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Giacomo Loccarini: “vi racconto che fine ha fatto Ita.Dred. Ora grindo gli high stakes PLO su PokerStars”

E’ una sensazione strana entrare in un pub irlandese di Spinola Bay, a Saint Julian’s nel cuore mondano dell’isola di Malta, e incontrare un pezzo della storia del cash game italiano (e di Assopoker): Giacomo Loccarini.

E’ da tanto che non lo faccio, ma parlare con lui di poker è sempre stimolante. Ita.Dred (suo nick sul .com è Kayle.7fa) è un pozzo di scienza per quanto riguarda la matematica applicata ai giochi. Con lui puoi parlare di tutto: poker, scacchi, filosofia. In pochi minuti però percepisci che stai parlando con un giocatore diverso, una persona diversa rispetto a quello di qualche anno fa: “siamo due players differenti, c’è stata una forte evoluzione in me”.

Una birra insieme (sola una, giuro!) e quattro chiacchiere in relax.  Ha fatto perdere le sue tracce; in molti lo davano fuori dal mondo del poker giocato ma si sbagliano di grosso. Loccarini è uno dei grinder più vincenti nei giochi Pot Limit Omaha (PLO) su PokerStars.com e non si risparmia, a volte, qualche sessione (quando l’action e le condizioni lo permettono) a limiti veramente alti ($50/$100).

Con lui è facile andare fuori tema e parlare di filosofia applicata al poker. Cercheremo però di non allontanarci dal percorso standard.

In molti si sono chiesti dove fosse finito un giocatore dall’immenso talento come Giacomo Loccarini. Puoi spiegarglielo?

Ho ripreso a giocare nel 2016, dopo due anni e mezzo di stop. Avevo lasciato, non avevo più stimoli.

Da dove hai ripreso il tuo cammino?

Ho ricominciato giocando per 5 mesi tornei online che è l’unica disciplina nella quale non sono mai andato un granché bene.

Nei tornei hai però vinto un IPT proprio qui a Malta nel 2011.

Si. Ho deciso di grindare i tornei perché ero incuriosito da questo nuovo boom ma non è stata un’esperienza positiva. Sono stati 5/6 mesi di risultati mediocri. Al tempo vivevo a Londra ed ho deciso di trasferirmi a Malta per ritornare a dedicarmi al cash game che è sempre stata la mia disciplina.

In questi due anni e mezzo come hai visto cambiato il mondo del poker? C’è stata secondo te una effettiva evoluzione?

Il gioco è molto cambiato, erano usciti tutti nuovi solver, ho dovuto “re-imparare”. Ho fatto un bel lavoro intenso, partendo naturalmente da quello che avevo assimilato nei miei primi anni di carriera.

A quale disciplina in particolare ti sei dedicato?

Heads-up cash game. Sono partito dai mid-stakes, 2.5/5 zoom e subito ho crushato il livello, con il bb/100 più alto di tutto il sito.

In quel periodo, quando stavi riprendendo il volo, però per motivi familiari sei dovuto rientrare in Italia.

Si, abbiamo avuto una bimba e sono rientrato a Roma ed ho cominciato sul .it. Ho iniziato a giocare Omaha con ottimi risultati.

Per quale motivo PLO?

Le prime sessioni omaha a dire il vero le ho giocate sul .com a Malta e non sono state molto positive, avevo giocato al livello 1/2 ed ero sicuramente un giocatore perdente all’inizio. Leggevo le regole e cercavo di capire come funzionava ma con risultati deludenti.

Quando è arrivata la svolta?

Mi sono messo a studiare, ho cambiato approccio e dopo un mese da giocatore perdente, ho iniziato a vincere sul .com nei giochi Omaha. C’è stato poi il trasferimento in Italia e sul .it ho continuato a studiare e giocare full time.

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Quanto tempo hai dedicato a questa mission?

Per un anno ho studiato e giocato tutti i giorni 8/9 ore al giorno. Era il 2017 ed ho ottenuto risultati migliori di gran lunga su pokerstars.it con il profitto più alto.

Il talento da solo oggi nel poker non basta più? Serve altro?

Oggi, il talento di ogni singola persona è – secondo il mio parere – molto sopravvalutato in ogni campo. E lo dico seppur mi abbiano considerato e definito, fin dall’inizio della mia carriera, una persona molto talentuosa nel mondo del poker italiano. Penso che sia cambiato il mio concetto ed idea di talento.

Oggi nel 2019, cosa intendi per talento?

Il talento ti porta molto velocemente ad ottenere risultati mediocri. Dopo aver raggiunto quei risultati mediocri, ci vuole tanto lavoro per migliorare e raggiungere risultati top.

I risultati mediocri, in tanti ambiti però non abbastanza scientificamente evoluti, possono venir visti in maniera molto positiva … ma la realtà dei fatti è che non sono così positivi.

Giacomo Loccarini ci racconta la sua nuova avventura sul .com

Nel 2018 hai proseguito giocando con quella intensità?

Dopo un anno full intensive, nel 2018 ho giocato circa la metà delle mani “macinate” nel 2017 (c’era meno action). Sono stato sul .it fino a settembre e poi ho ri-iniziato a giocare sul .com qui da Malta.

Ci siamo un po’ persi… ritornando alla domanda di prima: perché proprio Omaha quando sei sempre stato considerato uno dei più forti nel NLHE?

Sono sempre stato una persona curiosa, mi piace mettermi spesso alla prova, valutare il mio livello e spingermi oltre con consapevolezza di ciò che sto facendo, ho bisogno di stimoli nuovi e obiettivi da realizzare . L’ ho fatto per tanti anni nel No limit hold’ em ed è venuto spontaneo sperimentare l’ omaha.

Hai fatto delle puntate a spot ai 50/100 anche e nell’omaha non si scherza affatto a quei livelli.

Ho fatto solo qualche mano nei 50/100 ma preferisco al momento le partite al 5/10 e al 10/20 perché non è detto che uno stake più alto si traduca in maggiori guadagni. Inoltre gli high stakes di PokerStars sono veramente difficili. C’è una grande varianza, quindi penso che la scelta migliore sia 5/10 e 10/20. Anche qui ho ottenuto in questi mesi risultati importanti, sono molto soddisfatto.

 

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Visto che negli ultimi due anni hai giocato sia sul .it che sul .com, puoi dirci le differenze sostanziali? C’è un gap tecnico notevole?

In primo luogo pensavo che le differenze fossero più spiccate ma non è così. Ci sono tanti ottimi giocatori sul .it.

Ci sono molti reg sul .it.

Una partita full reg, ovvero con regular medio-forti, è una partita difficile, la varianza aumenta molto in questo tipo di partite. Quindi, anche se hai un vantaggio, non sempre conviene sedersi in ogni tavolo, perché potresti metterci anche più di 6 mesi a realizzare la tua EV .

Chiaro…

Potrebbe non essere la migliore delle idee grindare costantemente tipi di partite del genere. Se invece è presente anche solo un giocatore occasionale, il discorso cambia drasticamente, la tua EV sale e la varianza diminuisce. Detto ciò, ritengo che giocare partite difficili con l’idea di migliorare sia una buon modo di crescere se fatto con la giusta consapevolezza.

Ma quali sono le differenze più marcate tra .it e .com?

Il regular medio nel .com è un giocatore più aggressivo e con più conoscenza matematica del poker. Generalmente è quindi un giocatore migliore. Ritengo però che i migliori giocatori italiani non abbiano niente da invidiare ai player di altre nazioni.

Nelle altre fasce?

Nella fascia bassa c’è tanto gap. Nella fascia media, il reg sul .com è migliore rispetto al reg .it ma non come si possa pensare.

Rifacciamo un passo indietro. Motivi per i quali hai mollato il poker?

Avevo fatto tanti anni di fila senza neanche un giorno di vacanza, così ho perso gradualmente stimoli. Sono arrivato ad un certo punto che è stato abbastanza difficile proseguire con quella vita. Anche se continuavo a rimanere tra i più vincenti, non avevo più voglia di giocare, e mi veniva un senso di noia ogni volta che aprivo il pc.

Qual è stato il tuo errore, se c’è stato?

Ho concentrato la mia vita solo sul poker e non ho bilanciato, non c’è stato equilibrio in quello che ho fatto. E’ stato un errore della mia carriera pokeristica passata. Alla fine esplodi e devi staccare per forza.

Giacomo Loccarini in una foto di repertorio. la sua vittoria all’IPT Malta nel 2011

Quale è stata la molla che ti ha fatto riscattare la scintilla per il poker giocato?

Nella nostra esperienza si commettono errori ed è importante imparare da tutto ciò. E’ una qualità che fa la differenza tra un vincente ed un perdente nella vita. Ho percepito un poker così diverso ed evoluto che è stato per me un enorme stimolo rimettermi in gioco, imparare (a mio modo) l’evoluzione di questo gioco, con molta più concorrenza, con tanti giocatori preparati. E’ stato uno stimolo enorme.

E’ stato questo il motivo?

Sì principalmente la sfida con me stesso ed inoltre il poker per me è sempre stato una fonte alta di guadagno. Anche l’incentivo monetario ha avuto il suo peso.

Mi hanno riferito che hai sempre rifiutato di coachare. Qualcosa è cambiato?

Ho sempre ammirato il lavoro degli insegnanti in generale, da quelli scolastici a quelli di qualsiasi altro campo. Forse è stato mio padre, che insegnava Fisica alle superiori, a farmi scoprire la bellezza dell’insegnamento .

Trovo molto interessante trasmettere le proprie conoscenze, ed avere la possibilità di apprendere dai top in ogni campo. Posso dire di avere una comprensione molto profonda del poker, considerando che ottengo, ed ho sempre ottenuto, i risultati migliori in Italia. Il fatto di aver giocato tutte le discipline ( HU, 6max, 9max sia holdem che Omaha) mi aiuta a comprendere ancora più a fondo il perché delle decisioni al tavolo. Questo mi fa pensare che sarei sicuramente un ottimo coach, e potrei aiutare tante persone a migliorare.

Fine prima parte – continua

Concludiamo con una chicca: il video di presentazione del tavolo finale dell’IPT Malta 2011 vinto da Giacomo Loccarini:

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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