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La teoria del grinding (3° parte)

Dopo aver appreso degli interessanti studi di Malcolm Gladwell, continuiamo quest’oggi con la terza parte della traduzione dell’ottimo post di Tony “Bond18” Dunst sulla teoria del grinding.

“Anche il grande musicista Charlie Parker una volta ha detto: ‘Padroneggia il tuo strumento, impara alla perfezione la musica e poi dimenticati di tutte queste cazzate e suona’. L’obiettivo principale diventa allora trovare una motivazione per eseguire così tante ripetizioni, sviluppare la necessaria disciplina per portare avanti il compito fino in fondo e trovare il modo di utilizzare il proprio tempo nella maniera più efficiente possibile.

Proprio il tempo è la vostra risorsa più importante e preziosa. Mi ci sono voluti anni per sviluppare il giusto mindset ma la cosa che sembra ancora darmi fastidio è quando qualcuno mi fa perdere tempo, ne conosco troppo bene il valore e so che poi non lo recupererò mai.

Imparare ad apprezzare il grinding richiede un’ulteriore riprogrammazione del nostro condizionamento sociale, specialmente per gli Americani la cui cultura pone la massima enfasi sulla gratificazione istantanea. Nell’era tecnologica che stiamo vivendo, ci siamo abituati ad otternere le cose in maniera estremamente facile, siano esse materiali oppure delle semplici informazioni, impiegando un minimo investimento di tempo e risorse. Per raggiungere l’eccellenza, dovete insegnare a voi stessi ad essere meno reattivi rispetto ai risultati di breve periodo ed invece a pensare a cosa può essere meglio in un discorso di long term.

Dovete imparare ad apprezzare il valore del grinding, come dice anche il rapper 50 Cent: ‘La maggior parte delle persone non sa gestire la noia. Ciò significa che non riescono a stare su una cosa finchè sono in grado di farla bene. E poi si chiedono perchè non sono felici…’

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E citando anche il libro “The 50th Law”, scritto da Robert Green e 50 Cent sull’importanza dell’etica nel lavoro: ‘Una volta raggiunto un certo livello di padronanza, ci accorgiamo che esitono livelli e sfide ancora maggiori. Se siamo pazienti e disciplinati, possiamo procedere.

Ad ogni livello più alto ci attendono nuovi piacieri ed approfondimenti, roba di cui non avremmo neanche sospettato l’esistenza quando abbiamo iniziato. Possiamo ripetere questa cosa all’infinito, perché in qualsiasi attività umana ci sarà sempre un livello più alto a cui possiamo ambire di arrivare.’

Per migliaia di anni questo concetto di apprendimento ha fatto parte delle fondamenta della saggezza pratica. Era ricompreso nel concetto di padronanza di un mestiere. La sopravvivenza dell’uomo dipendeve dalla costruzione di strumenti, edifici e così via. Per realizzarli bene bisognava imparare il mestiere facendo pratica per anni come apprendista ed avanzando un passo alla volta. Con l’avvento della stampa e dei libri che potevano essere distribuiti facilmente in giro, la disciplina e la pazienza sono stati poi applicati al processo educativo e di apprendimento della conoscenza. Quelli che si spacciavano come persone istruite, senza aver passato anni ad accumulare conoscenze, venivano considerati come ciarlatani e disprezzati in quanto tali“ (continua)

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