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Divieto Pubblicità: stangata sui giocatori con i nuovi payout, altro che tutela! Relazione MEF: “UE raccomanda pubblicità per offerta legale”

Dalle coperture finanziarie previste nel Decreto d’Urgenza (anche sulla legittimità costituzionale di questo presupposto si potrebbe discutere per mesi, ne parliamo in seguito) si evince chiaramente che l’aumento del PREU andrà a colpire ancora di più i gamblers di Slot e VLT, ovvero la categoria più a rischio secondo una recente ricerca a cura dell’Istituto Superiore della Sanità e svelata dal direttore dei Monopoli Giovanni Kessler. L’85% dei giocatori problematici è a rischio per la dipendenza dalle macchinette.

Giocatori problematici esposti al rischio di perdite ancora più ingenti

I tecnici del Mef non escludono l’ipotesi (che in realtà è  scontata come ipotesi e la relazione a margine dell’articolo lo conferma) che l’aumento del PREU sia scaricato sul payout. Tradotto per i meno esperti: i giocatori perderanno sempre di più per quanto riguarda le slot e le Vlt.

Si andrà proprio a colpire di nuovo quella categoria che – in teoria – si dichiara di voler tutelare. Ci sono dubbi forti sulla ratio legis di questo decreto.

Questo è quello che scrivono i tecnici del Ministero:

“Il giocato relativo alle VLT per il 2018 risulta in linea con quello del 2017 (23,5 miliardi). Per tale tipologia di apparecchi, per i quali il payout di mercato è superiore a quello minimo previsto dalla legge (85%), l’incremento del preu potrebbe comportare la riduzione del payout da parte dei concessionari e, quindi, l’aumento del rapporto percentuale costo/vincita potenziale, a svantaggio dei giocatori, con conseguente riduzione del giocato”. (fonte Agipronews).

C’è da considerare un aspetto: la maggior parte della categoria dei players problematici e a rischio (così li definisce la ricerca dell’istituto Superiore della Sanità) , in particolare quelli riguardo giochi che alimentano comportamenti compulsivi come le macchinette, in genere sono poco sensibili e consapevoli ad una modifica verso il basso del payout stesso. Tradotto in parole povere: saranno ancora più esposti al rischio di perdite monetarie senza neanche rendersene conto.

Dinanzi a qualsiasi giudice o tribunale, chi può sostenere che questo Decreto tutela la salute dei cittadini con simili presupposti? E’ così che il Governo Conte ha intenzione di combattere la ludopatia?

Mef: ban colpisce l’online e favorisce l’illegale

Il vicepremier Di Maio ieri sera su La7 ha negato la possibilità che questo divieto favorisca l’illegale (in base a quali dati scientifici e ragionamenti, in base alle sue sensazioni ?). I tecnici del Ministero lo smentiscono su tutta la linea. Nella relazione tecnica il Mef scrive: “Per il gioco online, il divieto assoluto di pubblicità avrebbe effetti senza dubbio maggiori”. C’è poi il bando di gara:”è in corso la procedura ad evidenza pubblica per l’attribuzione di 80 nuove concessioni, il cui costo è pari a 200mila euro”.

Per l’e-gaming “la pubblicità e la sponsorizzazione rappresentano l’unico modo per farsi conoscere dai giocatori e per distinguersi dagli operatori illegali, contribuendo così allo spostamento del gioco dal settore del illegale a quello legale”.

Divieto pubblicità penalizza esclusivamente il gioco online

Il ban sulla pubblicità andrà a colpire il gioco online, ovvero un settore che rappresenta solo il 7% della spesa e che negli ultimi anni è cresciuto per via dell’emergere del mercato nero.

Le problematiche inerenti alle dipendenze – come ha evidenziato il direttore dei Monopoli -, riguardano le macchinette. Altro che lotta alle “lobby del gioco d’azzardo”.

