Vai al contenuto

Corte Giustizia: ricorso di un poker pro romano, inchiesta UE

poker-europeoA gennaio la Corte di Giustizia Europea ha accolto il ricorso presentato da un giocatore italiano sulle contestazioni mosse dall’Agenzia delle Entrate di Gorizia per una vincita maturata all’estero, ma la storia non è finita: sulla scia di questo importante precedente, un noto studio romano è passato all’offensiva ed ha depositato in Lussemburgo un nuovo ricorso per conto di un poker pro laziale, coinvolto nella mega operazione “All in” da parte della Guardia di Finanza, nei confronti di centinaia giocatori di poker italiani che avevano maturato vincite nei casinò esteri. 

GiocoNews – in esclusiva – rivela inoltre che la Commissione Europea vuole vederci chiaro ed avrebbe chiesto lumi alle autorità italiane, in quanto all’interno del territorio UE vige il divieto di doppia imposizione e pertanto le richieste presentate ai players sarebbero prive di fondamento giuridico, almeno per quanto riguarda i premi incassati nei tornei ospitati dai casinò comunitari, dove vengono già pagati buy-in (una quota dei quali è destinata al prelievo erariale del paese di origine). 

In questo modo ai giocatori verrebbe chiesto di pagare le tasse due volte all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, un altro aspetto che lascia scettici dell’inchiesta da un punto di vista normativo, riguarda il fatto che le somme contestate ai giocatori rappresentano le vincite lorde e non tengono conto dei costi sostenuti (buy-in e spese per viaggio e soggiorno) dai players.

Oltre ai vari ricorsi presentati dai players, la Commissione – sempre secondo GiocoNews – avrebbe chiesto spiegazioni al Governo italiano, dando un termine di 60 giorni per una risposta ufficiale.