocatore avversario non sarà capace di foldare overpair su board basso, o che è capace di double barellare in bluff i board K high e voi avete JJ. In tutti questi casi rilanciare rende le decisioni del vostro avversario molto più semplici, e chiamare è preferibile.

Ammettiamo pertanto che un giocatore abbastanza TAG con statistiche come 20/18 apra da early e noi decidiamo di chiamare in posizione con q j . Il flop è k 10 4 e che noi ci si limiti a chiamare, il turn è il 4 . Questo non cambia sostanzialmente nulla, e chiamare ancora una volta è probabilmente la scelta migliore, con l’idea di checkare dietro il river se non improviamo: punterei soltanto contro un avversario particolarmente aggressivo, capace di puntare per due streets mani come AQ/AJ/QJ, trasformando il mio progetto in un bluff. Oppure, potrei farlo contro qualcuno capace di puntare per due streets con un dieci o con JJ ed il river sia una Q, allora lo farei una value bet di poco più di metà piatto.

Cambiamo ancora situazione: abbiamo JJ su un flop QT4 o Q43, e ancora una volta abbiamo flattato il raise di un giocatore da early e chiamato la sua c-bet in posizione. Di fronte a una second barrel di un giocatore molto chiuso penso che folderei, a meno che il turn non sia una Q.
Il floating al turn lo farete perlopiù contro avversari con statistiche tipo 20/17, o contro giocatori LAG che sapete capaci di puntare per due streets con niente in mano, oc on un range di mani a cui siamo complessivamente avanti. Per bilanciare tutto questo, ogni tanto dovrete limitarvi a flattare al flop anche middle set, anche per depistare il vostro avversario che probabilmente da quella mano si attende un raise al flop.
Rilanciare al turn spesso è divertente, perché mette giocatori scarsi o TAG di fronte a brutte situazioni. Vediamo quindi un paio di situazioni in cui possiamo exploitare chi mette in atto una double barrel.

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Ammettiamo di trovarci in un piatto 3way con OR TAG ed un terzo giocatore scarso, e che di fronte ad una standard c-bet su un flop dry (ammettiamo q 3 5 ) noi ci si limiti a chiamare al flop con 99, una giocata abbastanza standard. Il terzo giocatore folda.
Al turn cade a , un’ottima carta per una second barrel dal suo punto di vista. Credo che il suo range per puntare qui comprenda veramente un sacco di mani. Credo anche che un giocatore TAG c-betti più spesso un flop dry quando siamo in una situazione di 3way piuttosto che in HU con me, perché il mio avversario sa che in quest’ultimo caso floaterei più spesso.

Stimando che possa fare questa azione con un range piuttosto ampio, delle mani che può avere poche sono in grado di fronteggiare azione da parte nostra, perfino avendo history con noi. Mi aspetto che punti infatti quell’asso con tutto il suo range, e rilancio per circa 2,5x per metterlo di fronte a una decisione difficile, che di fatto coinvolge tutto il suo stack, aspettandomi che foldi davvero spesso.
La seconda situazione che voglio proporvi è uno spot in cui potrete trovarvi spesso, che è molto buono se sapete quello che state facendo. L’oppo in questione è un LAG ai limiti del maniac, specialmente postflop, dove si limita spesso a puntare il piatto.
In questo caso, con in mano k j ci limitiamo a chiamare su un flop 4 q 10 , aspettandoci che il nostro avversario punti sempre al turn. Il turn è il 10, che non completa il nostro SD ma è comunque una buona carta per noi, in quanto adesso sappiamo che il range di made hand del nostro opponent è adesso più stretto.

Come ci aspettiamo che faccia lui pot anche al turn, e qui decidiamo di rilanciare al turn in semibluff, perché l’unico caso in cui potremmo giocare passivamente contro questo avversario è con una made hand, e avendo semplicemente un draw non possiamo che vincere il piatto in questo modo.
Sappiamo che il nostro avversario, per quanto particolarmente aggressivo, non arrivare mai a continuare qui con una mano come AK o 55, ed ecco perché qui possiamo profittevolmente rilanciare e chiamare un all-in. Anche nel caso in cui avesse TP saremmo comunque al 25%, quindi non sarebbe un dramma. Inoltre mi aspetto che interpreti un mio rilancio al turn o al river come una mossa veramente strong, mentre mi aspetto che chiami più spesso un rilancio al river, ed è meglio evitare semibluff su più streets contro giocatori su cui avete edge, a meno che ancora una volta non abbiate ottime ragioni per farlo. (fine tredicesima parte)

Traduzione di Piero ‘Pierelfo’ Pelosi

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