L’arrivo del 6+ Hold’em su PokerStars.it ha portato una ventata d’aria fresca che ha incuriosito tutti, sia i giocatori professionisti sia gli amatoriali, ma anche quei player che si erano un po’ persi per strada, lasciando il poker in secondo piano.
Visto il grande successo di questa nuova variante, abbiamo deciso di portare sulle pagine di Assopoker la rubrica del collega Mo Nuwwarah di PokerNews.com, intitolata Exploring Short Deck Hold’em. Si tratta di una serie di articoli che sviscerano in profondità il 6+ Hold’em, partendo dalle regole dello Short Deck.
In questo Articolo:
Le regole del 6+ Hold’em
Ne abbiamo già parlato, ma repetita juvant. Il 6+ Hold’em utilizza un mazzo da 36 carte invece di 52, dal momento che vengono rimossi i 2, i 3, i 4 e i 5. I giocatori compongono il proprio punto utilizzando una o entrambe le proprie carte private, in combinazione con le cinque carte comuni che, come nel Texas Hold’em, vengono distribuite tra flop, turn e river.
Il rapporto di forza tra le mani è leggermente diverso, vista la natura più snella del mazzo. Il colore batte il full house, per esempio; ma mentre in alcune versioni dello Short Deck il tris batte la scala, nel 6+ Hold’em di PokerStars questo non succede.
Per quanto riguarda la struttura di bui e ante, anche qui dipende dal software/dagli organizzatori. Attualmente la versione più popolare dello Short Deck prevede che i player paghino un ante e il bottone la raddoppi, senza small blind e big blind – che poi è la versione scelta da PokerStars.
Per il resto, il gioco si svolge come nel Texas Hold’em.
L’opinione di Jason Somerville
Tra i giocatori che si sono subito innamorati del 6+ Hold’em c’è anche Jason Somerville, noto professionista e streamer: “Alla fine il divertimento sta nel fatto che c’è tantissima azione, perché non ci sono mani troppo favorite sulle altre preflop, specialmente quando si gioca con la struttura ante”.
Un’altra opinione che Somerville condivide con molti colleghi è che “non si folda spesso. Specialmente nelle partite high stakes, c’è molto limp pre-flop e questo crea tanto divertimento: per questo il gioco sta diventando così popolare”.
Jason ritiene che la regola più diffusa riguardo al rapporto tra scala e trips – dove la prima vince – sia la più adeguata per un discorso di giocabilità e incoraggiamento all’azione. Certo, matematicamente parlando è più semplice chiudere una scala di un trips, ma nello Short Deck è altrettanto facile chiudere una coppia che arrivare al river con una semplice carta alta.
“Non avere nulla non ti fa battere una coppia, quindi non dovrebbe essere la rarità un fattore determinante. Dal punto di vista della giocabilità, se hai 8-7 su un board T-9-6, se il trips batte la scala sei drawing dead contro un set. E questo non è molto divertente: floppi una scala e il tizio che ha T-T ha già vinto”.
Ante e doppia ante
Somerville apprezza anche la struttura dei bui del 6+ Hold’em, dove come detto tutti pagano un ante, mentre il bottone la paga due volte.
Questo perché, secondo il pokerista, “viene punito il gioco tight e incoraggia i giocatori ad aprirsi e giocare più mani”. Ciò naturalmente favorisce la creazione di piatti più grossi e di maggiore azione per tutti.
6+ Hold’em strategia: gli altri articoli della serie
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- Analisi di una mano: il bluff di Justin Bonomo
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