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“Roger Federer può ispirare anche i giocatori di poker”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Per raggiungere ottimi risultati in qualsiasi campo, sono numerosi i tasselli che devono cadere al proprio posto: uno di questi sta certamente nella costanza e motivazione personale, così come nella capacità di riconoscere i propri punti di debolezza per poi migliorarsi. E così, anche un personaggio che nulla a che fare col mondo del poker come Roger Federer può venire in aiuto.

Ne è convinto Alec Torelli, che lo considera una delle persone da cui trarre maggiore ispirazione, malgrado lui non sia un atleta: “Quando ho cominciato ad avvicinarmi al poker, a 18 anni sono andato al primo torneo dal vivo alle Bahamas – ricorda – li conobbi Tom Dwan, David Benefield, Andrew Robl e diversi altri, tutte persone che come me cominciavano ad avere successo nel poker e mi aiutavano a non sentirmi un pazzo, visto che socialmente la professione del giocatore è difficilmente accettata”.

Da allora sono passati ormai una decina d’anni, e visto che Torelli frequenta con una certa costanza partite dal vivo di cash game high stakes, si potrebbe pensare che per migliorarsi guardi ad altri professionisti come lui – più o meno conosciuti – anziché ad un tennista. Ma allora, che cos’ha di speciale Roger Federer per uno come “traheho”?

Roger Federer

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“Roger Federer è qualcuno capace di trasmettere agli altri che cosa significhi nutrire un sincero desiderio di vincere – spiega – molti giocatori di poker, anche professionisti, ammettono di detestare quando perdono, e questa è una delle molte ragioni per cui molti rischiano di andare incontro al burnout, dopo alcuni anni”.

Ecco che allora qualcuno come lo svizzero ribalta la prospettiva: “Ha 32 anni, si sta avviando verso la fine della sua carriera, e naturalmente non è più in grado di esprimersi ai livelli di un tempo con la stessa continuità. Per questo motivo c’è chi si domanda perché non si sia ritirato in precedenza, quando era al top, ma chi se lo chiede non si rende conto che a lui piaccia vincere più di quanto detesti perdere, un atteggiamento che può ispirare molti diversi professionisti e quindi anche i giocatori”.

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