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Frode scommesse legge

Come la “banda delle scommesse” inganna le agenzie in Calabria e Sicilia: potrebbe anche farla franca perché il codice…

La nostra rubrica sul mondo delle scommesse oggi si dedica ai problemi delle agenzie nel Meridione, dove stanno subendo attacchi di ogni tipo. In particolare, tengono banco le vicende della “Banda del betting” in Sicilia e Calabria

Come opera la Banda in Calabria

Quattro uomini siciliani senza scrupoli hanno preso di mira alcune agenzie di scommesse in Calabria e Sicilia. Il loro schema è semplice: entrano nei negozi e puntano più denaro possibile a credito nel betting (immaginiamo virtuale) e negli altri giochi a risultato istantaneo (come ad esempio le slot). Se vincono ed è una giornata fortunata, tutto fila liscio: escono dal locale con le tasche piene e festeggiano le vincite.

Nel caso contrario, se la dea bendata gli gira le spalle, fuggono a gambe senza saldare il debito di gioco. Si creano – in modo ingannevole e forzato – una sorta di scommessa gratuita. La nostra è una battuta ma è così, alla fine non rischiano nulla. Questo comporamento è illegale? Bisogna conoscere i dettagli dei casi che sono successi negli ultimi mesi in Sicilia e Calabria per esprimere un giudizio.

In Italia il gioco a credito non è tutelato: agenzie di betting avvisate

C’è un aspetto che i media locali, nel raccontare questa storia, non hanno tenuto in considerazione: i debiti derivanti dal gambling non sono esigibili, non sono tutelati dall’ordinamento giuridico. Se un’agenzia fa giocare a credito dei giocatori è a suo rischio e pericolo. Il rischio è quello di essere ingannati da “furbetti” come è nel caso della “Banda del Betting”,

Per questa ragione, molte agenzie si fanno firmare – a tutela – delle cambiali o degli assegni in bianco (pratica non legale) dai giocatori prima di farli scommettere a credito.

In questo modo il debito risulta pagato e, di conseguenza, tutelato dal codice civile ( irreperibilità dell’obbligazione naturale ex articolo 2034), anche se ci sono sentenze (in caso di casi di dipendenza gravi) nelle quali è stato stabilito l’annullamento dei titoli cambiari in esecuzione del pagamento di debiti di gioco, in quanto è stata riconosciuta – in quei casi specifici – l’incapacità dello scommettitore.

Purtroppo una delle piaghe principali del settore del gioco è quello di concedere credito ai giocatori, in modo tale che possano scommettere di più, anche soldi che non hanno in quel momento a disposizione. Ma è una pratica molto rischiosa anche per gli imprenditori dell’azzardo e per i bookmakers perché non sono tutelati fino in fondo dall’ordinamento.

Da un punto di vista quindi del diritto civile (e del pagamento del denaro perso e mai pagato alle agenzie), la banda potrebbe anche farla franca (ma è importante conoscere tutti i dettagli prima di sbilanciarsi). Difficile fare una valutazione invece sotto il profilo della responsabilità penale. Le indagini sono in corso.

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Scommesse: l’episodio di Palmi e l’arresto all’imbarco verso la Sicilia

Dopo questa doverosa premessa legale, torniamo all’attualità: l’ultimo episodio della “banda del betting” è accaduto a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. In un’agenzia i quattro uomini hanno puntato somme importanti fino ad accumulare un debito complessivo di 11.400 euro. A quel punto hanno cercato di distrarre la dipendente e sono fuggiti. Pronta la chiamata al Centro operativo dei Carabinieri di Palmi. I militari sono subito intervenuti e hanno identificato i 4 “scommettitori” all’imbarco del traghetto per la Sicilia.

Sono stati riconosciuti dalla donna che lavorava in agenzia e dalle telecamere di sorveglianza e condotti in caserma. Sono stati segnalati alla magistratura competente che ha aperto le indagini di rito e valuterà le loro posizioni.

Dalla successiva perquisizione dell’auto fermata, i Carabinieri hanno rinvenuto 4.300 euro, somma proveniente (secondo i primi accertamenti) da precedenti vincite da parte dei quattro uomini e sottoposta a sequestro.

Inoltre è emerso che i soggetti non fossero nuovi alla commissione di reati analoghi con le medesime modalità, in diverse provincie della Calabria e della Sicilia.

Come detto, quello di Palmi non è un episodio isolato. Altri casi analoghi hanno registrato modalità molto simili nelle agenzie delle zone limitrofe. Più che una zingarata, pare un vero e proprio schema ingannevole a danno dei titolari dei betting shops da parte della stessa “banda”.

Per ogni valutazione legale però è necessario conoscere nei dettagli le dinamiche di ogni singolo episodio. Ogni conclusione può non essere così scontata.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.