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Cosa insegna il poker per la vita reale?

Chiunque sia dentro al mondo del poker – o lo inizi ad approfondire con approccio sensato – non può eludere alcune verità di fondo: pochissimi riusciranno a diventare campioni, pochi avranno l’abilità necessaria per farne il proprio lavoro, ma per molti può essere una passione remunerativa, e TUTTI possono divertirsi traendo dal poker insegnamenti preziosi per la vita reale.

Questa è una verità testimoniata dai fatti, dalle tante persone che quotidianamente orbitano intorno al mondo del texas hold’em e per cui, dovunque li porterà il loro futuro, l’esperienza acquisita ai tavoli da gioco (online come live) sarà affidabile compagna e consigliera per la vita.

Lo spunto per queste considerazioni viene da alcuni bei post recenti sul nostro forum come quello di Ritual71, che qualche giorno fa ha condiviso una riflessione con la community intitolata per l’appunto “che cosa mi ha insegnato il poker per la vita“.

Dal post di Marvin (questo il suo nome) si evince la storia di un ragazzo come tanti animato da un forte spirito competitivo e per cui gli scacchi, “Magic: The gathering”, il poker hanno rappresentato diversi “corridoi” dove esprimerlo e svilupparlo liberamente.

Il poker però ha – secondo marvin – qualcosa in più, e questo “quid” fa sì che non venga abbandonato alla stregua degli altri due, una volta arrivata la consapevolezza di non poter arrivare ai massimi livelli, nè di essere in grado di vivere di esso.

Questo perchè il poker può essere una disciplina in cui la più preziosa risorsa, prima del risultato, è il percorso che si mette in atto per conseguirlo. Leggiamo dunque un estratto dal post di Ritual71:

“[…] non smetterò mai con il poker. Perchè è l’unico gioco che mi ha insegnato tanto, troppo nella vita. Ecco, questo è il punto. Forse è già stato detto o scritto, da altri prima di me. Ma dal poker ho imparato tutto questo.

– Ho imparato a mettermi nei panni degli altri ed a cercare di capire il loro punto di vista. Ragionare sul percieved range o su come un oppo gioca una mano mi ha insegnato che il punto di vista del tuo interlocutore è fondamentale, non solo per il contenuto ma anche per come ti vede e per come tu esprimi le tue idee.

– Ho imparato a controllare la mia ira. Perdere ripetutamente partendo davanti o sapendo in qualche modo di aver giocato meglio mi ha insegnato a controllarmi, e che a volte ci sono cose nella vita e nel gioco che nono puoi controllare. Ma la domanda giusta da farsi sempre è non se hai vinto o perso, bensì come hai giocato. E così, ho imparato a non arrabbiarmi più del dovuto ma a sorridere delle “disavventure”

– Ho imparato che prendersela con la sorte, con gli altri, con il caso non serve a nulla. Noi siamo gli artefici della nostra vita, e dobbiamo imparare a combattere con ciò che abbiamo in mano, senza sperare nel prossimo e senza trovare giustificazioni nel prossimo o nelle divinità

– Ho imparato a rispettare tutti, perchè chiunque può essere più bravo di te nonostante le apparenze. Ma ho anche imparato a non temere nessuno, perchè tu puoi essere più bravo nonostante le apparenze.

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– Ho imparato a non giudicare gli altri, perchè a volte un giudizio affrettato porta all’errore.

– Ho imparato che senza sudare, senza studio, senza disciplina non si va da nessuna parte. Nemmeno in questo gioco. E che le cose ottenute facilmente o per caso, non sono mai durature e portano solo a presunzione ed arroganza.

– Ho imparato che ci vuole coraggio ma anche autoncontrollo, perchè il primo senza il secondo è non solo inutile, ma dannoso.

– Ho imparato che cos’è il gioco d’azzardo, e se ne ero lontano prima lo sono a maggior ragione ora, dopo aver capito che significhi giocare ad un gioco dove tu hai il controllo della situazione rispetto ad uno in cui non ce l’hai, dopo aver capito che differenza c’è tra un giocatore che gioca rollato il NL10 ed uno che si siede al NL200 perchè “tanto ci vuole culo”.

– Ho imparato a conoscermi di più, capire maggiormente i miei limiti ed accettare ciò che sono. O forse, ciò che non sarò mai. Non mi siederò mai con Phil Ivey allo stesso tavolo… ma continuerò a divertirmi, e se possibile a vincere… because when i win, i have a lot of fun.”

Io credo che questo “nonalogo” pubblicato da Ritual71 sia una fotografia reale di quello che questo gioco può riuscire ad accendere in ciascuno di noi, indipendentemente dai risultati conseguiti o dal livello raggiunto.

E tu cosa ne pensi? Vieni sul Forum a leggere le risposte ed a portare la tua esperienza nella discussione!

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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