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Strategia MTT: la size delle puntate – parte seconda

Il Pro americano Tony 'Bond18' DunstLa seconda ed ultima parte del capitolo sulla corretta size delle puntate presente all’interno della guida strategica per gli MTT scritta dal Pro Tony “Bond18” Dunst. “Vediamo cosa potrebbe succedere in questa mano se provate a fare i simpatici. L’azione pre-flop è la stessa, ma guardate cosa accade con i calcoli se cercate di puntare poco per valore sul flop.

Con K 7 5 rainbow (il pot  è di 380), il Big Blind fa check e voi bettate 200. L’hi-jack fa call e il BB passa. Il turn è un J e il piatto è di 780 con 2680 ancora negli stack.

Se continuate con la vostra idea di puntare mezzo piatto per valore allora guardate cosa succede: voi mettete 400 e l’altro chiama; il river è un 2 e il pot è di 1580. Ora avete 2280 ancora negli stack. Uno shove rappresenterebbe una overbet che renderebbe alquanto palese la forza della vostra mano, perciò siete costretti a puntare qualcosa come 1000 per valore, perdendo 1280 solo per aver scelto questa linea più morbida.

C’è poi uno schema di puntate inverso a questo. Talvolta dovrete bettare di meno per manipolare l’azione a vostro favore. Eccovi una mano che ho postato molto tempo fa per spiegare un’altra idea, quella di puntare poco per predisporre una particolare giocata.

Stavo partecipando al torneo di PokerStars, il 50 single rebuy con add-on. Ero stato piuttosto aggressivo da late position ed il giocatore sul Big Blind sembrava anche lui piuttosto aggressivo benché non fosse un Pro. Il mio stack era di 9940 e quello del BB di 6700. Con bui 100/200 ricevo q 9 dal bottone. Tutti foldano fino a me ed io rilancio di 525. Lo small blind passa mentre l’oppo da BB chiama.

Il flop è 10 3 6 ed il piatto è di 1150. BB fa check: vediamo l’idea di base in casi del genere. Supponiamo che io esca puntando una somma standard, tipo 700:  se l’altro fa un check-raise per una cifra corretta come 2100 allora avrà probabilmente già investito una parte troppo grossa del suo stack per poter foldare ad una nostra probabile 3-bet. Perciò conviene puntare poco, per manipolare la size del suo check-raise. Ecco come è andata a finire la mano: BB fa check, io punto 450, lui check-raisa a 1400 ed io pusho per 9415, BB folda.

Ora, spesso sconsiglio di puntare meno del rilancio preflop, ma questa mi sembrava un’ottima situazione per farlo. Come “luckychewy” ha scritto discutendo questa mano, “questa piccola under-bet è effettivamente migliore di una più tipica piccola continuation-bet, perché alcuni la percepiranno come un segnale di debolezza e ci blufferanno contro, permettendo in tal modo alla nostra 3-bet di avere molta più fold equity.” Siamo entrambi d’accordo, comunque, che una mossa del genere non va fatta contro avversari che capiscono di cosa si tratta (va detto che ,al di fuori di chi frequenta gli MTT a buy-in alti, in realtà i giocatori di questo genere sono una rarità).

Adesso vediamo invece come adattare la size delle puntate alle texture dei board. Anche la continuation-bet più standard deve essere fatta in base al tipo di board (ed ovviamente alla dimensione degli stack). Ecco un esempio molto semplice su quanto appena detto:  siamo di nuovo al nostro freezout da 50$ con stack iniziali di 3000 per tutti e bui 20/40. Avete q q in posizione utg+1 e villain è sconosciuto.

Preflop: utg folda, voi rilanciate a 120 e chiama solo un giocatore in middle position. Sul flop scendono 10 5 3 ed il piatto è 300. In una situazione del genere, fate la vostra c-bet standard qualunque size abbia. A me piace puntare circa il 60-75% del piatto nelle prime fasi dei tornei. Nel caso specifico farei 200. Se il flop fosse invece 6 7 9 (pot di 300) allora provo a fare qualcosa di leggermente diverso. Credo convenga puntare di più per far pagare chi vuole inseguire dei draw, e se villain rilancia è meglio fare in modo che il suo raise lo committi. Farei 250, e se l’altro rilancia io pusho, dato che nel suo range ci sono molti progetti.

Sostanzialmente, quando il board è più coordinato conviene puntare di più, dato che ci sono più mani con cui l’avversario può chiamarvi o rilanciarvi. Su board meno coordinati, come il 10 5 3 di prima, è meglio far credere all’altro che stiate facendo una c-bet standard, che comprenda il 100% del vostro range e che con una mano come 66-99 o Tx possa chiamarvi o rilanciare.

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Vediamo ora come regolarci con la size delle puntate nel late stage dei tornei. Man mano che gli stack diminuiscono rispetto ai bui, le vostre c-bet dovrebbero fare altrettanto. Io scendo dal 70% del piatto, nelle prime fasi del torneo, ad un 55% circa verso la fine. A che punto devo cominciare a ridurle? Per lo più dipenderà dagli stack coinvolti nella mano. Verso la fine del torneo di solito gli stack sono sui 20-35 bb, mentre all’inizio sono 100-200. Quando l’average scende intorno ai 40 BB allora inizio a ricalibrare la mia c-bet. Quando arriviamo sotto i 30 BB allora la mia continuation bet sarà del 55-60% del piatto.  Per meglio spiegare il concetto, eccovi alcuni esempi su come gli stack ed i board influenzano le c-bet.

Supponiamo che lo stack medio nel nostro solito freezout sia sceso a 30bb ed i bui siano 500/1000 con ante di 100. Sia voi che l’avversario avete stack in average e siete ad un tavolo da 9. Ricevete a q da middle e tutti passano prima di voi. Open-raisate a 2.600 e chiama solo il cutoff.

Ora, su quali tipi di flop puntate il 55-60%? Su quali fate di più? A questo punto, anche se correte il rischio di rendervi trasparenti ai giocatori pensanti, gli unici flop su cui punto di più sono quelli su cui ho hittato ma che sono anche drawy. Esempi:

Flop k 5 4 e piatto di 7700: faccio 4200 e foldo ad un shove.
Flop q 8 3 : punto 4200 e prego che l’altro rilanci o mandi i resti.
Flop q 10 9 : punto circa 6000 con l’intenzione di shovare.
Flop k j 4 : mi metto sul check/fold.

Nei tornei più deep dovete, inoltre, capire cosa il vostro stack vi permetta di fare con bluff o semi-bluff post-flop. Ci sono giocatori che tentano bluff o semibluff con praticamente zero fold equity. Dovete stare attenti a individuare quando un avversario è pot committed, oppure quando la texture del board è tale che non potrete quasi mai indurlo al fold. Ecco un tipico esempio di bluff senza speranze: con bui 500/1000, e ante di 100, ricevete k q dall’hi-jack. Sia voi che l’avversario avete stack da 22.000.

Rilanciate a 2.600 e chiama solo il bottone. Il flop è a 9 4 e il piatto è di 7700: voi puntate 4.200 e l’oppo chiama. Ecco, questa è una situazione dove al turn o al river si potrebbe pushare sperando di far foldare l’avversario. Ma siccome il board non offre nessun draw – ed è raro che il bottone flat-calli con una coppia decente sperando che rinunciate a puntare anche al turn – l’avversario in questo caso ha quasi sicuramente un asso. Soltanto perché avete investito una buona parte del vostro stack non significa che dovete speware in bluff”

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