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Sentenza storica in USA: alcuni videopoker sono skill game

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Dalla Pennsylvania arriva una sentenza che non ha precedenti nell’universo del gambling: la Corte, infatti, ha stabilito che alcuni tipi di videopoker non rientrano nella categoria dei giochi di fortuna, ma in quella dei giochi di abilità, altrimenti detti skill game.

Siamo a Yardley, Bucks County, più precisamente all’American Legion Knowles-Doyle Post 317. Per un po’ di tempo, gli avventori si divertono giocando a Jersey Hold’em e Red, White & Blue, fino a quando, il 15 ottobre 2010, i due giochi vengono sequestrati, con l’appoggio dell’ufficio del procuratore distrettuale: si tratta di gioco d’azzardo illegale.

E invece no. Perché lo scorso 23 dicembre, la Corte Suprema, seppure con verdetto non unanime (2 a 1), ha stabilito che “le macchinette, a seguito di alcune modifiche significative, avevano perso quella tipica caratteristica di casualità di altri giochi elettronici di poker e/o di Texas Hold’em”. E ancora: “Affinché un gioco venga considerato d’azzardo, il caso deve essere predominante nei confronti dell’abilità.

Il caso era stato sollevato da Martin Caplan, proprietario della Double D Gaming che aveva fornito i due giochi incriminati. Caplan obiettò che le sue modifiche avevano permesso ai giocatori più attenti e con i migliori riflessi di ottenere un vantaggio rispetto agli altri giocatori delle tipiche slot machine da casinò.

In un’udienza tenutasi nel 2013, Caplan aveva fatto notare di aver rimosso il random number generator dei due giochi, aggiungendo al suo posto un pulsante che permetteva ai rulli di ciascuna macchina di fermarsi esattamente quando lo volevano i giocatori.

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Dicevamo come la Corte Suprema non abbia raggiunto un verdetto unanime. Secondo l’unico giudice contrario, Eugene B. Strassburger, “una macchinetta è un sistema di gioco d’azzardo per antonomasia, se può essere utilizzato per il solo proposito del gambling”.

Anche se i due giochi sono stati modificati da Caplan, per Strassburger “l’abilità richiesta nei giochi affinché si potesse ottenere un vantaggio era quasi impossibile da ottenere, per un giocatore medio od occasionale”. Il giudice ha inoltre aggiunto che “l’azione di spingere un pulsante non può essere considerata come un’abilità: l’elemento della fortuna continua a dominare il risultato”.

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