Un bel favore servito sul piatto d’argento da parte del Governo a chi può vantare una posizione dominante e denunciato dalle opposizioni (leggi qui).

Con questo decreto è evidente che si consolidano posizioni dominanti nel mercato terrestre che colpiscono la libera concorrenza. Si creano discriminazioni di ogni tipo.  Altro che lotta alle lobby, complotti etc.

Salvo il gettito da 10 miliardi di euro, nulla di concreto per la ludopatia

Lo stesso Governo ha fatto bene i conti: sta facendo propaganda sulla pelle di un settore legale ma allo stesso tempo fa salvi i 10 miliardi di entrate di gettito fiscale annuo. Per i tecnici del Ministero le perdite saranno inferiori a meno di 200 milioni annui di mancato gettito (a quelle ci pensano i giocatori problematici colpiti dal minor payout). Su un gettito fiscale superiore ai 10 miliardi, un calo del gettito del genere cosa significa? Che è stata risolta la ludopatia in Italia o è solo uno slogan populista e propagandistico?

Alla fine si è fatto bingo: si sono colpiti gli operatori dell’online e favorito il resto del mercato che ha una propria rete di raccolta, mentre i concessionari dell’e-gaming sono impossibilitati ad operare, in particolare i nuovi arrivati. Per questo motivo avvocati ed operatori hanno già preannunciato ricorsi.

Decretazione d’urgenza: le contraddizioni nel testo del decreto

L’avvocato Giulio Coraggio ha dei forti dubbi sulla legittimità del decreto: ” questo è un decreto legge introdotto come misura urgente che però non presenterebbe il carattere di urgenza per il fatto che è stato concesso un periodo transitorio fino a 1 anno. Pertanto si è verificato un abuso dello strumento normativo del decreto legge“.

Le conseguenze pesanti sull’occupazione e gli equilibri di mercato

Le conseguenze saranno pesanti per questo ban. Si perderanno solo posti di lavoro, il gioco online cadrà sotto l’influenza – in modo graduale – del gioco illecito, vi saranno parecchi ricorsi ed è possibile che lo Stato sarà chiamato a pagare danni milionari a chi sta subendo questa discriminazione (chi ne risponderà? Sono state previste delle coperture?).

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Anche perché si evince proprio dalla relazione dei tecnici del Mef, allegata al Decreto, che vi siano ottime possibilità di presentare ricorsi giudiziali e richieste di risarcimento danni ed il mercato online rischia di spaccarsi in due come è accaduto per quello terrestre, con soggetti discriminati che operano in forza di sentenze della Corte di Giustizia Europea. Stanleybet ha già preannunciato che tutelerà le proprie posizioni anche in questo mercato.

Tecnici MEF: “Commissione UE raccomanda pubblicità per indirizzare consumatori verso offerta controllata”

Nella relazione i tecnici del Mef hanno evidenziato, nella sezione dedicata all’online, che la “Commissione Europea ha raccomandato ai paesi membri una regolazione della pubblicità che sia contenuta e strettamente limitata a quanto necessario al fine di canalizzare i consumatori verso le reti di gioco controllate ed ha affermato che le comunicazioni commerciali sui servizi di gioco online possono svolgere un ruolo importante nell’orientare i consumatori verso offerte permesse e controllate” (fonte Agimeg).

In poche parole, contrariamente a quanto sostenevano i promotori della legge sul ban della pubblicità, la Commissione Europea in una sua raccomandazione, ha tracciato la linea, consigliando gli Stati Membri di regolamentare e restringere in maniera decisa la pubblicità ma di non abolirla o vietarla in toto, avendo “un ruolo importante nell’orientare i consumatori verso offerte permesse e controllate”.

Tutto questo è contenuto, come detto, nella relazione tecnica ed è un assist perfetto per i legali che impugneranno il ban totale della pubblicità.

