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Danny Ryan: “pago le tasse da 2 anni, ma ora vado via”

Danny RyanOrmai 27enne, Danny Ryan è una specie di istituzione tra i giovani giocatori americani. Cosmopolita per educazione e vocazione, il popolare “THE__D__RY” ha già vissuto in passato all’estero, soprattutto ad Alicante, in Spagna. E in Europa il forte torneista medita di tornare, se le cose non cambieranno per i giocatori USA.

Il player nativo del North Dakota è stato intervistato da Pokertube sull’attuale situazione del poker online in USA, dicendo la sua su diversi aspetti dell’intricata vicenda. Innanzitutto, Danny ammette di stare pagando regolarmente le tasse da oltre 2 anni, semplicemente considerando il guadagno netto tra le entrate e le uscite.

Lo so che ci sono diversi miei colleghi che le tasse non le pagano. Io lo faccio perchè credo sia giusto, ma non per questo li biasimo. Lo stato dovrebbe cercare di facilitarti in questo percorso, non renderti le cose più difficili come ad esempio togliendoti potenzialmente il lavoro come sta facendo adesso“.

Ryan è un “animale sociale”, oltre che dal punto di vista relazionale anche in quanto a senso di responsabilità. Ma a tutto c’è un limite, e Danny non le manda a dire al suo governo: “dicono che il loro intento è quello di proteggere gli americani e i loro soldi, ma è tutto così ipocrita! In USA è lecito giocare online a un mare di lotterie, e anche scommettere online sulle corse dei cavalli, ma giocare a poker – che a differenza delle altre due attività necessita l’uso del cervello – quello no!”

Su quanto è successo, THE__D__RY si è fatto un’idea ben precisa, allargando anche le vedute. “La questione della regolamentazione è un problema aperto, che però non riguarda soltanto il poker online, ma la libertà dell’accesso ad internet in generale. Oggi un ragazzino può fare forse troppe cose davanti ad un pc, e non è vietandogli di giocare a poker che ti puoi ritenere di avere fatto un buon lavoro”

Ryan è un fiume in piena: “Cosa è che vogliono fare in realtà? Dare un bel calcio a PokerStars, Full Tilt, UB eccetera e sostituirle con delle poker room americane appena possibile, facendo sì che gli statunitensi possano giocare solo tra di loro. Beh, il fatto che viviamo in una economia globale è un concetto che tirano fuori solo quando fa loro comodo, perchè tutto questo è in netta controtendenza.”

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L’intervistatore gli chiede poi un giudizio sul comportamento tenuto dalle poker rooms in questi anni, con una violazione di fatto delle regole e delle leggi federali da parte loro. Qui il giudizio di Ryan si fa più “sfumato”: “Non so, secondo me non hanno agito del tutto in maniera sbagliata, visto anche che dall’altro lato non c’era una chiara volontà di aprire il mercato.

Si fa presto a dire che in questi anni tanti soldi degli americani sono volati via verso l’estero tramite le poker rooms. Ma se ci pensate, quando compro un computer o una tv al plasma Sony, di fatto non sto destinando gran parte del denaro al Giappone?” Il biondo pro si spiega meglio “Non credo che il problema sia sulla percentuale della rake che le room dovrebbero destinare allo stato: se fosse solo quello un accordo sarebbe già stato trovato.”

E ora? Quale sarà il futuro di Danny Ryan? Sul suo profilo di Facebook, tra il serio e il faceto, Danny ha iniziato a cercare casa, in Europa. “No no, sono serio, e potrei anche comprarla, una casa. C’è in ballo anche di farlo in comitiva, con alcuni pro che si sposterebbero insieme a me in qualche paese europeo. Se fosse Spagna per me sarebbe ok, visto che per me si tratterebbe di un ritorno. Ma mi sto guardando intorno..”

Fino a pochi giorni fa tanti giovani giocatori italiani sognavano Las Vegas, o in ogni caso nei desideri di molti c’era di vivere la vita “freelance” dei colleghi statunitensi. Ora sono invece questi ultimi che stanno pensando di emigrare, e l’Italia potrebbe essere senza dubbio uno dei paesi preferiti da gente come Danny Ryan per venire a vivere dopo il “black friday“. Anche solo una settimana fa…chi l’avrebbe mai detto?

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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