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Jason Mercier: “Questa fu la mia mano più fortunata”

Quando immaginate il nome di un giocatore sfortunato, difficilmente vi verrà in mente quello di Jason Mercier: la sua carriera è costellata di mani decisive, ma dovendo scegliere la più fortunata una sembra batterle tutte.

E’ lo stesso Jason a ricordarla, rispondendo su internet ad alcune domande dei propri fan: “Nel 2008 all’EPT di Sanremo, mi trovai in all-in con JJ contro QQ di Roland De Wolfe, su flop T73 – ricorda – erano rimasti 90 giocatori, e spuntò un jack al river che poi mi consentì di vincere quel torneo”.

Evento fondamentale non soltanto per il denaro in palio, ma perché gli consentirà di guadagnarsi la sponsorizzazione di PokerStars, grazie alla quale girerà il mondo diventando quello che è oggi, ovvero uno dei professionisti più famosi e vincenti al mondo: non fosse stato per quella mano magari la sua storia avrebbe potuto essere molto diversa.

Già allora infatti Jason era un giocatore professionista, ma fino a quel momento la sua vita assomigliava a quella di tanti altri grinder di belle speranze: “La mia svolta cominciò nel 2007, quando decisi di diventare Supernova Elite facendo del poker la mia professione – racconta – fino a quel momento avevo giocato part time per un paio d’anni, mentre andavo a scuola e facevo lavoretti saltuari”.

Inizialmente però, la sua vita non era troppo diversa da quella di un impiegato da un certo punto di vista, con il piccolo particolare che il suo stipendio doveva guadagnarselo ai tavoli da poker: “Inizialmente non fu una decisione che influì in modo pesante sulla mia vita, di fatto passavo le mie giornate dietro ad una scrivania. Nel momento in cui ho cominciato a viaggiare molto a causa del poker, invece, è cambiato tutto”.

La sua dedizione al gioco in quel periodo era totale per sua stessa ammissione, mentre adesso tutto è molto più variabile: “Posso trascorrere settimane in cui non gioco per niente, ad altre in cui gioco per 100 ore. In generale, spendo così tanto tempo a giocare a poker ad alti livelli che quando non lo faccio cerco di dedicarmi ad altro, ed è una decisione che avrei dovuto prendere già molto tempo fa”.

Per esempio, adesso uno dei suoi pensieri è quale nome dare alla propria barca: “La chiamerò Deuces o Deuce to Seven, deve essere qualcosa che abbia a che fare col suo prezzo”. Perché in fondo, lasciare il poker ed il denaro completamente fuori dalla porta non è mai facile, quando ti chiami Jason Mercier.