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Phil Ivey Barry Greenstein

Phil Ivey: “Oggi medito, prego, faccio yoga e penso agli altri”

Phil Ivey e Barry Greenstein si conoscono da tantissimo tempo. Ve lo abbiamo raccontato anche noi, nella storia a puntate sul pro americano: ad un certo punto della sua carriera, Ivey è stato stakato da Greenstein nel momento di maggiore bisogno.

Qualche giorno fa, i due si sono ritrovati faccia a faccia, ma non al tavolo da poker di qualche partita high stakes, come peraltro è capitato in passato: sul divano, per un’intervista che Barry ha condotto nei confronti di Phil.

Tanti gli argomenti sul piatto, per cui abbiamo deciso di spezzare l’intervista in due parti – la seconda la pubblicheremo nei prossimi giorni.

L’importanza della salute mentale

L’intervista si apre con Barry Greenstein a complimentarsi con Phil Ivey per la sua forma fisica. Ma il pokerista americano ha fatto lo stesso con la sua salute mentale?

“Be’, devo dire che mi sono divertito molto in vita mia”, ha risposto Ivey. Ma per lungo tempo ho messo da parte la mia salute mentale. Tuttavia, nell’ultimo anno e mezzo ci ho lavorato molto, sono diventato molto più consapevole e vivo uno stile di vita molto più sano: medito, prego, faccio yoga e penso a come posso aiutare le altre persone.

Non è sempre stato così, Phil Ivey, e lo sappiamo bene: “Quando ero giovane non è che giocassi per i soldi, pensavo sì a guadagnare ma solo per comprare cose materiali: credevo mi avessero reso felice. Poi però arrivi a un certo punto e ti rendi conto che felice non lo sei affatto. Anche se avevo successo, non mi sentivo di averlo davvero.

Ivey ha ammesso di stare “lavorando molto su me stesso. È stato un lungo viaggio e non cambierei nulla. Non ho rimpianti, ho fatto tanti cambiamenti nell’ultimo anno e mezzo e oggi mi sento davvero bene”.

 

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Phil Ivey, tra poker live e poker online

Negli ultimo anni, Ivey ha un po’ abbandonato la scena pokeristica americana, dove è stato una presenza fissa a lungo, per spostarsi ad Est, più precisamente a Macao.

“A Macao gioco molto live, ma anche un po’ online. Non conosco molto il mandarino, per lo più parolacce. Quindi non posso bluffare o fare trash talking, posso solo dire parolacce”, ha scherzato il poker pro.

Il poker è diverso in Asia?

Per un giocatore abituato allo stile americano, o al limite occidentale (Europa inclusa), trasferirsi in un altro continente significa doversi mettere alla prova con giocatori completamente diversi, e non solo dal punto di vista tecnico.

I giocatori asiatici sono molto più resistenti, spiega Phil Ivey. “Riescono a stare svegli e a giocare ad un buon livello per molte ore. Su 6 giocatori al tavolo, in media 5 possono stare svegli per 3 giorni senza dare segni di cedimento.

[FINE PRIMA PARTE]

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