Vai al contenuto

Winamax non chiude le porte agli stranieri. PokerStars.fr vuole proteggere liquidità comune europea

Ad una prima lettura superficiale, potrebbe sembrare che la scelta di PokerStars.fr di chiudere le frontiere nel poker online agli stranieri sia anti-europeista. In realtà è l’esatto contrario. Dal 13 febbraio non saranno ammessi più i residenti dell’UE che vivono in paesi con mercati non regolamentati, ma è una scelta più “aziendale” e protezionista verso il prossimo mercato comune.

italia-francia

L’Arjel (l’ente regolatore francese) pur comprendendo le preoccupazioni per l’attuale normativa non potrà mai tornare indietro sui suoi passi. Sia per ragioni formali (la legge dovrebbe essere modificata da una nuova normativa approvata dal Parlamento) che sostanziali: una chiusura ai residenti europei, potrebbe essere interpretato come una chiara violazione del principio di libertà di circolazione dei cittadini  all’interno dell’Unione Europea oltre che ad un indebita restrizione dei servizi.

Winamax lascia le porte aperte

Winamax, la principale concorrente di Pokerstars.fr,  ha però fatto sapere in queste ore che non intende adottare un meccanismo restrittivo simile. Su Twitter, i responsabili della room, rispondendo ad un regular straniero sono stati chiari: “non rientra nei nostri piani”.

 

Due anni fa però Winamax.fr aveva impedito l’accesso ai residenti italiani, a seguito di pressioni da parte dei Monopoli. Per questo motivo, la prima room francese ha deciso di prendere una concessione in Italia.

PokerStars.fr vuole difendere la liquidità del futuro mercato europeo

PokerStars France – molto probabilmente –  è arrivata a questa drastica conclusione dopo essersi consultata con i partner di Italia, Portogallo e Spagna. Il motivo? Difendere e rafforzare i confini del futuro mercato comune europeo.

Il pericolo principale, in ottica di una futura ed unica piattaforma, avvertito dai poker manager di PokerStars e dai responsabili degli enti regolatori (ADM per l’Italia) è quella di una perdita graduale della liquidità.

Per farvi capire, come più volte vi abbiamo detto, in Francia il mercato è aperto ai cittadini residenti in nazioni con mercati non regolamentati dell’Unione Europea (Germania in primis).

francia-liquidita-comune

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Players stranieri indeboliscono field e liquidità interna

Per esempio, players tedeschi potevano vincere su PokerStars.fr ma in contemporanea perdere, in un secondo momento, le vincite su PokerStars.com (ipotesi più probabile) o altre reti internazionali, drenando così il mercato di liquidità, perché non “re-investivano” le vincite maturate sullo stesso mercato. Ed è quello che è successo in Francia in questi anni.

Inoltre diversi pro americani e canadesi avevano affittato account europei fake per giocare sulle rooms .fr. Un massacro.

Il risultato era sotto gli occhi di tutti: il mercato francese nei tornei si è trovato, con il passare degli anni, con meno liquidità rispetto a quello italiano, nonostante un maggior numero di giocatori presenti (pensiamo ad esempio ai dati di PokerScout nel cash game o le relazioni trimestrali dell’Arjel).

Il primo a denunciare questo aspetto e parlarci di questo fenomeno è stato, in una nostra intervista esclusiva, Rocco Palumbo. Le parole del professionista italiano sono state raccolte con attenzione dai responsabili che hanno esaminato i dati storici dei mercati.

Logico pensare quindi che PokerStars Francia sia stata indotta ad una scelta storica e coraggiosa ma funzionale a proteggere la futura liquidità comune.

Arjel: “imminente la liquidità comune con gli altri paesi europei”

In una recente relazione del quarto trimestre 2016, l’Arjel oltre a giudicare preoccupanti i dati sul cash game, ha definito “imminente la liquidità comune” con altri paesi europei ed ha esortato i politici francesi a modificare la tassazione. In tutti i casi, in questi mesi l’azione dell’Arjel è da applaudire. Coppolani ed i suoi collaboratori hanno lavorato molto bene e seguendo un’unica direzione, con l’obiettivo di creare un mercato comune sempre più protetto ed equilibrato.

 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI