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Giorgio Miconi Blog: “Livello basso all’IPT San Marino”

Giorgio-MiconiGiorgio Miconi, il player più vincente nel 2009 sul network Ipoker.it, ha partecipato alla prima tappa dell’ Italian Poker Tour ma l’avventura a San Marino non è stata esaltante, anche se il pro del team di Sisal Poker è rimasto soddisfatto ed ha giudicato l’esperienza sul Titano, un buon allenamento in vista della partenza per Las Vegas, obiettivo WSOP naturalmente.

Un suo giudizio, non proprio positivo sul livello tecnico del field presente, però potrebbe essere spunto di riflessione e di polemiche: “A San Marino – scrive dal blog di Sisal Poker – secondo me il livello generale del gioco, è stato un po’ basso rispetto alle altre tappe IPT, forse per la minor presenza di stranieri”.

Giorgio racconta la sua avventura all’Italian Poker Tour senza risparmiare dettagli . “Si disputava vicino a casa ed ho deciso di cogliere l’occasione per tenermi in allenamento in vista dei prossimi tornei a Las Vegas. E’ da un po’ – racconta – che non gioco più live. Partecipo al day1b, al quale hanno preso parte altri 220 giocatori, molti più di quelli che mi aspettavo”.

“Ho un tavolo interessante – rivela Miconi – e il livello degli avversari non mi preoccupa particolarmente, a parte un paio di ragazzini stranieri che tuttavia hanno rivelato un gioco abbastanza standard e molto tight”. L’inizio del torneo non è dei più promettenti: “Gioco in maniera abbastanza chiusa per circa 5 ore, senza tuttavia riuscire ad accumulare chips per mancanza di opportunità. Sono abbastanza sicuro delle mie capacità e molto focalizzato sul mio gioco e sui miei avversari”.

Spostato ad un altro tavolo arriva la svolta: “Il mio stack comincia  a crescere fino a 40000, senza mai andare all in. Gioco bene, aggressivo, ma senza correre rischi inutili, sono anche abbastanza fortunato perché obiettivamente fino ad ora mi sono state servite belle carte, ma la fortuna si sa, spesso gira imprevedibilmente e in maniera repentina”.

E’ interessante seguire il ragionamento del player di Sisal Poker in una mano, ed in particolare, la sua analisi su certi comportamenti degli avversari: “Il giocatore nella posizione UTG+1 limpa 1000 e così l’avversario dopo di lui, il cutoff lancia il suo stack di 10.000 chips in mezzo al tavolo. Il suo gesto, molto istintivo e poco ragionato, lascia trapelare una certa debolezza, soprattutto se consideriamo il contesto in cui due giocatori hanno appena limpato. Io spillo AQ dallo small blind, è una mano che sicuramente sta davanti al range all in del mio avversario e considerando che gli altri due limper probabilmente folderanno, decido di chiamare”.

Sembra tutto procedere secondo copione: “Gli altri due avversari effettivamente foldano e il giocatore sul cutoff mostra JQ”.  La mano di Miconi è decisamente avanti ma la sorpresa è dietro l’angolo: “Proprio – si sfoga – in quel momento, accade una delle cose che più mi fanno innervosire in assoluto. Il mio avversario ancora prima che venisse scoperto il board, si lamenta per la sfortuna, si alza, si veste e fa quasi per andarsene. Ovviamente centra il J al turn; lui raddoppia e io scendo a 30.000”.

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Una situazione dove il tilt potrebbe essere in agguato, ma il giocatore marchigiano non accusa il colpo: “Poco male, sono ancora in average e non ho assolutamente intenzione di arrendermi. Risalgo piano piano fino a 42000 senza mai regalar niente e chiudo così il day1b, tutto sommato abbastanza soddisfatto”.

Il day 2 sembra promettere bene: “Il giorno dopo si ricomincia già alle 14, con livelli questa volta da 75 minuti. Ho un tavolo abbastanza facile, a San Marino l’ impressione è stata che il livello generale di gioco fosse un po’ più basso alle altre tappe IPT. Inizio bene, mi vengono servite belle carte anche se faccio fatica a trovare spot nei quali stackare gli avversari. Spillo KK da Under The Gun (UTG), rilancio 2.5 volte il grande buio e il giocatore dopo di me, 3betta a 10.000. Foldano tutti e io pusho le mie 37.000 chips ma l’ avversario, che ha uno stack superiore al mio, dopo aver pensato qualche minuto, riesce a foldare i suoi JJ”.

Miconi racconta sul suo blog di un paio di colpi non positivi che lo riportano a 30.000 chips, fino alla mano decisiva: “Sono tra i più corti al tavolo e mi servono AA quando sono sul cutoff”. Inizia il dilemma: raise oppure slow play?

Il giovane talento del team Sisal decide di osare: “il giocatore prima di me rilancia 2.5 volte il Big Blind. Io con uno stack di 20 bui so che se rilancio molto, probabilmente scopro la forza della mia mano inducendo al fold il mio avversario, la mossa non sarebbe sbagliata, ma in quel momento voglio capitalizzare meglio la mano e commetto forse un’ingenuità chiamando solamente. Andiamo al flop in Heads-Up e scendono KQ3 rainbow. Lui, come mi aspettavo e speravo, se ne esce puntando quasi tutto il piatto. Il mio all in è abbastanza scontato ma purtroppo vengo eliminato dal torneo dalla sua doppia coppia KQ che regge fino in fondo”.

Archiviato l’Italian Poker Tour, l’attenzione ora è tutta per le World Series: “Tra qualche giorno parto per Las Vegas: spero finalmente di trovare un po’ di fortuna; nei tornei dal vivo – conclude – mi manca da parecchio tempo”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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