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Sergey Karshkov

La morte sospetta di un altro oligarca: il re delle scommesse russe Sergey Karshkov, fondatore del book 1XBet che ha messo in imbarazzo la Serie A

Il decesso sospetto del miliardario Sergey Karshkov, va ad aggiungersi a una lunga lista di morti molto strane (o cruente) accadute a circa 40 oligarchi russi dopo lo scoppio della Guerra in Ucraina.

Il 16 marzo 2022 il Presidente Vladimir Putin, una volta incassato il fallimento per la mancata conquista di Kiev (di conseguenza la caduta del Governo Ucraino) si lasciò scappare una battuta inquietante sugli oligarchi: “Si sentono parte della casta occidentale. Ma il popolo russo li sputerà via come moscerini”.

Saranno coincidenze, senza alcun dubbio, ma nel giro di pochi mesi sono accaduti dei fatti molto strani, tra “suicidi”, avvelenamenti (un classico da quelle parti) e delitti violenti. Secondo il tabloid inglese The Sun, nel marzo del 2023, sono deceduti 39 oligarchi russi (tutti all’estero) dall’invasione in Ucraina.

Chi era Sergey Karshkov: il miliardario fondatore di 1XBet sponsor della Serie A

L’ultimo è stato il miliardario Sergey Karshkov , considerato il numero delle scommesse in Russia. E’ stato il co-fondatore del bookmaker online 1XBet, sponsor per l’estero della Serie A.

Un brand che ha messo in imbarazzo gli uomini della lega, dalla cui sponsorizzazione incassano circa 15 milioni di euro l’anno. In realtà la Lega aveva ceduto i diritti di sponsoriship a una agenzia pubblicitaria che, a sua volta, ha sottoscritto un contratto con il discusso bookmaker di Karshkov.

Lo stesso Sergey Karshkov era nella black list delle autorità russe, per aver accettato scommesse proprio nella madre patria, senza alcuna licenza.

Come non aveva licenza in Italia, pur rappresentando all’estero la Serie A. Un paradosso ma che non viola alcuna legge, visto che 1XBet sponsorizza il massimo campionato fuori dai confini.

Sergey Karshkov: le circostanze sospette del suo decesso

Karshkov è deceduto in un ospedale svizzero perché vittima di una presunta reazione allergica al gadolinio, un liquido di contrato utilizzato durante gli esami di risonanza magnetica. E’ l’ultimo oligarca a spirare in circostanze misteriose.

L’ex boss delle scommesse è deceduto all’età di soli 42 anni ed era nella lista dei ricercati internazionali della Russia. Era stato condannato (in contumacia) per aver promosso attività di gioco d’azzardo e riciclaggio di denaro attraverso 1XBet.

A darne notizia della sua morte su Facebook è stato il suo amico Pavel Muntyan.

Sebbene non sia il primo caso di una reazione allergica sconsiderata al gadolinio nella storia della medicina, le circostanze della morte di Karshkov sono materiale adatto agli amanti del complotto. In effetti almeno 40 “moscerini” hanno fatto una brutta fine.

La serie di quaranta morti improvvise, del tutto inaspettate che ha colpito quella cerchia esclusiva, induce senza dubbio a farsi qualche domanda.

Il boss russo delle scommesse e 1XBet: la storia

Karshkov è di origine ycraina: è nato a Kiev, ma trasferitosi in Russia è riuscito a scalare le gerarchie nel Ministero degli Affari Interni, gestendo un intero dipartimento regionale per la lotta alla criminalità informatica. La vita è strana perché qualche anno è stato inserito proprio dal Ministero degli Interni nella black list come criminale informatico.

Nel 2007 ha fondato la società di gambling online 1XBet, con sede a Cipro servendosi di una licenza per e-Gaming di Curacao.

Nel 2016 però con la regolamentazione del mercato delle scommesse in Russia, la sua posizione è diventata scomoda a Mosca e si è dovuto trasferire a Cipro. Sia lui che il socio in affari Roman Semikhoin, sono stati accusati di gestire operazioni non autorizzate e di operare senza licenza in Russia.

Tuttavia, Semikhoin ha affermato alla rivista Forbes nel 2021 che il loro trasferimento a Cipro era stato pianificato diversi anni prima che le autorità russe arrivassero a bussare alle loro porte.

“Siamo i numeri uno in Africa, siamo tra i primi tre in America Latina”, ha detto Semikhoin. “Gestire un progetto internazionale al di fuori della Russia è stato “più facile”.

Condannati in contumacia, i due sono stati aggiunti a una lista internazionale di ricercati e anche la società 1XBet ha affrontato accuse di bancarotta a Curaçao lo scorso anno.

Il bookmaker è stato accusato di mancati pagamenti delle vincite (una consuetudine per diverse società di scommesse russe) e ingenti fatture fiscali non pagate. Nella colonia olandese la compagnia di e-gaming ha diversi problemi legali e la morte di Karshkov ne complicherà ancor di più i piani di gestione.

Serie A e quella sponsorship “inopportuna”

1XBet ha rappresentato sempre un motivo di imbarazzo per la Lega di Serie A, in particolare dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, quando la Serie A ha voluto mantenere intatto il contratto di sponsorship. In quei giorni il Fatto Quotidiano era passato all’attacco, dopo alcuni attacchi pubblici dell’Avvenire di un paio di anni prima:

Il Fatto scrive: “Nel 2019 un’inchiesta del Sunday Times ha portato alla luce quotazioni clandestine (anche su eventi minorili), e sono emerse accuse di frodi e creditori non pagati. 1XBet è stata bandita di fatto dal Regno Unito, inquisita e privata della licenza in Russia, in Italia non è mai stata riconosciuta e infatti il sito è completamente bloccato. Però l’agenzia continua a operare in giro per il mondo. E la Serie A continua tranquillamente ad associarvi il proprio brand, e incassare i suoi soldi: una cifra vicina ai 15 milioni di euro a stagione, a quanto risulta a ilfattoquotidiano.it. I patron non hanno alcuna intenzione di rinunciarci, anche se si tratta di uno sponsor probabilmente inopportuno. A prescindere, anche prima della guerra”.

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.