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Mike Matusow

Mike Matusow: “Full Tilt mi stipendiava $50.000 al mese”

Mike Matusow è stato tra gli indiscussi protagonisti dell’epoca d’oro del poker. Personaggio vulcanico, spesso sotto la luce dei riflettori per le sue reazioni esplosive al tavolo da poker e per una bocca che non stava mai chiusa – da qui il suo soprannome – oggi ‘The Mouth’continua a giocare, ma lo si vede sempre più raramente nei grossi circuiti.

Il professionista americano, che in carriera ha vinto oltre 9,5 milioni di dollari nei tornei live, recentemente ha lanciato il suo personalissimo podcast, ‘The Mouthpiece’, con una prima puntata che non poteva non essere esplosiva.

 

 

I bei tempi andati…

La prima puntata di ‘The Mouthpiece’ ruota attorno al Black Friday del 2011 e a quando Mike Matusow era un Red Pro di Full Tilt Poker, accanto a giocatori del calibro di Tom ‘durrrr’ Dwan, Jennifer Harman, Phil Ivey e tanti altri grossi nomi del poker.

In quel famigerato venerdì 15 aprile di otto ani fa, il Dipartimento di Giustizia rivoltò come un calzino il poker online made in USA. Come probabilmente ricorderete, fu l’inizio della fine di Full Tilt Poker, che non riuscì a restituire ai giocatori il denaro che questi avevano ancora sul conto – se non un paio d’anni dopo, grazie all’intervento di PokerStars.

Matusow ha ricordato di come non fosse coinvolto a livello operativo nella gestione della room: era un semplice professionista sponsorizzato, ma con uno stipendio da nababbo. ‘The Mouth’ afferma che ai tempi il suo cachet era di circa $50.000 al mese: una cifra molto alta, ma secondo Matusow non adeguata al suo valore.

Mike ha inoltre affermato che non si aspettava che Full Tilt non potesse restituire il denaro ai suoi giocatori, dopo il Black Friday. Anzi, aveva l’impressione che il business fosse piuttosto florido, stando a quanto gli raccontavano Howard Lederer e Ray Bitar – che facevano parte della dirigenza della room.

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Mike Matusow ‘scagiona’ Chris Ferguson

Sono passati ormai otto anni dal giorno più nero nella storia del poker online, eppure non conosciamo ancora la versione di Chris Ferguson, mentre Howard Lederer ha chiesto scusa – seppure con colpevole ritardo – per quanto accaduto.

In molti, nonostante i fatti risalgano al 2011, continuano ad accusare ‘Jesus’ per quanto successo, anche (forse proprio?) perché lo stesso pokerista americano non ha mai voluto dare nessun tipo di spiegazione, almeno non pubblicamente.

Ma Mike Matusow ha difeso il collega: “Sono sempre più dell’idea che l’unica colpa di Chris Ferguson sia stata quella di far gestire la sua compagnia a un gruppo di pagliacci. E il riferimento, piuttosto esplicito, è proprio al duo Lederer-Bitar.

Parlando di Ferguson, Matusow lo ha definito “il più grosso azionista” della poker room, nonché la persona che ha “creato il software”, esonerandolo da ogni responsabilità sul fatto che Full Tilt non avesse riserve di denaro sufficienti a coprire gli account dei giocatori americani dopo il Black Friday.

 

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