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“Seb86” racconta l’eliminazione dal Main Event per mano di Andrea Carini

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Come abbiamo già sottolineato più volte, il documentario “Nosebleed” di Victor Saumont offre numerosi spunti interessanti, in quanto ci permette di osservare da vicino la vita di due cashgamer high stakes come Alex Luneau e Sebastien Sabic.

Se finora vi abbiamo riportato le loro opinioni sugli avversari, la storia della loro scalata nel poker online e il modo in cui spendono i soldi tra cene ballas e suite da 10.000$ al mese, oggi vogliamo parlare di un curioso episodio che riguarda un noto professionista italiano, di cui Sebastien Sabic parla verso la fine del documentario.

Il grinder francese è seduto nella sua stanza al Vdara di Las Vegas e si sta rilassando poco prima abbandonare la suite: il suo Main Event, infatti, si è concluso al Day 2. Il regista Victor Saumont è curioso di sapere com’è stato eliminato e così Sebastien inizia: “Non è andata bene. Ho perso praticamente tutto nel corso del primo livello“.

Dopo aver capito che lo stack del francese si è assottigliato molto nelle primissime mani del Day 2 (iniziava la giornata con uno stack sopra average di 60.125 chips) veniamo a conoscenza del fatto che colui che lo ha eliminato è un noto professionista italiano: il team pro di Sisal Andrea Carini, definito da Sabic come “un giocatore molto attivo, arrivato al tavolo da poche orbite ma già coinvolto in più della metà delle mani“.

Il nostro connazionale viene dunque dipinto come un giocatore molto aggressivo ma dal mondo in cui Sebastien ne parla si intuisce che lo ritiene un buon giocatore, anche perchè nel corso di “Nosebleed” nè lui nè Luneau si sono mai risparmiati quando c’era da dire quanto fosse scarso un avversario.

“Ho rilanciato con J-9 suited dal cutoff e il giocatore italiano sul big blind ha fatto una piccola 3-bet. Io avevo aperto a 1.200 lui ha rilanciato a 2.700 e io ho fatto call. Il flop era K-6-8 e ho pescato un progetto di colore; lui ha fatto check e io ho fatto check a mia volta”, questo il racconto di Sebastien Sabic fino al flop.

Sul turn, invece, l’action è più movimentata: “Turn 7, che non completa il mio colore ma aggiunge alle mie possibilità anche un progetto di scala bilaterale. Lui punta 3.500″, spiega Sabic, che poi elabora il motivo per cui ha deciso di rilanciare la puntata di Andrea Carini invece di prendere una linea più conservativa.

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“A quel punto avrei potuto fare una mossa a minor varianza e semplicemente chiamare per cercare di chiudere uno dei miei progetti al river ma nei tornei vedo spesso gente che folda troppo, così ho rilanciato. Lui non aveva fatto la c-bet sul flop quindi credevo potesse avere una middle-pair che avrebbe foldato sul mio raise perchè ormai ero pot-committed e non avrei mai foldato a uno shove. Invece mi sbagliavo: ha mandato i resti con gli Assi e io chiamato, senza trovare aiuti al river”.

Per Carini una bella mano che lo aiutò a passare al Day 3 del Main Event WSOP 2014, giornata nella quale venne poi eliminato.

Ecco il video dell’analisi di Sebastien “Seb86” Sebic (inizia al minuto 1.21.38):

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