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L’Opinione – Bisogna pensare ad un poker diverso senza il “polmone” americano. La rivoluzione francese e quella di PokerStars

L’’imprevedibile successo degli Spin&Go (ma sarebbe più corretto parlare di Poker Espresso) insegna, l’innovazione è tutto nel poker online. Sia chiaro, non vogliamo essere fraintesi: non è che questo gioco deve snaturarsi, ma se il “mondo poker” vuole crescere, deve cambiare mentalità (troppo chiusa) ed aprirsi anche a forme diverse. Più fondi saranno investiti nell’innovazione e maggiori possibilità avrà questo meraviglioso gioco di crescere e tornare ad un grado di popolarità interessante come lo era 5 anni fa.

Stop agli estremisti

Che gli Spin non siano la forma più pura del texas hold’em è chiaro a tutti, ma possono essere uno strategico prodotto di complemento, con la doppia funzione: da una parte attrarre molti giocatori occasionali e dall’altra, far rientrare nel field persone che avevano attaccato il mouse al chiodo. D’altronde ognuno hai i suoi gusti e se l’offerta riesce ad accontentare tutti, questo è un bene per le poker rooms, i giocatori e tutto il movimento che deve accettare nuove spinte ed innovazioni.

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Come sarà il poker nel 2016

E’ necessario cambiare mentalità e accogliere in modo diverso i giocatori che si approcciano a questo mondo da poco tempo. Gli estremisti che parlano del poker come se fosse l’unica scienza rimasta, hanno stancato e allontanato quella parte del field che viveva questo gioco in maniera quasi spensierata, solo come una pura forma di divertimento.

Non si è mai visto in nessun mercato o gioco, l’atteggiamento di chiusura e il disprezzo riservato ai giocatori occasionali e meno esperti, come nel poker. I casual players sono la principale fonte di guadagno dei professionisti ma in questi anni sono sempre stati visti e accolti con molta diffidenza. E’ un pò come se i calciatori o gli sportivi non firmassero autografi solo per fare un dispetto ai loro tifosi (primaria risorsa indiretta). Un paradosso.

Cambio politico e culturale: 2016 anno della verità

Il 2016 sarà molto probabilmente l’anno della verità, con il cambiamento storico ed epocale della politica di PokerStars nei confronti dei top grinder, quasi una rivoluzione culturale.

Il 2016 però sarà l’anno della verità, a mio avviso anche per il contesto generale nel quale è inserito il poker stesso. Negli States non decolla, accerchiato dalla potente opposizione feroce di Sheldon Adelson (che ora ha anche acquistato il più influente quotidiano del Nevada).

In Italia, il poker e le sue nuove forme (Spin e altre innovazioni) rischiano di rimanere oscurate dal ban sugli spot televisivi che sarà applicato dalle 7 del mattino fino alle 22 di sera. L’unica nota positiva è che questo oscuramento colpirà anche i casinò online (e le famigerate slot) e le scommesse che, in questi anni, avevano relegato il texas hold’em in un angolino.

Concorrenza forte degli e-Sports

Nei prossimi anni il poker dovrà misurarsi (come forma di intrattenimento) con gli eSports (in particolare in Asia e negli States), oltre ad altri giochi. In Nord America, ad esempio, l’interesse è stato quasi del tutto cannibalizzato dai Daily Fantasy Sports, in particolare per la fascia d’età superiore ai 30 anni.

Ma la minaccia più pesante riguarda le generazioni più giovani. Naturalmente intendiamo il poker online, solo come forma di intrattenimento e non come rincorsa al professionismo o come fonte di reddito costante (questo fenomeno è esistente ma riguarda una percentuale bassissima del field).

C’è il serio rischio di perdere un treno importante e di essere ignorati dalle nuove generazioni (target 18-25 anni) con gli e-Sports e tutta l’industria dei videogames che destina budget milionari importanti per l’innovazione e lo sviluppo, paragonabili solo a Hollywood.

Le nuove competizioni degli e-Sports rischiano di cannibalizzare ogni cosa online e se prima il poker aveva comunque degli spazi di manovra limitati, ora sarà ancor più dura. La concorrenza è a dir poco schiacciante. Se realmente il texas hold’em e tutte le varianti vogliono ritornare ad essere un fenomeno di massa (o quasi) come lo è stato dal 2005 al 2010 negli States, dobbiamo abituarci a ragionare in maniera diversa e uscire dagli schemi tradizionali.

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Regole tradizionali adatte al vecchio mercato “americano-centrico”

In questi ultimi anni, senza il polmone degli Stati Uniti (con i cui proventi veniva finanziata la promozione in Europa e in Sud America), continuando a seguire questi schemi tradizionali, si è arrivati alla devastazione del field e dell’ecosistema pokeristico.  Favorire i pro con l’uso dei software e con rakeback ha annientato un campo sempre più stretto. I giocatori depositanti sulle rooms hanno – ed avevano – un’aspettativa di vita brevissima. 

Negli anni d’oro pre black friday non c’erano problemi di action e field, il turnover tra i giocatori era naturale ed alimentato da un mercato molto vasto. E’ questo l’equivoco che si è creato e l’industria del poker non è stata capace di leggere questo mutamento imposto dalla storia. Sono passati 5 anni ma non tutto è andato perso.

I vecchi strumenti erano studiati ed efficaci per il vecchio mercato, quello statunitense, che produceva giocatori occasionali con estrema facilità, considerando i milioni di pubblicità che PokerStars e Full Tilt investivano, in un terreno molto fertile: negli USA il poker è popolare da decenni e si gioca anche in famiglia in occasione delle festività. In poche parole è socialmente accettato al contrario del Vecchio Continente.

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La rivoluzione su Winamax è partita da parecchio tempo

Rivoluzione francese

La responsabilità principale è senza dubbio dei leader di mercato che finalmente hanno deciso di cambiare. In un market così poco competitivo, tutti sono stati costretti ad uniformarsi a certe condotte, politiche e modi di pensare, compresi noi media.

Ma la rivoluzione, ancora una volta, è partita dalla Francia, in una delle poche realtà rimaste ancora aperte alla competizione. Dai transalpini è arrivata una piccola ma significativa scossa che sta producendo, per fortuna, un effetto a catena.

Merito di Winamax, un’azienda i cui manager pensano veloce e soprattutto fuori dagli schemi. Sono stati loro a tenere testa ad un colosso come PokerStars, ma non l’hanno fatto solo seguendo il solco dei vecchi schemi tradizionali (rake back, garantiti etc) ma innovando e attraendo un pubblico diverso con un poker più veloce ed emozionante (ma meno tecnico).

Hanno inventato gli Spin (il cui format è stato copiato subito dai competitor), chiamati Espresso, e stanno provando a introdurre altri giochi e forme di promozione inedite, investendo molto nell’innovazione tecnologica e seguendo una strada indipendente ed originale.

Se Winamax si fosse mossa sul mercato globale, a quest’ora potremmo parlare di una nuova Full Tilt, nel senso buono del termine. D’altronde è stata proprio la red room ad inventare Rush Poker (poi diventato Zoom su PokerStars), tornei multi-entry etc etc. La lista è lunga. Winamax ricorda Tilt anche in questo, sempre alla ricerca di strutture e format nuovi per i tournaments, con promozioni speciali per il cash game (pensiamo al cash game bingo ad esempio). Garantire ai propri clienti costanti novità, è questo il segreto per rendere questo gioco sempre più divertente.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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