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Quanto è difficile vivere di poker, oggi? Risponde Alec Torelli

Una volta si diceva “l’esperto risponde”. Oggi invece c’è l’imbarazzo della scelta, anche se online bisogna andare coi proverbiali piedi di piombo per non incappare in bufale e castronerie. Ci sono però social network molto evoluti come Quora, dove proprio ieri è intervenuto nientemeno che Alec Torelli per parlare proprio di poker.

Immaginate un Yahoo Answers più preciso e attendibile e che spazi davvero tra tanti argomenti: questo è Quora, social network fondato da due ex dipendenti di Facebook e dedicato all’informazione, in cui ognuno può porre domande e postare commenti, valutando le risposte in base alla qualità delle stesse e a quanto gli autori sono accreditati.

Non è la prima volta che su Quora si tira fuori l’argomento “poker”, e questa volta la domanda era “Quanto è difficile guadagnarsi da vivere con il poker?”

Ecco (in sintesi) la risposta di Alec Torelli.

“Iniziamo col dire che si tratta di un argomento già affrontato sotto diversi punti di vista. “Guadagnarsi da vivere” dipende in larga parte da standard e aspettative di ciascuno.

Per molte persone essere un poker pro significa avere come unica o principale fonte di reddito il gioco del poker. Ma direi che limitarsi a tirare a campare non è qualcosa che soddisferebbe la maggior parte della gente, nè quello per cui la gente si sbatte cercando di migliorare nel gioco.

Qualcuno disse che il poker è il modo più difficile per fare una vita facile. Al suo interno, il mondo del poker somiglia molto al tennis: quello che vedi in TV e la vita che fanno quei campioni non è nulla che possa permettersi di raggiungere il grosso del pubblico, anzi è proprio il contrario.

Se combini questo con la componente della varianza, capirai che nel poker non è tutto oro quello che luccica. Evan Silverstein (ex poker pro che è intervenuto sullo stesso argomento, ndr) ha messo in evidenza che il gioco è cambiato molto nel corso degli anni, ed è una grande verità.

Nel 2007, per esempio, ero tra i più vincenti al mondo su Full Tilt Poker, con un profitto di oltre 1 milione di dollari in un anno. Oggi difficilmente mi capita di giocare online. Sarei ancora in grado di battere il gioco, ora? Ne sono certo, ma perchè sbattersi? Ci sono semplicemente molte più opportunità altrove! A parte questo, anche nel caso riuscissi ancora ad essere vincente ciò mi costerebbe il triplo dello sforzo per mantenermi competitivo, in un contesto che è molto più intriso di varianza. […]

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Il poker live è diverso. Ho stimato che, in media, una partita 5$/10$ live sia più facile di una partita 0.50$/1$ online. […] Qui c’è una grossa differenza con il tennis, dove devi essere tra i primi 50 al mondo per guadagnare davvero bene. Nel poker invece puoi anche essere il millesimo giocatore al mondo o anche peggio, fino a che troverai gente peggiore di te con cui giocare andrà tutto bene.

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Non è una brutta vita, considerando che sei autonomo e il tuo lavoro è quello di giocare a carte. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo occorrono molti sacrifici, in particolare se vuoi scalare i livelli.
Ad esempio, nel 2012 mi trasferii a Macao, poichè volevo giocare le partite più alte al mondo e non le avrei trovate da nessuna altra parte. Ho giocato 60-80 ore a settimana per periodi anche di 3 settimane consecutive, quindi staccavo partendo con mia moglie per Bali, la Thailandia o Singapore per rilassarmi e ricaricarmi, e poi tornare ai tavoli nuovamente. Lo so, la nostra è una bella vita e la adoro, ma siamo di gran lunga l’eccezione alla regola […]

Una bella vita, ma per esempio l’anno scorso ho passato più di 200 notti in hotel, e per sei mesi non mi sono fermato più di 8 giorni consecutivi nello stesso posto. Per qualcuno tutto questo è figo, ma per altri – che magari sono più legati a una routine oppure odiano vivere con la valigia in mano – sarebbe un incubo. Come detto, in gran parte dipende dal soggetto.

Per rendere meglio l’idea di cosa significhi competere nelle partite di Macao, li paragonerei all’arrivare alla NBA per un giocatore di basket. La differenza è che generalmente, nello sport, un buon contratto basta per sistemarti a vita. Nel poker non è così, perchè puoi sempre perdere anche se arrivato ai massimi livelli.

Conosco diversi grandi giocatori che hanno provato le partite di Macao e sono andati stirati. Forse troppa fiducia nei propri mezzi, forse hanno preso la cosa sottogamba, e hanno pagato il prezzo.

Nel poker devi giocare per guadagnare i tuoi soldi, tutti i giorni. E anche se sei il più forte al mondo e giochi a meglio, ti può capitare di perdere. Certo, non nel lungo periodo, perchè lì il più forte semplicemente vince. Ma per avere successo devi avere una buona gestione del tuo denaro, in modo da bilanciare la varianza. […]

In sintesi: il poker somiglia molto ad altri settori di nicchia: recitare, scrivere, gareggiare. Eccellente per i pochi eletti capaci di stare al top, mentre molti ci si sbattono e la grande maggioranza non ci cava mai un dollaro. Questo non dovrebbe scoraggiarvi dal provare. Infatti, le più grandi gratificazioni risiedono dove pochi si avventurano.”

Qui trovate il post originale su Quora

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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