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Heads-up: le basi

Fino a pochi anni fa erano veramente pochi i giocatori bravi nell’heads-up. Avevano un così grande vantaggio nei confronti degli avversari che riuscivano a venir fuori vincenti da ogni situazione, salvo particolari episodi sfortunati.

Oggi le cose sono cambiate e la ragione principale è che ci sono molti più giocatori e molte più possibilità di specializzarsi in questa disciplina. Tempo fa bisognava aspettare la fine di un torneo per affrontare qualcuno testa a testa. Oggi potete sedervi facilmente a qualsiasi tavolo 1 contro 1 e trovarvi di fronte persone tutt’altro che facili da battere.

Personalmente credo che tali tipi di tornei siano una delle realtà più affascinanti del gioco del poker. La conferma, oltre ai tavoli online, si è avuta anche con la consacrazione televisiva da parte della NBC che ha sponsorizzato il ben noto National Heads-Up Poker Tournament dal Golden Nugget di Las Vegas.

E’ per questo che reputo necessario, per ogni giocatore, approfondire questo tipo di gioco. I consigli che vi darò insieme all’esperienza che accumulerete direttamente sui tavoli faranno di voi sicuramente un giocatore migliore.

Le mani di partenza
Una delle cose che tutti sanno dell’heads-up è che dovete giocare una più vasta gamma di mani rispetto a quelle che normalmente puntate nei tavoli full-ring o short-handed.
Nell’ 1 contro 1, la mano media sarà J-7 offsuit. Con questo punto, infatti, avrete il 50% di possibilità di vincere contro un’altra qualsiasi mano casuale. Di conseguenza J-9, Q-3 o K-2 saranno carte di partenza superiori alla media e andranno sempre giocate, anche contro un piccolo raise, poiché vinceranno il piatto più della metà delle volte.

Non soltanto ci sono più mani giocabili, ma ci sono anche più “monster hand”. In un tavolo full-ring avete circa una decina di mani con cui poter fare tranquillamente un raise (anche 15 se siete giocatori aggressivi). Nell’heads-up avete una mano forte con Ax, qualsiasi coppia e alcune altre come K-Q e Q-J suited. Avete in totale 27 possibilità di essere in vantaggio pre-flop rispetto all’avversario e dovete rilanciare immediatamente (ovviamente ci sono situazioni particolari in cui con Ax non dovete rilanciare ma questo lo vedremo in seguito).

Mani che invece perdono valore nel testa a testa sono carte di valore basso suited e/o connected. Se, infatti, nei tavoli con più giocatori esse hanno buone possibilità di trasformarsi in scale o colori, nel gioco testa-a-testa non avrete mai le pot odds necessarie per andare a vedere il turn o il river. E il vostro avversario sicuramente lo sa. Due carte consecutive offsuit hanno circa il 38-39% di probabilità di vincere contro due carte di valore superiore unsuited.

La stessa cosa vale per carte basse dello stesso seme. La percentuale cala drasticamente se vi trovate di fronte due carte consecutive, o dello stesso seme, più alte delle vostre e se avete una carta in comune. Potete giocare questo genere di combinazione solo per disorientare un po’ l’avversario, ma ricordate che avrete bisogno di aiuto dal flop altrimenti proseguire nella mano potrebbe costarvi parecchio.

Aggressività
L’altra cosa che tutti sanno sugli head’s up è che bisogna essere molto aggressive per vincere. Di solito infatti , specialmente nelle prime fasi della mano, è meglio un raise piuttosto che un call, e i fold con mani marginali diminuiscono sensibilmente.

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Il miglior scenario possible, oltre che andare all-in con una “monster hand”, è quello di accaparrarsi il più possibile i piccolo piatti. Mentre sia voi che il vostro avversario aspettate pazientemente di fare un bel piatto con le coppie più alte o con flop miracolosi, conviene accumulare più chip possibili dai piatti meno importanti. Così, quella volta che il vostro avversario troverà AA e voi avete QQ, oppure chiude un set al flop contro la vostra doppia coppia, il danno che vi procurerà sarà sicuramente sanabile.

I piccoli piatti non piacciono affatto alle trasmissioni televisive, ma sono l’obiettivo principale di tutti i professionisti di questo gioco. La maniera migliore per vincerli è quella di mettere sotto pressione l’altro giocatore, spingendolo a foldare il più possibile. Quando siete i primi a parlare allora puntate come se aveste una buona mano e quando è l’altro a puntare prima di voi, rilanciate come se aveste un punto migliore. Il trucco sta nel farlo quanto basta per vincere la maggiorparte dei piatti, ma non tanto spesso da far capire all’avversario che puntate con niente. Non posso dirvi con precisione quante volte provarci e quante no. L’arte nel poker sta proprio in questo ed ogni situazione è diversa da un’altra. Però, se vi accorgete che l’altro vi viene a vedere con mani tutt’altro che buone allora, probabilmente, è segno che state rilanciando un po’ troppo.

Quando siete in vantaggio
Il gioco aggressivo acquista maggiore importanza quando siete avanti nei confronti dell’avversario. Diciamo quando avete almeno il 75% delle chips in gioco. In questo caso, sonderete continuamente l’altro giocatore ogni volta che farete una puntata. Neanche con una mano decente, egli rischierà tutte le sue chips per venirvi a vedere. Continuerete a vincere piccoli piatti fino a che il suo stack sarà zero.

Nel caso dovesse fare call con una mano migliore della vostra, allora si possono verificare due situazioni: o fa un bel double-up (più probabile) o perde tutto (nel caso che le carte decidano di venire dalla vostra parte). La seconda ipotesi capita più spesso di quanto possiate credere. Se andate all-in con 7-2 offsuit e l’altro vi chiama con A-K, in partenza siete battuti solo il 67% delle volte. Vorrà dire che nel restante 33% dei casi, vincerete piatto e partita.

Quando siete in svantaggio
Quando la situazione è ribaltate e siete voi short-stack, dovete cercare il momento opportuno per andare all-in. Se avete abbastanza chips, l’avversario potrebbe passare, ma il vostro obbiettivo è raddoppiare. Con quali mani andare all-in? Pre-flop, qualsiasi delle 27 mani migliori e poi anche con qualsiasi K-x ed eventualemente anche con qualsiasi Q-x. Minore è il numero di chips a disposizione e maggiore è il numero di mani con cui spingere. Se avete nove o dieci volte il big blind potete essere un po’ più selettivi. Ma con duo o tre volte il BB ogni figura vale un all-in.

Dopo il flop, spingete con qualsiasi coppia, anche la più bassa. Da doppia coppia in su potete pensare di fare un po’ di slowplaying e checkare per provare a spillare qualche chips in più dal vostro avversario. Negli altri casi cercate di preservare le vostre chips per un momento migliore. Quando non chiudete niente al flop dovete pensare essenzialmente al fold. Anche se può dare fastidio abbandonare un piatto con davanti a noi soltanto poche chips, ricordate che le probabilità di vincere, tentando un bluff o acchiappando una carta miracoloso al turn o al river, sono contro di voi. Aspettate un momento migliore.

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