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Full Tilt Poker: 50 milioni dal Dipartimento di Giustizia

preet-bhararaIl Dipartimento di Giustizia di New York ha sbloccato un conto bancario in Irlanda, intestato a Full Tilt Poker e al co-fondatore Raymond Bitar, confiscato dai federali il 15 aprile scorso. In questo modo la red room avrà a disposizione 50 milioni di dollari.

Le autorità americane hanno permesso questa operazione per agevolare il rimborso dei fondi dei giocatori, ma una fonte della poker room ha dichiarato a Egaming Review che non vi saranno sviluppi immediati nei confronti dei players. Nessuna data è stata ancora confermata per le operazioni di cash-out.

Secondo recenti indiscrezioni, la nota room irlandese deve restituire ai giocatori americani, una cifra variabile tra i 100 e i 150 milioni di dollari. Da pochi giorni FTP ha rimborsato le quote di rakeback ai propri clienti. La situazione è in evoluzione ma complicata.

A Full Tilt Poker sono stati congelati 76 conti bancari, ben 9 in Irlanda, paese che ospita la sede europea della multinazionale del gioco. Secondo i rumors pubblicati dal magazine inglese, Egaming Review, i rappresentanti di Bitar, nelle ultime tre settimane, avrebbero cercato nuovi investitori (in cambio di rilevanti quote societarie) per 150 milioni di dollari, in modo tale da agevolare le operazioni di rimborso. Al momento però nessun tentativo sarebbe andato a buon fine.

A New York continua la battaglia legale e ad aggravare la posizione della room inquisita sono state le rivelazioni dell’ intermediario finanziario Bradley Franzen che si è dichiarato colpevole in merito alle incriminazioni contestate.

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raymond-bitarFranzen ha rivelato di essere stato contattato, ad inizio 2011, da Full Tilt Poker che era incapace di trovare un canale efficace per i pagamenti ai giocatori.

Una delle difficoltà maggiori nel rimborsare i giocatori non deriva solo dai conti ‘congelati’ dalle autorità statunitensi. Secondo quanto rivela una fonte interna della red room, le problematiche sarebbero state diverse: “una delle principali riguarda la crisi di panico che si è generata all’interno del sistema bancario nei nostri confronti”.

“Le banche – rivela la fonte – non oggetto di ordini restrittivi, hanno lo stesso bloccato i nostri conti. Abbiamo dovuto chiedere ai pubblici ministeri di contattarle direttamente per garantire la loro estraneità all’inchiesta. Il rimborso dei giocatori negli Stati Uniti è una questione complessa ma confidiamo di risolverà al più presto”. E’ in corso una trattativa tra i legali della società di gioco e il Dipartimento di Giustizia di New York per liberare altri fondi.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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