Decreto Balduzzi: testo efficace ma applicato male

D’altronde il Decreto Balduzzi è – a nostro avviso – un testo molto intelligente, equilibrato ma allo stesso tempo limita la pubblicità in maniera drastica e soprattutto è un provvedimento che rispetta la nostra Costituzione e i Principi dell’Unione Europea. Peccato che sia stato applicato male in questi anni.

Non a caso, i tecnici del Servizio Studi del Parlamento nella relazione tecnica realizzata al Decreto dignità hanno messo in evidenza che “Si valuti l’opportunità di riconsiderare la clausola di salvezza della normativa vigente a fronte dell’introduzione di un generale divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta e comunque effettuata su qualunque mezzo.” ovvero di applicare, almeno in parte, il Decreto Balduzzi (fonte PressGiochi).

Il bluff sui numeri

Ormai non sono più sorpreso dal vortice dei numeri che viene proposto. Ad ogni intervista di esponenti del Governo aumentano i malati da gioco ed aumenta la spesa per curarli – spiega Fabio Felici direttore di Agimeg – nel dibattito di ieri sera (su La7, ndr) si è arrivati a 6 miliardi di euro spesi per la lotta alle ludopatie e ad oltre 5 milioni di minorenni che giocano d’azzardo. Numeri folli, irreali, fuori da ogni logica, che cambiano ad ogni intervista (basta leggere le recenti interviste all’onorevole Mantero, al senatore Endrizzi o al vice premier Di Maio per vedere la differenza tra i dati proposti), privi di ogni base scientifica e documentale. Non si può “giocare” con i numeri su un tema così delicato”.

Il payout e la stangata ai players destinati a perdere ancora più soldi

Ritornando invece al payout e alla stangata riservata ai giocatori di slot e Vlt (categoria più problematica ed a rischio secondo l’Istituto Superiore della Sanità e i Monopoli di Stato), i tecnici del Mef nella relazione tecnica mettono in evidenza che i concessionari “potrebbero” decidere di “procedere alla riduzione del payout con messa in esercizio da tale data”.

Uno dei chiave della relazione è il seguente “….. Applicando l’incremento di aliquota a tale base, si ottiene un incremento del gettito pari a 114 Milioni per un totale complessivo, tra AWP e VLT, di 234 Milioni. In merito alla prevista riduzione del 3% del giocato, si evidenzia che l’eventualità che i concessionari possano ridurre il payout delle VLT – non verificatosi a seguito dell’aumento di aliquota previsto dall’art. 6 del D.L. n. 50/2017, presumibilmente per evitare la ricertificazione di tutti i giochi presenti nel sistema – nel 2019 potrebbe invece concretizzarsi, sulla base della considerazione che i concessionari, per effetto dell’entrata in vigore, dal 10 aprile 2019 delle nuove regole tecniche delle VLT, dovranno comunque provvedere alla ricertificazione dei sistemi e, approfittando di questa occasione, potrebbero procedere alla riduzione del payout con messa in esercizio da tale data. Tenuto conto che l’ulteriore aumento previsto decorre dal l maggio 2019, il maggior incremento per tale annualità è pari a 156 Mmilioni (234/12×8) al quale sommare l’incremento di 39,5 del periodo gennaio – aprile 2019”.

A questo punto i legali procedenti potrebbero prendere nota di questi fatti che rendono bene l’idea sulla presunta ratio legis del decreto.

Le conseguenze

Di fatto il decreto dignità non tutela i giocatori (anzi li espone ancora di più a rischi e ad un payout ancora più basso favorendo le loro perdite), non è vero che colpisce le lobby e sarà una catastrofe per l’occupazione del settore del gioco online. Favorirà l’offerta illegale (anche se i membri del Governo dall’alto della loro esperienza e delle loro conoscenze del mercato sono convinti del contrario), creando delle discriminazioni nel settore che potrebbero avere effetti gravissimi sul futuro assetto del mercato.

In poche parole, 20 anni di lavoro rischiano di essere compromessi.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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