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Greg Raymer e un EPT pieno di rabbia

Greg 'Fossilman' Raymer: qualcuno è riuscito a fargli perdere ancora le staffeGreg “Fossilman” Raymer si è reso protagonista di una inusuale sfuriata nella giornata inaugurale dell’EPT di Montecarlo, dove un avversario al tavolo gli ha fatto perdere letteralmente le staffe.

Solitamente disponibile e sorridente, i nervi di Greg sono stati messi a dura prova da un giocatore ucraino che lo ha sfinito a furia di trash talking.

Raymer ha così commentato l’episodio: “Per la prima volta nei miei diciott’anni di carriera come giocatore mi sono comportato in un modo simile. Si è trattato di un atteggiamento stupido e assolutamente non necessario, ma continuava ad annoiarmi”.

Pare infatti che il suo avversario lo avesse preso di mira, criticando apertamente il suo gioco e tempestandolo di chiacchiere irritanti, al punto che infine il campione del Main Event WSOP 2004 avrebbe esclamato stizzito: “Smettila o ti fracasso la testa!”.

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Un’affermazione grave, specie per un personaggio della sua reputazione e fama che si è sempre comportato in modo assai diverso, costatogli un giro di penalità e soprattutto un’attenzione mediatica che lo statunitense giudica eccessiva: “Ci siamo entrambi scusati e la cosa è terminata lì. Questo genere di cose in fondo possono accadere, non si è trattato di niente di clamoroso”.

Ed in effetti, questo gli era già successo, ed in un’occasione che non potrà facilmente dimenticare: proprio durante il Main Event WSOP del 2004 ebbe un alterco con Mike “the mouth” Matusow, che con parole ruvide lo additò di scarso coraggio. Raymer si legò al dito quell’episodio, tanto da rifiutare di stringere la mano alla lingua più irriverente del poker quando questa cercò di porgere delle scuse che onestamente in pochi avrebbero accettato.

Sicuramente Greg “Fossilman” Raymer merita per altre e più importanti ragioni di finire al centro della cronaca legata al mondo del poker texas hold’em, motivo per cui ci auguriamo che presto possa darci tutt’altri motivi per parlare di lui.

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