Vai al contenuto

I sit’n’go sono un gioco risolto? (1° parte)

I modelli di analisi matematica e i diversi software di supporto hanno certamente reso i sit’n’go un gioco sempre più difficile da battere.

Con studio ed applicazione pratica si può infatti arrivare ad un livello tecnico che rasenta la perfezione, e in un field con avversari di abilità simile trovare il profitto diventa un’impresa titanica.

Ma è proprio vero che non c’è più edge oppure le cose stanno in un altro modo? Scopriamo cosa ne pensa in proposito il giocatore inglese ed autore di “Secrets of Sit’n’Gos”, Phil Shaw.

“I sit’n’go rappresentano una delle forme di poker più lineari. Non solo gli stack sono relativamente short per gran parte del torneo ma le decisioni più importanti arrivano nel late stage in zona bolla, dove tipicamente si hanno 10 o meno big blind che permettono ai giocatori di adottare una strategia push/fold.

Tutto ciò ha portato allo sviluppo di modelli matematici al fine di determinare se in taluni spot sia meglio andare all-in o foldare, e quello certamente più in voga è l’ICM (Independent Chip Model) che converte il cEV in $EV a seconda della stuttura del payout e degli stack rimanenti. E pur se dietro l’ICM si cela della matematica piuttosto complessa, in realtà non serve saperne nulla per trarne gli opportuni benefici, dato che esistono software per il computer che fanno tutto il lavoro al posto nostro. Programmi come SitNGo Wizard effettuano calcoli di ICM sulle hand histories ed i range inseriti, ed è possibile ottenere informazioni rapide su quale sia la decisione migliore per gran parte delle situazioni al tavolo.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Inoltre, anche l’heads-up conclusivo con stack ridotti è stato analizzato con la teoria dei giochi e sono disponibili tabelle ottimali di push/fold che permettono di giocare teoricamente in maniera non exploitabile.

Dov’è l’edge?
Pertanto, alla luce di quanto detto finora e con il supporto dei computer, i sit’n’go possono considerarsi risolti? Qualcuno potrebbe affermare di sì, ma anche se questa forma di tornei è decisamente più meccanica rispetto ad altre, ci sono parecchie aree in cui i giocatori più esperti possono acquisire un vantaggio.

E’ certamente possibile exploitare tutti i player occasionali che ignorano le tante informazioni disponibili ed anche i cosiddetti regular, che basano il loro approccio in maniera troppo massiccia sull’ICM ed altri strumenti.” (continua)

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI