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Poker e pallottole: i giocatori più famosi del West!

Esercizio abusivo della professione: una piaga dal 1881Il poker è sempre stato un gioco associato alla polverosa vita della frontiera americana, fatta di “boom town” che si spopolavano con la stessa rapidità con cui erano sorte, seguendo vene d’oro e d’argento vere o presunte che attiravano minatori, soldati, vagabondi e naturalmente anche giocatori.

La vita all’Ovest non era certo fatta per “piedidolci”, una realtà dove la legge la si portava appesa ad un fianco ed il piombo caldo era la più rapida ed economica delle argomentazioni.

Forse è anche per questo che negli anni il gioco del poker non ha mai saputo lavarsi di dosso una certa fama: resta il fatto che alcuni dei giocatori del diciannovesimo secolo sono diventate vere e proprie icone del West, estremamente popolari tanto nel cinema quanto nella letteratura. 

Il più famoso è senza dubbio James Butler “Wild Bill” Hickok, ucciso nel 1876 all’età di trentanove anni per mano di Jack McCall, proprio mentre stava giocando a poker. Da allora, la mano che la tradizione vuole stesse celando in quel momento – una doppia coppia di assi ed otto  – è chiamata la mano dell’uomo morto.

Fra i numerosi aneddoti che lo riguardano come giocatore, curioso quello che racconta come un giorno calò un tris d’assi accompagnato da un quattro ed un sei, dichiarando un full. Quando gli venne fatta notare l’incongruenza estrasse la pistola e disse che quello era il sei che mancava, un numero pari ai proiettili nel tamburo dell’arma. Manco a dirlo, vinse il piatto.

Eppure il suo non è un caso isolato. Se oggi c’è chi ha ancora paura del dentista perché usa il trapano, a Leadville, nel Colorado, John Henry “Doc” Holliday era temuto tanto nel maneggiare le carte che la colt.

Si trasferì laggiù perché allora quella era una cittadina dove scorreva molto denaro, ed anche perché sperava inutilmente che l’altitudine del luogo potesse contrastare la sua tubercolosi, che invece lo sconfisse nel 1887 a 36 anni.

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Professionista di poker e di “Faro”, il gioco più diffuso nel West all’epoca, partecipò alla celeberrima sparatoria all’ “O.K. Corral” di Tombstone, resa immortale da un film del 1957 con Burt Lancaster.

Alice 'Poker' Ivers in una delle sue foto più famoseMa chi pensa che tutto questo fosse soltanto roba da uomini si sbaglia di grosso. In effetti è diventata altrettanto famosa una figura come quella di Alice “Poker” Ivers, le cui contraddizioni l’hanno resa mitica.

Pistolera, fumatrice di sigari, di origine irlandese e madre di numerosi figli, questo non le impediva di essere anche una giocatrice che a Silver City, nel New Mexico, riuscì a vincere in una sola notte proprio ad un banco di “Faro” 8.000 dollari, somma che allora era poco meno di una fortuna.

Nel 1910 aprì a Fort Meade, nel Sud Dakota, un saloon che si chiamava eloquentemente “Poker’s Palace”, una vera Mecca del vizio che curiosamente rimaneva sempre chiusa la domenica, a causa della convinta religiosità della proprietaria.

Nonostante una vita turbolenta e numerosi guai giudiziari che la portarono più volte all’arresto, morì il 27 febbraio del 1930 all’età di 79 anni: con lei se ne andava in fondo una intera epoca, che da allora si è però trasformata in leggenda.

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