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Imparare a vincere al tavolo finale

Qualsiasi persona arrivata a un passo dalla vittoria di un torneo puo’ confermare la delusione che si vive in questa situazione, una infinita amarezza. Nel 2006 sono arrivato secondo in un torneo no-limit holdem da $1.000 di buy-in alle World Series of Poker e nel 2007 ero il runner-up ad un evento da $2.500, sempre alle World Series. Nel 2008 ero particolarmente determinato a vincere il mio braccialetto – non mi interessava raggiungere il tavolo finale, volevo ottenere una vittoria.

Sono felice di poter dire che ho raggiunto il mio obiettivo. Ho vinto l’evento da $3.000 no limit hold’em alle World Series of Poker, e successivamente ho vinto un altro braccialetto, nel torneo da $2.500 di 2-7 Triple Draw Lowball. Inoltre, nel mese di agosto, ho anche vinto il mio primo titolo WPT, il Legends of Poker al Bicycle Casino di Los Angeles.

Ora che ho finalmente portato a casa delle belle vittorie, voglio condividere con voi un paio di consigli che, nel mio caso, hanno veramente fatto la differenza.

1. Essere capaci di foldare quando è a rischio la tua permanenza nel torneo

Sono stato spesso in questa situazione: un giocatore corto rilancia, io controrilancio per metterlo all in e successivamente un giocatore con un grosso stack seduto dopo di me effettua un nuovo rilancio che mette me in all in. Sono in una posizione difficile perchè sono quasi sicuro che la mia mano sia superiore a quella dello short stack però non ho la stessa convinzione nei confronti del big stack. Ci sono molte chips nel piatto e sono tentato dal call, però in passato mi è capitato troppe volte di terminare il torneo in settima od ottava posizione proprio per colpa di questi call.

Una cosa che ho imparato è che se credi di avere una mano inferiore, allora la migliore mossa è quella di foldare, per rimanere in gara e poter giocare le mani successive. Anche se le pot odds indicano che il call ci può stare, è sempre meglio passare. È logico che se le pot odds sono nettamente favorevoli e se hai già messo nel piatto 80% del tuo stack, allora è un altro discorso.

Quest’ultima situazione ci fa riflettere su una questione strategica: quando rilanci contro un short stack, è bene considerare un piccolo rilancio in modo da non essere completamente ‘committed’ nella mano nel caso in cui un giocatore con un big stack decide di contro-rilanciarti. È importante avere la possibilità di foldare nel caso ci siano altri giocatori dopo di te. Alcuni giocatori (soprattutto i novizi) mettono la metà del loro stack nel piatto e dopo non sono più capaci di foldare. Si innamorano della loro mano senza veramente considerare il suo valore obiettivo e perdono tutte le loro chips.

2. Non mollare mai, non importa quanto tu sia short!

Nell’evento triple draw che ho vinto ero veramente corto al tavolo finale. Avevo chip sufficienti per due big blinds, c’era molta azione al tavolo e dovevo entrare in gioco il più presto possible. Sono riuscito a vincere una mano importante e dopo ho avuto un serie positiva che mi ha permesso di triplicare un paio di volte.

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Il succo di questa storia è che non bisogna mai darsi per vinti, anche quando sei molto corto. In queste fasi bisogna essere pazienti. Vedo molti giocatori che diventano corti e all’improvviso smettono di giocare in maniera intelligente. In questi casi un giocatore che precedentemente aveva un grosso stack perde molte chips e si ritrova corto, inizia a deprimersi, perde la concentrazione e comincia a giocare male. Finirà che un altro giocatore andrà all in e lui chiamerà con A-2 oppure A-5, anche con K-J…con qualsiasi mano se una delle due carte è alta.

Ho anche visto giocatori che, perso un grosso piatto e rimasti con poche chip davanti, si sono alzati e sono andati via dal tavolo. Pensa se lo avessi fatto io al torneo di Triple Draw: avrei voltato le spalle ad un braccialetto delle World Series of Poker.

La mia vittoria è un esempio lampante che non bisogna mai rinunciare. La sorte può cambiare in qualsiasi momento – ho visto molte persone partire da uno stack corto e ritrovarsi chip leader. Se vuoi vincere un tavolo finale, allora non devi smettere di credere che quella persona puoi essere tu!

5 – 2 – 2009

John “the razor” Phan

Questo articolo è tratto da FULL TILT POKER

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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