Il 2018 non sarà un anno banale per il poker mondiale, sarà la stagione della svolta. Tutto non sarà più come prima perché i pochi mercati chiusi ancora esistenti hanno rinnegato le loro scelte iniziali, confermando il fallimento di un modello non sostenibile nel poker online, un gioco dove la liquidità fa la differenza. Tornare indietro sarà impossibile considerando la concorrenza internazionale ed i market alternativi. Una cosa è certa: il format che in questi anni ha imposto muri, recinti e barriere, si sta sgretolando.
Il 2018 lascerà quindi un segno nella breve ma intensa storia di questo gioco: in Europa e negli States prenderanno il via i primi mercati regolamentati condivisi regionali.
I mercati che non lo faranno saranno tagliati fuori in futuro e si assisterà ad una lento ma inesorabile crollo di volumi e di action. Quindi, risulta una condizione necessaria per gli Stati unirsi in un unico pool europeo.
A dire il vero, nel Vecchio Continente, i primi paesi a farlo sono stati, nel 2017, Finlandia e Austria sotto la regia di iPoker. Il prossimo passo riguarderà Francia e Spagna, con Portogallo e Italia ancora in posizione d’attesa. Lo scenario più probabile è che i lusitani si uniscano verso giugno, con una partenza anticipata a fine gennaio dei francesi in partnership con gli iberici.
L’ accordo è stato sottoscritto a Roma il 6 luglio dai quattro enti regolatori.
I Monopoli di Stato italiani hanno individuato nella liquidità condivisa lo strumento per il rilancio del gioco e come un sistema di protezione dei giocatori: con un’offerta più attrattiva, i nostri giocatori non cadono nell’errore di giocare sulle piattaforme non autorizzate che offrono montepremi e jackpot notevolmente più alti. Ma più si perde tempo e più questo pericolo diventa concreto considerando un’offerta internazionale dove vige una de-regulation sempre più spinta (pensiamo alle crypo rooms tra un paio d’anni per esempio).
La Spagna tempo non ne vuole perdere e, negli ultimi giorni del 2017, il Director General de Ordenación del Juego ha firmato il decreto che autorizza la modalità di gioco che consente la liquidità internazionale.
Di fatto, Arjel e DGOJ si stanno rivelando enti regolatori molto credibili che mantengono le promesse, rispettanoo alla lettera gli accordi sottoscritti anche nel timing, con una partenza sprint prevista nelle prossime settimane.
Con questa mossa (anche politica) Francia e Spagna si candidano a divenire i paesi leader, all’interno dell’Unione Europea, per quanto concerne le politiche sui giochi, considerando l’uscita della Gran Bretagna da questo contesto ed il gruppo di lavoro che si è creato che vede partecipare anche Austria e Germania. Si parla con insistenza anche della Danimarca, a lungo nel mirino del DGOJ per un eventuale accordo futuro sulla liquidità internazionale.
Tutto quello fatto in questi mesi testimonia l’affidabilità e la credibilità di francesi e spagnoli. Forse solo loro hanno i mezzi per guidare il settore ad una regolamentazione europea più uniforme nell’e-gaming.
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Si attende ad ore la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a Madrid del decreto che dà il via ufficiale alla liqudità condivisa regionale nel poker online europeo.
Al di là dell’Atlantico, sempre nel 2017, Delaware, Nevada e New Jersey hanno firmato un accordo simile per unire i tre pools. Ed è probabile che dopo la partenza, anche un grosso stato come la Pennsylvania aderisca all’accordo.