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4 uomini contro 1 computer: comincia la sfida heads-up di WCGRider

[imagebanner gruppo=pokerstars] E’ appena cominciata a Pittsburgh la sfida fra quattro dei migliori giocatori di No Limit Hold’em heads-up cash game al mondo e “Claudico”, il programma più forte al mondo quando si tratta di testa a testa: ecco quali sono i termini di questo confronto, e cosa ne pensano i protagonisti coinvolti.

Il via è stato dato alle 11 del mattino, le cinque del pomeriggio in Italia, presso il Rivers Casino, dove per l’occasione sono stati anche montate tribune e schermi, per gli spettatori che intendano assistere, naturalmente se almeno 21enni: la squadra composta da Doug “WCGRider” Polk, Donger “DongerKim” Kim, Bjorn “asianflushie” Li e Jason “cheet” Les giocherà in tutto 80.000 mani, quindi realisticamente 20.000 a testa.

Per riuscirci, la partita durerà otto ore al giorno da oggi fino al 7 maggio, quando sarà finalmente proclamato un vincitore, e la squadra “umana” metterà con tutta probabilità le mani sui 100.000 $ messi in palio come premio dal casinò e dalla Microsoft, sponsor dell’evento, che in seguito sarà anche trasmesso in televisione. Ma una volta tanto quando si tratta di poker, i soldi sono la cosa che interessa di meno.

So che i computer un giorno saranno in grado di battere gli esseri umani a poker – ha ammesso Doug Polk prima dell’inizio della sfida – ma spero che dopo questo round potremmo batterli ancora qualche volta, un po’ come era accaduto a Kasparov contro Deep Blue. Sarà intrigante poter toccare con mano fino a che punto la tecnologia dei computer è riuscita a spingersi fino a questo momento”.

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Da sinistra, Doug Polk, Dong Kim, Bjorn Li e Jason Les

In questo senso, giusto per avere un termine di paragone, secondo Andrew “good2cu” Robl – uno che qualche mano di heads-up l’ha giocata in carriera – ad oggi i bot sarebbero in grado di dare del filo da torcere ad un regular del NL100 in heads-up, ma non di batterlo. Dire che una vittoria di “Claudico” sarebbe una sorpresa, insomma, rischierebbe di suonare riduttivo.

Alcuni regular di heads-up high stakes, per la verità, sono rimasti infastiditi dal fatto che giocatori di livello assoluto come quelli sopracitati si siano prestati a questa iniziativa. La loro tesi è che questo non farà altro che far avvicinare un po’ di più il bot ad una strategia GTO, non esattamente lo scopo di chi per professione giochi proprio il No Limit Hold’em heads-up.

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Il motivo lo ricorda il professor Tuomas Sandholm, a capo del team di ricercatori che ha programmato “Claudico”: “Stiamo usando questi algoritmi per il poker, ma possono essere applicati a qualsiasi gioco ad informazioni incomplete, e questo significa che possono aiutare a risolvere problemi legati alla sicurezza informatica, alla medicina e non solo“.

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Uno spirito che sembra essere stato sposato a pieno anche dai quattro statunitensi, almeno stando alle parole di Jason Les: “Siamo qui per giocare a poker, e non vogliamo perdere – ha premesso – ma l’idea che facendolo potremmo in qualche modo contribuire a rendere il mondo un posto migliore è davvero incredibile”.

Curiosamente, si è anche scoperto che il “bot” è stato chiamato “Claudico” – ovvero letteralmente zoppicante  in latino – perché questo è il significato letterale di “to limp”, ovvero limpare, che è la vera ragione per cui è stato scelto questo nome. Ad onor del vero, “Claudico” in latino significa anche “essere inferiore”, ed in questa sfida heads-up per il computer potrebbe rivelarsi tremendamente appropriato…

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