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leon tsoukernik intervista

“YoH.ViraL” intervista Leon Tsoukernik: i retroscena sulla poker room più grande d’Europa

Johan Guilbert è uno che ama la bella vita, chi lo segue lo sa bene, e la visita alla villa iper lusso di Leon Tsoukernik vloggata ad arte per il suo canale YouTube, è stata decisamente coerente con il personaggio.

Tra super car, caviale, elicotteri, quadri di Picasso alle pareti, “YoH.ViraL” non ha comunque dimenticato di creare contenuti di valore. Una chiacchierata con Leon Tsoukernik ha fatto emergere qualche dettaglio in più sulla vita e gli affari del businessman ceco.

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Un uomo di cultura dalle origini aristocratiche

L’intervista al proprietario del King’s inizia con una punzecchiata di Guilbert riguardo a un cash game high stakes giocato in quei giorni: “Non hai vinto nemmeno un coinflip!”, e Leon risponde in un perfetto italiano: “Meglio perdere che non giocare.” 

Abbiamo dimenticato di dirvi che l’intervista è tutta in francese, altra lingua che Leon conosce benissimo. Spiega: “Mia nonna era un’aristocratica russa, mi parlava in francese quand’ero bambino. Parlo francese, italiano, inglese, tedesco, russo, ceco, spagnolo ed ebraico.”

Che Leon sia un uomo di cultura poi è evidente dalla sua infinita e inestimabile collezione di opere d’arte che tappezzano tutta la casa garage incluso. Del resto Tsoukernik nasce proprio come antiquario e collezionista d’arte.

 

Come nasce il King’s

Guilbert domanda a Tsoukernik come nasca la poker room più grande d’Europa: “Non lo so nemmeno io” spiega Leon “Ho iniziato nel 2003 con un piccolo casinò, avevamo solo quattro tavoli da poker.”

E perché proprio Rozvadov, piccola città della Repubblica Ceca lontana dalle grandi città? “Quando hai un business, se sei bravo la gente arriva. Un buon ristorante sarà sempre pieno, indipendentemente dalla sua location. A Rozvadov ci sono 630 impiegati, ogni anno vengono 500.000 visitatori.”

 

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Un casinò a misura di poker player

“YoH.ViraL” fa notare come spesso i casinò non trovino nel poker la loro fonte di guadagni principali, e diano più importanza a slot, roulette e blackjack. 

Il King’s di Rozvadov invece ha voluto puntare sulla poker room, e Leon lo spiega così: “Sì, molti casinò sono game-centrici. Non pensano al poker player. Noi qui facciamo del nostro meglio per dare la migliore esperienza al giocatore di poker. Intendo, non facciamo differenze tra giocatore di poker e giocatore di slot, tutti sono importanti. Anche se vuoi solo bere un caffè sei il benvenuto!”

Del resto lo stesso Leon è un appassionato giocatore di poker, fin dal lontano 1991, già con il Texas Hold’Em. Guilbert dice: “Ho giocato con te questa settimana, sei a un ottimo livello. Capisci bene le dinamiche del gioco, ti adatti agli avversari… da poker pro devo dire che mi piace molto come giochi.” e Leon si limita alla bella frase: “Sono troppo felice quando gioco a poker!” 

“Ci sono 160 tavoli nella zona tornei, che può ospitare anche 1.300 giocatori. Siamo in grado di fare 10.000 giocatori in un solo torneo, considerando vari flight. Facciamo circa 1.000 tornei all’anno, una media di tre tornei al giorno.

Secondo me il casinò è un posto dove vieni a rilassarti, e il servizio deve essere impeccabile. Abbiamo clienti che vengono da 2.000 chilometri, anche 5.000. Americani, indiani, cinesi, tutta l’Europa. Vengono per il grande servizio che offriamo”

Del resto, le WSOPE non potevano essere organizzate in un posto qualunque.

Scrivo di poker da 10 anni, praticamente è l’unica cosa che ho fatto. Ho passato più tempo effettivo in un casinò che a casa e nonostante questo non riesco a battere il NL10. Spero di scrivere meglio di come gioco.
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