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È vero che si comincia a vincere a poker quando ci si diverte di meno?

Da quando faccio parte di questo mondo, le persone che ho incontrato lungo il mio tragitto professionale, ancorché ludico, mi hanno lasciato, chi più, chi meno, tutta una serie di “input” che mi sono portato dietro in tutti questi anni.

Una delle frasi che mi colpirono di più quando cominciai a seguire il poker in tutte le sue sfaccettature, fu quella che condivise uno dei giocatori all’epoca più seguiti e amati, primo tra i primi a mettere panni neri sui tavoli virtuali del .com e molto conosciuto soprattutto dalle parti di Bologna.

Egli mi confidò che i primi risultati che ottenne dal giochino, e vi assicuro che lui ne ha ottenuto davvero tanti, arrivarono quando smise di divertirsi.

Divertimento e poker: sono inconciliabili?

Voglio sgombrare subito il campo dall’enunciato che porterebbe a pensare che ogni nozione acquisita nel tempo, sia qualcosa della quale rimanere prigionieri,  senza cambiarne i connotati o mettere in discussione le fondamenta di tali idee.

Ognuno si costruisce le convinzioni che crede e anche, e soprattutto, in questo campo, le sensazioni soggettive sono quelle che dovranno farla da padrone.

Da quel momento, correva l’anno 2009 o giù di lì, ho pensato e ripensato spesso a questo enunciato e io stesso non ho avuto mai la certezza che fosse veramente così o se, al contrario, il divertimento che va di pari passo con le vittorie “sul campo”, sia qualcosa da perseguire.

Va da sé che andrebbero esaminati un’infinità di contesti, facenti capo a tutte quelle dinamiche che influenzano le nostre giornate di gioco.

Intanto, ma questo dovrebbe essere già acclarato, occorrerebbe capire qual è il fine che ci proponiamo quando cominciamo a giocare e come esso cambia nei mesi e negli anni. Di certo, se parliamo di vittorie e divertimento, stiamo già mettendo sotto chiave il concetto che ci sediamo al tavolo per ottenere del profitto.

Se questo lo si fa spesso e volentieri con l’intento di divertirsi, il perimetro della storia che stiamo raccontando, coccia con l’obiettivo che ci stiamo prefiggendo.

Attenzione e concentrazione

Questo significa che nel momento in cui proviamo ad arrotondare il nostro stipendio, oppure vogliamo dare una chiave meno giocosa e più “seria” alla nostra passione, il divertimento fine a se stesso non può essere un’opzione cavalcabile.

Va da sé che il divertimento, seppur ricercato in minima parte, non deve mai mancare in nessun comparto delle nostre vite reali, nemmeno nelle nostre occupazioni quotidiane, come le relazioni sociali, il nostro lavoro, lo studio, eccetera.

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Il poker, più in generale, devve essere un gioco che in primis ti deve piacere, a prescindere dai periodi bui che si possono attraversare, vuoi per la nostra solita amica/nemica varianza, sia perché stiamo giocando male nell’arco di un determinato periodo.

Fissare gli obiettivi

Se tutto questo non bastasse, il consiglio è sempre quello di fissare dei micro obiettivi che diventano degli step da raggiungere e superare. In abbinamento ad essi noteremo i nostri miglioramenti e saremo noi stessi a capire se abbiamo bisogno di una maggiore dose di divertimento oppure di serietà e concentrazione, senza mai perdere di vista il fatto che le due cose si possano coniugare.

La motivazione per la quale è sempre necessario porsi dei piccoli obiettivi è la reazione nostro ego. Fino a quando giocheremo con l’idea di raggiungerli, il nostro ego non ne verrà mai scalfito.

Provate a immaginare, invece, di pensare ad un solo grande e qualche volta difficilmente raggiungibile obiettivo di medio e lungo termine. Percorreremo una strada di lunghe e qualche volta deleterie delusioni e sconfitte, ci sarà poco spazio per il divertimento e saremo portati ad arrovellarci intorno ad una situazione che ci piacerà sempre meno.

Tuttavia l’imprevedibilità è uno dei punti forti del gioco del poker, senza di essa, se fosse tutto piatto e già segnato, non ci sarebbero momenti di eccitazione, che, al contrario sono quelli che i giocatori più amano.

Provate…e divertitevi, fino a quando non vi stancate!

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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