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Fantasy Games : il business di DraftKings, ma c’è una class action alle porte

[imagebanner gruppo=gazzabet]La nuova frontiera del business dell’e-gaming è senza dubbio rappresentata dai Daily Fantasy Games, industria che negli States oramai ha attirato grossi fondi d’investimento di Wall Street, per i numerosi spaventosi messi sul campo: sono stati certificati 41,5 milioni di giocatori iscritti sulle principali piattaforme nel 2014.

Le competizioni quotidiane sono il nuovo segreto di questo gioco e il 75% dei volumi sono concentrati sul Fantasy Football (NFL).
DraftKings è stato fondato nel 2011, ed è il secondo sito online più importante per quanto riguarda i Daily Fantasy Sports, sostenuto da 35 milioni di dollari di venture capital, ma ci sono altri e futuri investimenti all’orizzonte.

Nel 2014, l’azienda di Boston ha guadagnato 30 milioni. L’obiettivo è quello di distribuire 1 miliardo di vincite e registrare revenues per 100 milioni di dollari nel 2015. La particolarità è che il montepremi deve essere garantito dal sito ed è fisso (una volta che viene pubblicizzato pre-evento non può essere più modificato). In questo modo, queste piattaforme hanno bisogno di continua liquidità.

Uno dei segreti del business di DraftKings è la pubblicità, a volte molto audace e spinta. Solo nei primi 11 mesi del 2014, la piattaforma aveva commissionato 1.782 spot televisivi. C’è chi però si è infastidito ed ha promosso una class action per pubblicità ingannevole nei confronti del sito.

L’azione collettiva è stata presentata il 29 gennaio, in Florida ed il promotore è stato un utente di DraftKings che ha accusato la società di pubblicità ingannevole e fraudolenta. L’accusa è quella di aver violato diverse leggi a tutela dei consumatori dello Stato (la causa è Aguirre v. DraftKings).

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Il motivo del contendere è soprattutto su uno spot che promuoveva un bonus di benvenuto del 100%, fino a 600 $. Le condizioni per riscattare il bonus progressivo non erano però state messe in evidenza. Contestato anche il termine “gratis”.

Immediata la reazione degli avvocati di DraftKings ed in particolare dello studio JD Supra che sostiene che la class action non sia una pista praticabile: prima di registrarsi all’account di Draftkings (permesso solo ai residenti statunitensi), gli utenti devono accettare i “Termini e le Condizioni” che prevedono una clausola compromissoria obbligatoria che prevede una deroga alla class action. In estrema sintesi, gli utenti non pssono perseguire un’azione collettiva ma risolvere la querelle legale attraverso un arbitrato individuale.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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