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November Nine: Heinz e il mistero della patch di PokerStars

pius-heinzNell’immediata vigilia dei November Nine, PokerStars ha annunciato al mondo l’ingresso nel team pro del talento tedesco Pius Heinz. Fin dalle prime battute del final table televisivo in molti hanno notato però che lo studente di Colonia non indossava alcun indumento con stampata la patch dello sponsor. Un vero e proprio mistero.

Tradizione favorevole
Nelle oltre 11 ore di action al Rio Casinò, Heinz ha conquistato tutti i riflettori dei media presenti a Las Vegas, dominando il tavolo e creando buoni presupposti per ripetere – nelle prossime 24 ore – le imprese  dei suoi nuovi compagni di squadra, rinnovando comunque la tradizione positiva dei responsabili marketing di Stars che dal 2008 (anno di istituzione dei November Nine) riescono ad indovinare il cavallo vincete scelto durante il torneo: Peter Eastgate, Joe Cada e Jonathan Duhamel.

Regolamento WSOP
Con l’exploit di ieri di Heinz, la vicenda ha iniziato a sollevare la curiosità di molti. Attenti osservatori sostengono che il tedesco abbia firmato l’accordo solo una volta scaduto il termine che consentiva al giocatore di comunicare agli organizzatori lo sponsor. In effetti il regolamento è molto rigido e non permette, ad esempio, di schierare più di tre giocatori con la medesima poker room al tavolo televisivo. Ma i responsabili marketing di PokerStars.com sono professionisti e conoscono benissimo ogni clausola e cavillo e non avrebbero mai investito su un November Nine senza avere la certezza regolamentare di poterlo brandizzare al tavolo finale.

Accordo con Doj
E’ molto probabile che lo stop ad Heinz sia stato dato dagli avvocati della poker room che sono impegnati in una trattativa extragiudiziale molto complessa con il Dipartimento di Giustizia di New York. Solo la scorsa settimana Stars ha congelato e segnalato numerosi account di players statunitensi che stavano giocando dagli Stati Uniti, dimostrando ai procuratori di voler rispettare al massimo gli accordi già sottoscritti in aprile. E proprio in quei documenti vi è l’impegno della sala da gioco di non accettare né promuovere il gioco dagli States.

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Multa
Per questo motivo, mandare Heinz in diretta televisiva, davanti a milioni di spettatori, con il brand di PokerStars, poteva mettere a repentaglio la possibile transazione con il Doj sulla multa contestata da 1,5 miliardi di dollari a seguito del black-friday. In molti potrebbero sostenere che Negreanu, Mercier e soci hanno giocato le WSOP in estate, con lo sponsor ben visibile. Vero, ma mai come in questo momento i manager di Stars devono preservare il lavoro dei legali ed evitare qualsiasi incidente di percorso.

Brand autorizzati
Altre poker rooms erano ben visibili al final table: Sam Holden, Anton Makiievskyi erano griffati 888Poker mentre Eoghan O’Dea portava sul petto il marchio di PaddyPower. Ma non è una coincidenza se entrambe operano negli USA già con il riconoscimento del Gaming Board del Nevada. 888Poker ha siglato un accordo esclusivo con Caesars E. (che organizza le WSOP) e il contratto è stato ratificato dal board di controllo dell’ente regolatore in primavera, mentre il bookmaker irlandese ha acquisito una licenza statale, certificando la propria piattaforma mobile per far scommettere e giocare gli americani dai loro telefonini. Semplici coincidenze? Difficile pensarlo quando in ballo ci sono interessi economici e legali così rilevanti.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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