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Phil Hellmuth

Phil Hellmuth: “Gli high roller saranno a inviti, ci sono troppi pro noiosi! Matematica? Le letture fanno la differenza”

Phil Hellmuth sta promuovendo la sua autobiografia, e per raggiungere il maggior numero di persone sta rilasciando interviste a destra e a manca. Non solo ai media che si occupano di poker, ma anche a prestigiosi quotidiani come il Wall Street Journal e a emittenti televisive come la CNBC.

Tuttavia Poker Brat si lascia andare veramente solo quando parla a un pubblico di appassionati di poker. Come è successo quando ha partecipato al podcast di Doug Polk: in questa occasione ha parlato degli inizi difficili della sua carriera (argomento che abbiamo già trattato in un articolo dedicato), ma ha anche affrontato temi interessanti come il futuro dei tornei high roller e il confronto tra matematica e intuito.

Il futuro “privato” degli high roller

Phil non è mai stato un amante dei tornei dal buy-in molto elevato. Attualmente, al centro della sua carriera c’è una ricca partita privata di cash game nella Silicon Valley che va avanti da un paio di anni e ovviamente le World Series Of Poker. Tuttavia, pur non essendo un regular degli high roller, ha un’idea molto precisa della direzione che questi tornei prenderanno.

Ci sono pro che ti fissano tutto il tempo e rendono il gioco noioso“, ha detto. “A causa del loro comportamento verranno introdotti i tornei a inviti, perché nessuno dei businessman vuole avere a che fare con questi giocatori. E non perché siano forti, ma perché sono noiosi“.

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Hellmuth sostiene che presentarsi al tavolo solo ed esclusivamente per intimorire gli avversari e volerli spennare è una strategia che non può funzionare sul lungo periodo. Affinché le whale continuino a giocare, è necessario creare un ambiente amichevole e rilassato.

“Sono sicuro: gli high roller diventeranno privati. In questo modo i pro noiosi e fastidiosi verranno tagliati fuori. Penso che a quel punto alcuni di loro agiranno legalmente e avremo delle cause legali. Questo succederà nel mondo degli high roller”.

La stima per Doug Polk

Considerando che queste dichiarazioni sono state fatte nel podcast di Doug Polk, alcuni spettatori hanno pensato che si riferissero proprio a lui. Hellmuth, da sempre molto critico verso le nuove generazioni di pro, chiarisce subito che non è così:

Tu fai il bene del poker“, ha detto a Polk. “Sorridi sempre al tavolo, porti nuove persone in questo mondo e non ti ho mai visto fissare nessuno per trenta secondi. Quando lo fai cerchi almeno di essere divertente. Abbiamo bisogno proprio di questo nel poker”.

A parte il comportamento al tavolo, un altro aspetto di cui Hellmuth parla spesso è l’approccio che un professionista dovrebbe avere per vincere sul lungo periodo. In un’epoca nella quale la contrapposizione tra strategia exploitativa e GTO è fortissima, Phil si schiera senza dubbio verso la prima. Il suo poker è tutto basato sulle letture.

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Le letture più importanti della matematica

Se leggi bene le persone, sarai in grado di fare ciò che vuoi del tuo avversario. Le nuove generazioni pensano solo alle size, ad aprire 2x e 3-bettare 4x. Allora sai come li contrasto? Quando aprono 2x, io rilancio 7x. Così non possono chiamare, diventa pericoloso anche per loro”.

Ciononostante, Hellmuth rispetta chi sceglie un approccio basato sulla matematica.

“Tu giochi in maniera molto matematica (rivolto a Polk, ndr) e non dico che non sia corretto, ma io la vedo diversamente. Rispetto chi gioca solo secondo teoria, ma io sono convinto che la mia White Magic sia determinante“.

Per Phil Hellmuth non è solo una questione di principio. Il 14-volte campione WSOP è convinto che giocare seguendo le sensazioni sia più profittevole nel contesto del poker live, dove non si ha la possibilità di fare grossi volumi.

Chi gioca secondo matematica va all-in molto più spesso, con mani come A-Q o 8-8. Io non lo farei mai. Io gioco tanti piccoli pot aspettando l’occasione in cui il mio avversario non può battermi. Lì mi gioco tutto”.

Nel poker ci sono opportunità e io voglio evitare le mani sfortunate. Penso che ci siano altri modi per vincere oltre a quello matematico. Chiaramente, se le mie letture non funzionano devo affidarmi alla fortuna. Ma se le mie letture funzionano, la fortuna ha un ruolo molto marginale“.

Phil Hellmuth

Phil Hellmuth e l’ossessione WSOP

Infine, Hellmuth ha spiegato a Doug Polk perché ha incentrato tutta la sua carriera sul record di braccialetti alle WSOP. Il suo percorso, in questo senso, iniziò 29 anni fa…

Nel 1988 decisi che sarei diventato il miglior giocatore di poker di tutti i tempi. All’epoca chiesi a me stesso: “Come ci riuscirai?” L’unico modo per potersi definire il più forte, a quei tempi, era vincere più braccialetti di chiunque altro. Quando vinsi il Main Event del 1989 feci il mio ingresso ufficiale nel poker e diedi inizio alla caccia”.
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