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Maurizio Guerra: ”Vi racconto il mio europeo di Omaha”

Maurizio-GuerraMaurizio Guerra, dopo i numerosi successi online, è riuscito finalmente a vincere un evento live, diventando campione europeo di Pot Limit Omaha. Il pro di Sisal Poker conosce molto bene la variante ed ha voluto svelare strategie e trucchi nella straordinaria cavalcata di Baden.

“E’ il mio primo successo live – commenta nel suo video blog da Saint Vincent – ed è una gioia immensa perché dal vivo non ero riuscito neanche a centrare un piazzamento in the money. Tutti quelli che mi seguono sanno quanto ci tenevo a sfatare questo tabù. Il torneo è stato molto bello, con un field duro: erano presenti molti braccialetti e diversi specialisti. Il buy-in era di 3.000€ ed il livello tecnico era molto elevato”.

Come si affronta un torneo così tecnico e difficile? “Ho voluto seguire una strategia standard: ho giocato i primi livelli in maniera conservativa. Ho studiato molto i tavoli e gli avversari cercando di capire chi mi potesse dare qualche chips e quali fossero i pericoli reali da evitare. Sono stato fortunato perché alla fine del secondo livello, in un solo colpo, sono riuscito a triplicare il mio stack e non avevo ancora utilizzato la mia chance”.

Il campionato europeo aveva una struttura particolare: “L’evento era double chance, con 10.000 di stack, con una chance da cambiare entro il quarto livello. La struttura era abbastanza orizzontate, la conoscevo bene perché simile al Main Event del Pot Limit Omaha delle WSOP che ho giocato in estate. Il fatto di poter giocare il torneo con il triplo dello stack dopo solo due livelli, mi ha aiutato tantissimo, perché sono sempre stato sopra i 100 big blinds fino al final table”.

Il player di Sisal Poker svela poi un importante segreto: “In queste condizioni favorevoli, ho potuto fare il mio gioco. Negli ultimi mesi l’ho cambiato: ho sperimentato alcune mosse, come il mini raise. Sono entrato in molti piatti perché preferisco giocare post flop: ritengo di avere un bagaglio di esperienza in Omaha abbastanza notevole, seppur inferiore rispetto al field che ho affrontato, ma il PLO è un gioco che ho studiato molto. Conosco bene la matematica che c’è dietro e penso di avere un vantaggio nel giocare dopo il flop”.

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Quale è stata la chiave del successo del player pugliese? “Nell’ultimo anno ho potuto sviluppare le mie conoscenze nell’ICM (Independent Chip Model), la matematica applicata al torneo. Inoltre ho integrato la tecnica del gioco con quella degli MTT; è stato quello il segreto del mio successo, anche se è bene chiarire che la vittoria è dovuta solo al 30% alle mie capacità e al 70% alla fortuna che è indispensabile per vincere un torneo. In  questo gioco se non hai fortuna, non vai da nessuna parte”.

E’ stata una lunga maratona dove le motivazioni e la resistenza fisica hanno fatto la differenza: “Il day 1 è finito alle 3 di notte e non ho dormito molto. Abbiamo ripreso alle 14 ed eravamo rimasti in 18 giocatori, con soli 9 a premio. In questa fase ho cambiato marcia, ho capito che si poteva raggiungere un risultato importante ed ho iniziato ad aggredire: sono stato aiutato dalle carte e da una posizione favorevole. Gli altri due chipleader erano seduti all’altro tavolo mentre accanto a me c’erano avversari che avevano stack esigui: sono riuscito ad eliminarne cinque e mi sono presentato al final table in testa”.

Maurizio-GuerraDopo cena inizia il final table: “E’ stata un’altalena di emozioni incredibili: non ho giocato il mio miglior poker. Sarà stata l’emozione o forse la stanchezza. Non sono ancora allenato a 24 ore live. Io sono un giocatore nato online. Non credo di aver giocato bene, ho perso due colpi importanti. Nel momento cruciale ho subito un colpo terrificante contro Eskimo ma da short sono riuscito a fare due double up consecutivi e mi è andata bene. Rimasti in tre, per fortuna è uscito Valdemar Kwaysser, fortissimo giocatore ungherese che ha vinto tutto nella sua carriera: un braccialetto WSOP, un evento LAPT, un IPT a Sanremo. Molto bravo”

Con l’eliminazione di Kwaysser per mano di “Eskimo”, si è arrivati all’heads-up: “il mio avversario aveva il doppio del mio stack ma era stanchissimo: erano le sei del mattino mentre io ero motivatissimo, volevo vincere a tutti i costi. In quel momento ho giocato un ottimo poker, con una serie di piccoli piatti sono riuscito a ribaltare la situazione ed alla fine siamo andati all in entrambi con due mani deboli e sono riuscito a vincere. Faccio ancora fatica a realizzare di essere il possessore di un titolo così importante: proprio per questo motivo devo studiare di più. Avrò ancor di più gli occhi puntati su di me. So di essere stato fortunato e la buona sorte me la devo meritare. Studiare il gioco è importante, ricordatevelo sempre!”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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