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NL200: quando voler vincere “di forza” non è una buona idea

[imagebanner gruppo=pokerstars] Qualsiasi giocatore di cash game, a prescindere dal livello giocato, ciclicamente si trova nella posizione di tentare la giocata “di forza”, spinto dal noto adagio “in qualche modo dovrò pur vincere questa mano”. Malgrado si tratti di un sentimento comune, però, Ben “Sauce123” Sulsky ci spiega perché questa non è sempre una buona idea.

Siamo al NL200, naturalmente ad un tavolo 6-max, ma uno degli elementi che rendono interessante la mano è che ci troviamo a giocare un piatto 3-bettato fuori posizione con uno stack effettivo di 250 big blind, decisamente non le premesse per una situazione facile da gestire.

Nello specifico, hero apre da UTG a 6 dollari con in mano a k , venendo 3-bettato dal BTN a 18 dollari e decidendo di limitarsi a chiamare. Il flop è j 5 9 , ed hero decide di check/raisare a 84 dollari la continuation bet di 30 dollari del bottone, che però chiama.

Il turn è la q , carta sulla quale hero decide di bet/foldare 159 $ su piatto di 209 $ nell’estremo tentativo di vincere il piatto, ma purtroppo per lui è proprio costretto a muckare quando il suo avversario rilancia all-in. Ma cosa ne pensa il giocatore statunitense di tutto questo?

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Commentando la mano su RunitOnce.com, Sulsky ci ha tenuto a rimarcare in modo stringato alcuni punti: “Ogni street che hai giocato in questa mano è decisamente non standard, da parte tua – premette – questo non è necessariamente un male, ma parlando in generale devi avere delle buone ragioni per prendere decisioni simili”.

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Anzitutto, al suo posto “Sauce123” spiega che avrebbe 4-bettato preflop un buon numero di volte, ma a dire la verità non è questa street quella che gli suscita maggiore perplessità, bensì la scelta da parte di hero di check/raisare il flop: “Una parte consistente del range di mani con cui il tuo avversario bet/folda al flop è formata proprio da AK – sottolinea – quindi dal canto tuo preferirei farlo con mani come 8 7 oppure 10 9 , con l’intenzione di trasformarle in bluff quando al turn cade una donna oppure una cuori”.

Quello che insomma Ben sottintende è che, proprio perché noi abbiamo AK, di fatto riduciamo il numero di combo in mano al nostro avversario con cui bet/folda al flop, riducendo indirettamente la fold equity su cui può contare il nostro bluff.

Con le combo da lui suggerite possiamo invece semibluffare senza incorrere in questo problema, un aspetto apparentemente marginale ma che in realtà, come i giocatori più esperti sanno bene, non lo è affatto.

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