Si può tiltare quando si vince? La risposta sembrerebbe scontata: ovviamente no. Eppure, secondo quanto sostengono due giocatori di fama internazionale come Justin Bonomo e Isaac Haxton, esisterebbe anche un “win-tilt“, ovvero uno stato di tilt che si genera dopo aver vinto tanto e/o per lunghi periodi.
I due poker pro americani (e amici di lunga data) ne hanno parlato con Remko Rinkema all’interno del nuovo show di PokerGo “Real Talk“. Hanno spiegato cos’è il win-tilt e Haxton ha anche rivelato quando ci è incappato e quali effetti disastrosi ha avuto.
Cos’è il win-tilt?
“Il “win tilt” è quando vinci e vai in tilt“, ha spiegato Bonomo. “Nel senso che quando perdi studi tantissimo perché vuoi uscire dal downswing, ma quando vinci ti siedi sugli allori e non studi più nulla. Non ti impegni e giochi male. Ti senti arrivato”.
Sostanzialmente si pensa di non dover più migliorare poiché si è riusciti a vincere cifre molto alte oppure perché si batte un livello con costanza da tanto tempo. Così si smette di studiare e quando arrivano le prime inevitabili perdite, c’è l’esplosione del vero tilt.
Justin Bonomo ammette con grande onestà di essere un po’ in “win-tilt” dopo aver vinto più di 20 milioni di dollari in pochi mesi.
“È una forma di tilt ed è quello che mi sta succedendo ultimamente. Ho una lista di mani da analizzare che mi sto trascinando dietro da troppo tempo. Forse per uscire da questo “win-tilt” dovrei smette di vincere!”, ha concluso Bonomo ridendo.
Finalmente 888, la seconda Poker Room online a livello mondiale è arrivata in Italia. Registrati subito! Per te un Bonus immediato di 8 euro senza deposito e Freeroll giornalieri da 5000 euro.
Isaac Haxton e il win-tilt dopo la PCA 2007
Isaac Haxton, invece, ha sperimentato il win-tilt dopo il suo primo grande exploit nei tornei dal vivo. Era il lontano 2007 e “Ike” chiuse il Main Event della PCA in seconda posizione per $861.000. Quel successo così grande e inaspettato, gli fece perdere le motivazioni necessarie per continuare a vincere.
“Mi piace pensare di essere immune a questo tipo di tilt, ma non è così”, ha detto Haxton. “So per certo che molte nuove leve, quando vivono run importanti, finiscono proprio in “win-tilt”. Non giocano bene per un certo periodo. A me successe nel 2007: chiusi in seconda posizione la PCA e per 40 tornei consecutivi non andai a premio. Giocavo troppo loose-aggressive, la gente mi conosceva e mi exploitava”.
La differenza tra vincite lorde e vincite nette e l’importanza del mark-up
Un altro aspetto del win-tilt riguarda la differenza tra vincite lorde e vincite nette. Ad Haxton è capitato di sentirsi fare i complimenti per i milioni di dollari incassati nei tornei live in una certa annata, pur avendo in realtà chiuso quell’annata in negativo. Una situazione sicuramente “tiltante”.
“Nel 2017 ho incassato 3 milioni di dollari ma ho chiuso l’anno in perdita“, dice Haxton. Verrebbe quindi spontaneo chiedersi come si sopravviva ai downswing negli high roller. La risposta è attraverso i mark-up, ovvero il sovrapprezzo sul buy-in che teoricamente rappresenta l’edge di un giocatore sul field dello specifico torneo.
“Con i mark-up i tornei high roller sono più profittevoli”, spiega Haxton. “In un torneo dal buy-in elevato, come un high roller da $100.000, è rarissimo che qualcuno riesca a vendere quote con un mark-up superiore a 1.1. Significa che per comprare il 10% della mia action devi spendere $11.000. Il range dei mark-up in questi eventi è compreso tra 1.05 e 1.1, ma considerando le cifre per cui giochiamo noi, fa una bella differenza”.