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Brian Townsend

Brian Townsend: dai milioni degli high stakes allo scandalo cheating, ascesa e caduta di ‘sbrugby’

Nella storia del poker, tanti personaggi sono spuntati dal nulla, si sono presi le luci delle ribalta, e alla fine sono caduti nel dimenticatoio – chi prima e chi dopo, chi per un motivo e chi per un altro.

Ma se esiste un personaggio che incarna sia le luci sia le ombre di un universo al contempo affascinante e complicato, be’, quello è probabilmente Brian Townsend. Tante volte abbiamo scritto di lui: ma oggi, che fine ha fatto ‘sbrugby’?

 

 

Correva l’anno 2006

Ai primi bagliori di quello che sarebbe stato un vero e proprio boom, il poker online accoglieva un giovanotto di nome Brian Townsend che non aveva paura di battersi con i più forti giocatori di cash game high stakes online.

A 25 anni, Townsend era già pro di Full Tilt, nonché co-fondatore e gestore di CardRunners, uno dei siti di training più famosi di sempre. Logico che un personaggio del genere venisse invitato in tutti gli show di poker più seguiti, da Poker After Dark ad High Stakes Poker.

Ma tutto ciò non era destinato a durare…

I primi ‘problemi’

Brian Townsend finì per la prima volta nell’occhio del ciclone quando si scoprì la sua tendenza a giocare con molteplici account su PokerStars e Full Tilt, sui quali rifugiarsi a stake più bassi quando le cose non andavano bene negli high stakes.

All’epoca, ‘sbrugby’ fece ammenda in un post pubblicato proprio su CardRunners, spiegando di aver sbagliato e che sarebbe stato giustamente punito. Full Tilt, ad esempio, gli revocò il titolo di Red Pro per sei mesi.

A quanto pare, però, Townsend non imparò la lezione.

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Brian Townsend e il famoso ‘sacco’ a Isildur1

La storia è ormai arcinota. Townsend, in collaborazione con Brian Hastings e Cole South, analizzo un campione di 50.000 mani giocate da Viktor ‘Isildur1’ Blom e a fine 2009 i tre lo ripulirono di tutto il profit che fin lì lo svedese aveva accumulato.

Anzi, Blom passò ad avere un negativo di circa 2 milioni di dollari, con Brian Hastings capace di scucirgliene 4,2 in una singola sessione. Una storia che ricostruivamo in questo articolo, in cui scendevamo più in profondità.

Il secondo ban e l’addio alla scena internazionale

Quando la notizia venne inevitabilmente a galla, Townsend, South e Hastings negarono, ma Full Tilt li sospese per 30 giorni. Per ‘sbrugby’, fu l’inizio della fine.

Il suo grafico passò da un profit di $3 milioni a un passivo di quasi $1,88, prima che l’americano ritirasse ufficialmente il suo soprannome dalla piattaforma che lo aveva lanciato nel gotha del poker internazionale.

Dopo il Black Friday, Brian Townsend cominciò a giocare su PokerStars con il nickname ‘aba20’, ma a stake molto più bassi di quelli a cui era abituato durante i suoi giorni di gloria di Full Tilt.

Oggi, l’ex ‘sbrugby’ ha praticamente dismesso la sua carriera di giocatore di poker professionista e si dedica principalmente alla corsa e al triathlon.

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